L’agroalimentare trascina il “made in Italy” all’estero, registrando a febbraio un incremento annuo sui mercati stranieri del 3,3 per cento per i prodotti freschi dell’agricoltura e del 4,7 per cento per i prodotti dell’industria alimentare. Lo afferma la Cia - Confederazione italiana agricoltori, analizzando i dati Istat.

Le esportazioni di cibo e bevande confermano il trend da record già visto l’anno scorso - spiega la Cia - e soprattutto anche in questo inizio del 2014 aiutano a compensare il crollo dei consumi interni, “salvando” i conti delle aziende agroalimentari.

E’ chiaro, quindi, che il settore può dare un contributo fondamentale al rilancio della nostra economia in un quadro di stagnazione generale. Tanto più che è suscettibile ancora di forte crescita: basta dire che l’export agroalimentare potrebbe addirittura triplicare con un’azione radicale di contrasto al falso “made in Italy”.

Il comparto, infatti, non solo è uno dei più colpiti dalla contraffazione, con un giro d’affari del “tarocco” superiore al miliardo di euro, ma subisce anche la concorrenza sleale dell’Italian sounding che, sui mercati globali, genera un business illegale di 60 miliardi l’anno.