Promuovere l’incontro di viticoltori, tecnici, docenti e ricercatori universitari, professionisti della cultura e della comunicazione. Era questo l'obiettivo del quinto Convegno di vitivinicoltura biodinamica moderna -Paradigmi scientifici a confronto, che si è tenuto lo scorso sabato 13 luglio. L'incontro, organizzato da Viticolturabiodinamica.it con il patrocinio del Comune, della Soprintendenza e della Provincia di Firenze, si è svolto a Cerreto Guidi (Fi). Al salone cinquecentesco sono arrivati partecipanti provenienti da varie regioni d’Italia e dall’estero, ed è stato fatto un focus sui risultati delle ricerche in corso e delle analisi commissionate da Viticolturabiodinamica.it.

Due gli interventi internazionali: dall’Austria, Angelika Lübke-Hildebrandt della United research for soil di Peuerbach, ha portato un intervento dal titolo "La cromatografia, storia, pratica e interpretazione di un metodo analitico che ha rivoluzionato l’approccio alla valutazione agronomica", in cui ha fornito le chiavi interpretative per la lettura della condizione di vitalità dei suoli, oltre ad un’introduzione sulle tecniche per la gestione di compost di qualità. Dalla Francia Margarethe Chapelle, di Oenocristal centre d’évaluation et de recherche qualitative par morphocristallisation di Puy L’Eveque ha proposto "Indagini attraverso la cristallizzazione sensibile di vini biodinamici, biologici e convenzionali di alcune aziende italiane", presentando una relazione sulle analisi compiute alla cieca sui campioni di vini che le sono stati inviati appositamente per il Convegno. I risultati hanno evidenziato come sia possibile con questo metodo analitico arrivare a conoscere di un vino la sua storia, il suo presente e il suo futuro, a partire dalla vigna.

Gli interventi italiani sono stati quelli di Vincenzo Romano Spica, direttore del Laboratorio di epidemiologia e biotecnologie dell’Università degli Studi di Roma "Foro Italico", che ha parlato di: "Analisi di mfDna in terreno trattato con preparato 500 compostato" e ha mostrato i dati preliminari di un’indagine sul ruolo delle microfloreLeonello Anello, agronomo che da oltre 25 anni si occupa di dare seguito agli impulsi steineriani e ha elaborato il metodo della biodinamica moderna, ha completato l’esposizione del lavoro cominciato lo scorso anno con una seconda nota dedicata nello specifico al vino, all’interno degli studi per creare "Parametri analitici e oggettivi per la valutazione della corretta applicazione della pratica biodinamica al vigneto e al vino". L'intervento di Rita Mulas, direttore tecnico dei Convegni della Villa medicea, dal titolo  "Dalla crisi alla rinascita di un territorio", ha aggiornato sui progetti intrapresi per il recupero di luoghi danneggiati da uno sviluppo industriale e uno sfruttamento del territorio sconsiderati. Fabrizio Lupi, funzionario dell’Ufficio di Firenze dell’Icqrf, ha esposto  "La normativa per l’etichettatura dei vini convenzionali, biologici e biodinamici".

I presenti sono stati poi aggiornati da Giancarlo Scalabrelli dell’Università di Pisa sulla definizione delle peculiarità delle caratteristiche organolettiche emerse dalle degustazioni de "I vini biodinamici"; mentre  Enzo Mescalchin della Fondazione E. Mach Iasma, ha parlato delle ricerche comparate che si stanno portando avanti in Trentino in vigneti a conduzione convenzionale, biologica e biodinamica; Adamo Domenico Rombolà dell’Università di Bologna, ha invece aggiornato riguardo all'avanzamento delle ricerche sugli effetti dell’uso dei preparati biodinamici in un vigneto di sangiovese presso un’azienda di Tebano. E' seguita una degustazione guidata alla cieca a cura del giornalista Marco Tonelli.