La riforma della Politica agricola comune (Pac) avrà effetti non solo in ambito agricolo, ma anche ambientale: in questo settore sarà determinante per la salvaguardia della biodiversità e la conservazione di habitat naturali.

Anzi, di tutte le politiche finanziate con fondi comunitari, la Pac è certamente quella che può maggiormente contribuire a centrare i target fissati dalla 'strategia europea sulla biodiversità', che punta a tutelare la diversità di specie e piante e a fermare la degradazione degli ecosistemi.

Secondo uno studio presentato dall’Istituto per le politiche ambientali europee (Ieep), è necessario però fare di più in cinque aree principali.

 

Le regole

La strategia sulla biodiversità, adottata nel 2011, ha richiamato l’attenzione politica sul tema, ma secondo i relatori del rapporto, questa rimane insufficiente. In primis, quindi, c’è bisogno di completare il quadro legislativo. Da una parte, ciò significa che le regole già adottate devono essere realizzate concretamente, ma anche che bisogna espandere il contesto normativo a favore della biodiversità.

La superficie d’azione
La biodiversità deve essere salvaguardata non solo nelle aree protette, ma in tutte le aree rurali e, in generale, la superficie geografica per la quale quest’obiettivo dev’essere perseguito deve aumentare significativamente.

I finanziamenti
Deve esserci una disponibilità di finanziamenti pubblici tale da garantire la tutela della flora e della fauna anche al di là dei limiti minimi stabiliti per legge. Secondo le stime, si tratterebbe di un aumento considerevole di fondi da dedicare a quest’aspetto della protezione ambientale, rispetto a quelli attualmente esistenti. Come fonti di finanziamento vengono individuati in particolare aiuti provenienti dai due pilastri della Pac: nel primo pilastro (sostegno diretto al reddito degli agricoltori), la biodiversità rientra in quanto è uno dei criteri del cosiddetto greening, le pratiche ecologiche da cui potrebbe dipendere un terzo degli aiuti. Per quanto riguarda invece il secondo pilastro, è uno degli obiettivi dei programmi di sviluppo rurale. In entrambi i casi, lo studio suggerisce che i sussidi siano direttamente collegati ai piani che, a livello nazionale, fissano i target da raggiungere in tema di biodiversità.

Il supporto integrato

Il rapporto sottolinea l’importanza di fornire dei dispositivi integrati di sostegno ai produttori. In pratica, un programma equilibrato di misure di supporto dovrebbe riunire quelle che riguardano la gestione agro-ambientale e quelle concepite per sostenere gli investimenti nelle zone rurali, così come andrebbero messe insieme le iniziative per sostenere la fattibilità economica delle produzioni agricole (ad esempio, accesso al mercato, diversificazione, creazione di micro-imprese, incoraggiamento del turismo rurale e conservazione del patrimonio rurale) con quelle per sviluppare le competenze e le capacità dei produttori (ad esempio la formazione, la disseminazione d’informazione, le campagne comunicative). C’è molto da guadagnare, in pratica, da un uso più sistematico e coordinato dei diversi piani di sostegno.

L’innovazione
Infine, il rapporto mette in luce il ruolo centrale dell’innovazione: promuovendo una gestione sostenibile delle terre agricole, l’innovazione di fatto contribuisce alla conservazione della biodiversità, che è tra gli obiettivi chiave alla base della sostenibilità ambientale stessa.