Il mondo dell'agroalimentare stava cercando di curare le ferite del dopo terremoto, quando una nuova scossa ha aggiunto altri lutti e ulteriori danni. Una tragedia della quale sono stati puntuali testimoni i quotidiani di questi ultimi giorni, a iniziare dalla “Gazzetta di Mantova” del 25 maggio sulla quale si può leggere la decisione con la quale si consente al Parmigiano Reggiano di terminare la stagionatura fuori dai confini della zona tipica di produzione. In soccorso al Parmigiano Reggiano, scrive “La Stampa” del 26 maggio, arriva poi un boom di vendite per il prodotto che non ha subito danni. I danni, scrive “L'Unità” del 27 maggio, non si fermano ai caseifici, ma coinvolgono la produzione di aceto balsamico, altra importante produzione tipica delle zone colpite dal terremoto. Poi la nuova scossa e per formaggi Dop e aceto balsamico, denuncia “Avvenire” del 30 maggio, siamo di fronte ad una situazione irrimediabilmente compromessa. I danni sono ingenti e una fotonotizia pubblicata dal “Gazzettino” indica in ben 500mila le forme danneggiate. Il danno per il solo agroalimentare, secondo le stime di Coldiretti riportate da “L'Unità”, raggiungono ora il mezzo miliardo di euro. Più salato il conto se si allarga lo sguardo agli altri settori produttivi, come fa “Repubblica” che parla di un miliardo di danni. Con il passare delle ore il quadro della situazione si fa sempre più chiaro e il 31 maggio dalle colonne del “Messaggero” si apprende che le forme coinvolte nel disastro sono quasi un milione.

 

Ciliegie in altalena

L'agricoltura deve poi fare i conti con le difficoltà di mercato che si registrano per l'ortofrutta, dove un'indagine del Cso, riportata dalle pagine de “Il Sole 24 Ore” del 26 maggio, indica che l'aumento della produzione porterà con sé un calo dei prezzi. Al contrario per le ciliegie si ha un calo della produzione, avverte “La Stampa”, e l'altalenante stagione climatica sembra infierire anche sulla qualità, inferiore rispetto alle attese. Non così per le ciliegie di Marostica, il cui raccolto, a detta del “Giornale di Vicenza” del 28 maggio, si preannuncia abbondante e di buon livello, grazie anche alla messa a punto di nuove varietà. Buona qualità, ma raccolti scarsi, scrive “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 31 maggio, per le ciliegie pugliesi.

Tensioni si avvertono sul mercato del grano le cui quotazioni, registra “Il Sole 24 Ore” del 25 maggio, stanno per superare quelle del mais, il tutto a causa dell'allarme siccità che in Russia sta mettendo in forse i risultati del raccolto.

 

Olio in difficoltà

In tema di mercati “Italia Oggi” del 26 maggio pubblica un rapporto sull'andamento dell'export, che vede il settore agroalimentare superare quello dell'auto. Da “Il Sole 24 Ore” del 30 maggio si apprende che a guidare la graduatoria dei prodotti più esportati è il trio pasta, vino e olio. Le buone notizie per l'olio, però, finiscono qui. Da Brasile, Usa e Australia giungono notizie, riportate da “Italia Oggi” del 26 maggio, che le importazioni saranno sottoposte a maggiori vincoli e controlli. Un modo per limitare le importazioni aggirando gli accordi internazionali sul commercio. Intanto, avverte “Il Secolo XIX” del 29 maggio, i prezzi dell'olio nei principali paesi produttori del Sud Europa, Grecia, Spagna e Italia, stanno crollando. E come se non bastasse, continuano le frodi ai danni dell'olio con etichette false sul prodotto esportato. La notizia è riportata sulle pagine de “Il Tempo” del 31 maggio.

 

Futuro e passato

In mezzo a tante notizie negative suona a consolazione apprendere dal “Giornale di Brescia” del 27 maggio che le statistiche fotografano un'agricoltura più giovane e disponibile ad investire sul futuro. Un futuro nel quale le ricerche in atto da parte del Cnr potrebbero mettere a disposizione nuove varietà di colture proteiche preziose per l'alimentazione animale. Un'anticipazione la si può leggere il 29 maggio sulla “Gazzetta del Mezzogiorno”. Innovazione e ricerca che prosegue con le sperimentazioni guidate da Fujitsu, che sta investendo nel cloud computing per ottenere rilevazioni ambientali accurate capaci di guidare con precisione le operazioni colturali. I dettagli sono pubblicati da “Nova”, il dorso scientifico de Il Sole 24 Ore in edicola il 27 maggio. Lo sguardo sul futuro prosegue con l'articolo a firma di Ermanno Comegna che dalle pagine di “Italia Oggi” analizza le prospettive della “bioeconomia” nella sfida allo sviluppo delle produzioni agricole. Un colpo d'occhio poi sul passato, leggendo “Tutto Scienze”, il dorso scientifico de La Stampa che il 30 maggio ospita un interessante articolo sulle origini dell'agricoltura europea, quando la caccia dovette cedere il passo agli “uomini dei semi”.