Franati 50 ettari di territorio lungo un fronte di oltre due chilometri. Trenta persone sono già state sfollate, cinque case sono crollate e sei sono inagibili; due capannoni sono caduti e tre impraticabili. Le strade dove transita il 10% della produzione di Prosciutto di Parma sono interrotte. Sono questi alcuni numeri di una delle più grandi frane d’Europa, che si sta muovendo lungo l’Appennino emiliano romagnolo: di questa emergenza si parlerà giovedì 2 maggio all'incontro "Ultima chiamata per salvare l'Appennino" organizzato da AnbiConsorzio di bonifica parmense. Appuntamento alle 11.00 nella sala “Francesco Paglia” del Centro polifunzionale, sede attuale della protezione civile a Tizzano Val Parma (Pr).

Il fenomeno interessa oltre 20 milioni di metri cubi di terra: in Emilia Romagna sono mappate 70.000 frane, molte delle quali sono in movimento anche nelle province di Reggio Emilia, Bologna, Modena e Piacenza. Oltre al presidente Anbi Massimo Gargano saranno presenti, per fare il punto della situazione, i sindaci dei comuni colpiti, una rappresentanza delle popolazioni colpite dalle frane, il prefetto di Parma, i presidenti dei Geologi dell'Emilia-Romagna e del Consorzio di bonifica parmense, i numeri uno del Consorzio di bonifica Emilia centrale, dell'Unione regionale delle bonifiche dell'Emilia-Romagna e della Provincia di Parma e rappresentanti della Regione Emilia-Romagna.