Si stima che le perdite postraccolta rappresentino il 30-35% della produzione ortofrutticola globale, sia nei Paesi in via di sviluppo, che in quelli, cosiddetti, sviluppati. La ricerca è rivolta a ridurre le perdite postraccolta e a garantire che il prodotto arrivi all’utilizzatore finale mantenendo al meglio la sua qualità.
Frutta e ortaggi dovrebbero contribuire in maniera sempre più importante all’apporto calorico della dieta anche perché forniscono quasi la totalità della vitamina C, quasi la metà della vitamina A, e circa un terzo della vitamina B, oltre che fibre, minerali, antiossidanti e ferro. Da qui il sottotitolo Reducing postharvest losses to feed the world a sottolineare l’importante ruolo che l’innovazione in questo settore intende cogliere.
L’evento, organizzato anche per festeggiare il 20° anniversario del Gruppo postraccolta della Soi, ha come obiettivo quello di riunire i ricercatori che in Italia svolgono attività di ricerca e sviluppo nell’ambito della fase postraccolta dei prodotti orto-floro-frutticoli, per fare il punto della situazione sulla ricerca in questo campo, sui bisogni di futuri e sulle possibili sinergie. La conoscenza del prodotto è fondamentale per lo sviluppo di qualsiasi impianto di trasformazione, conservazione, e trasporto e, allo stesso tempo, l’automazione, il controllo di processo e la modellistica sono indispensabili per l’ottenimento di un prodotto di qualità e per ridurre le perdite dopo la raccolta.
Fisiologia postraccolta, tecnologie per il mantenimento della qualità dei prodotti ortoflorofrutticoli, impianti di trasformazione, biosensori e misure non distruttive della qualità, sistemi di logistica e trasporto che tengano conto delle esigenze specifiche di ciascun prodotto, sono solo alcuni degli argomenti che verranno trattati, in un’ottica sempre più pressante di sostenibilità ambientale e tracciabilità delle produzioni.
La call for abstract sarà aperta a partire dal 10 febbraio al 14 marzo.
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