"L’incontro di oggi ha fornito l’opportunità di accrescere la consapevolezza e riaccendere il dibattito sul tema dell’agricoltura sociale". Queste le dichiarazioni di Tiziano Zigiotto, presidente dell’Inea a margine del seminario "Coltivare salute: agricoltura sociale e nuove ipotesi di welfare", organizzato dall’Inea nell’ambito delle attività della Rete rurale nazionale, in collaborazione con il ministero della Sanità, l’Istituto superiore di sanità, l’Università di Pisa, l’Università della Tuscia. "Impegnandosi in queste attività - ha proseguito Zigiotto - le persone in difficoltà hanno la possibilità di ristabilire un contatto con l’ambiente circostante e con il mondo del lavoro, il che contribuisce a migliorare la loro salute, facilita l'apprendimento, aumenta l'autostima e la partecipazione alla vita della società".
Attraverso attività terapeutico-riabilitative, inserimento lavorativo, integrazione scolastica, i soggetti deboli e svantaggiati hanno la possibilità di partecipare attivamente ai processi produttivi agricoli, mentre gli imprenditori possono impiegare le risorse dell’agricoltura per svolgere servizi sociali nelle aree rurali e peri-urbane. Questo fenomeno è in forte crescita in Italia, dove si stima siano presenti circa 1000 progetti di agricoltura sociale. Tra gli esempi di buone prassi la Toscana ha coinvolto circa 1200 persone in esperienze significative; la Provincia di Torino ha risparmiato circa 4 milioni di euro per il servizio pubblico. Le pratiche di agricoltura sociale diffuse sul territorio nazionale sono sicuramente più numerose di quelle ad oggi rilevate e occorre continuare nell’azione di ricerca e animazione sul territorio con l’obiettivo di renderle più visibili e aumentare le occasioni di confronto.
La sfida è coniugare la crescente domanda di flessibilità e qualità dei servizi con la contrazione delle risorse pubbliche disponibili e l’esigenza di equità nei diritti di cittadinanza.
I lavori sono stati aperti da Adelfio Elio Cardinale, sottosegretario alla Salute. Hanno partecipato numerosi soggetti che operano da anni nell’As (psichiatri, psicologi, operatori sanitari, imprenditori e operatori agricoli, dirigenti di strutture pubbliche) che da punti di partenza e percorsi differenti hanno confermato la validità di queste pratiche per lo sviluppo dei territori e l’individuazione di nuovi modelli di welfare.
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Fonte: Inea