Si è parlato di risorse energetiche, cambiamenti climatici, sicurezza alimentare e tutela ambientale nel convegno 'Una nuova agricoltura: tra crisi delle materie prime e globalizzazione' svoltosi nella sede dell'Accademia dei Georgofili.

Organizzato in collaborazione con la Fondazione Cesifin – Alberto Predieri, il convegno ha inteso approfondire alcune difficili problematiche sempre più affrontate nei vari Summit mondiali ed ha visto le relazioni di importanti esponenti del mondo economico e politico.

Dall’affermazione della necessità di rivalutare l’attività primaria, inscindibilmente legata da sempre alla garanzia del cibo quotidiano per tutti, è emersa la necessità di adeguare i redditi degli agricoltori a quelli degli altri settori (commercio, terziario, artigianale) e di fare leva sulla ricerca scientifica (soprattutto genetica) e sull’innovazione tecnica per incrementare le produzioni unitarie.

Con i dovuti investimenti ed una consapevole azione politica, una nuova agricoltura è dunque possibile.

Nell’introdurre il convegno, il presidente dei Georgofili, il professor Franco Scaramuzzi, ha sottolineato l’improvvido disinteresse del nostro Paese nei confronti dell’agricoltura.

 

 

“Potremmo dire che dall’ultimo dopoguerra è stata ingiustamente sottovalutata e sostanzialmente trascurata. Si continua oggi a travisarne anche i molteplici ruoli che ha sempre svolto per millenni e che sono tuttora vitali per stessa sopravvivenza dell’homo sapiens", ha detto il presidente.

"Le difficili problematiche affrontate nelle riunioni di Summit mondiali, quali risorse energetiche, sicurezza alimentare, cambiamenti climatici, tutela ambientale, si intrecciano fra loro e portano al riemergere dell’agricoltura come settore strategico globale, non a caso definito primario - ha sottolineato Scaramuzzi -. Purtroppo, nel nostro Paese, la Sau va progressivamente riducendosi, gli addetti all’agricoltura sono sempre in numero minore (meno del 4%), il concetto stesso di agricoltura tende ad essere ideologicamente deviato, da attività imprenditoriale produttiva a prevalente funzione di semplice tutela ambientale".

Parlare di una nuova agricoltura oggi può assumere molti e concreti significati diversi, sia in un quadro globale che nella realtà nazionale "ma soprattutto - ha concluso il predidente dell'Accademia - per mantenere la presenza continua sui campi di agricoltori giovani, si deve provvedere in qualche modo ad adeguarne i redditi a quelli di chi passa a svolgere altre attività (commerciali, terziarie, artigianali), tutte assai più remunerative e quindi più allettanti”.