Approvato dalla Commissione Agricoltura della Camera, il testo del Disegno di legge sull'etichettatura trasparente. Il testo, che passa oggi all’esame dell’aula di Montecitorio, mette nero su bianco le disposizioni relative all’etichettatura dei prodotti agroalimentari.

“Finalmente si è fatta luce, se non altro in Commissione Agricoltura della Camera, per quanto riguarda l’etichettatura sull’origine dei prodotti alimentari” ha commentato il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Giancarlo Galan, riferendosi alla recente approvazione del testo del disegno di legge sull’etichettatura da parte della Commissione Agricoltura.

Siamo infatti, di fronte ad un importante passo in avanti nel precorso iniziato due anni fa quando il Ddl venne presentato per la prima volta. Passo che mette anche un punto ad una difficile questione datata 2004 quando, in seguito alla prima approvazione della legge sull'etichettatura, l'Italia ricevette un richiamo formale da parte dell'Unione europea affinché venisse abrogata la legge 204 del 2004.

L'articolo "incriminato" - recante “disposizioni urgenti per l'etichettatura di alcuni prodotti agroalimentari” - era l'1-bis inserito nella fase di conversione del Decreto in Legge, che prevedeva l’indicazione in etichetta del paese d’orgine dei prodotti; ma, secondo Bruxelles, si scontrava con le regole europee sulla concorrenza e con altre norme sull’etichettatura dei prodotti alimentari.
Gli anni passano, le cose cambiano e se tutto procede come si spera, adesso sarà possibile richiedere in etichetta l'indicazione del paese di produzione, per quanto concerne i prodotti non trasformati e l'indicazione del luogo di coltivazione (o allevamento) della materia prima prevalente e di quello in cui è si è verificata l'ultima trasformazione sostanziale, per i prodotti trasformati.

Oltre all'origine comparirà in etichetta anche l'eventuale presenza di Organismi gm in qualunque fase della filiera produttiva. “Il percorso legislativo che porterà all’approvazione della legge sull’etichettatura non è ancora terminato” ha specificato Galan, “ma grazie all’impegno dimostrato sia dalle forze di maggioranza che di opposizione, ritengo di poter essere finalmente ottimista. Di fatto, la Commissione Agricoltura della Camera ha deciso di assicurare ai consumatori una completa e corretta informazione sulle caratteristiche dei prodotti alimentari commercializzati, trasformati, parzialmente trasformati o non trasformati, nonché di rafforzare la prevenzione e la repressione delle frodi alimentari” ha concluso.

In merito a quest'ulitimo punto infatti, si segnala che nel decreto è contenuta una norma tagliata su misura per la mozzarella di bufala, che impone agli allevatori l'adozione di specifici strumenti volti a misurare, senza equivoci, la quantità di latte prodotta ogni giorno.
Per quanto riguarda le modalità di applicazione, verranno emanati decreti interministeriali per ogni singola filiera di prodotto. “Si tratta” ha detto ancora il ministro, lamentando la scarsa rilevanza che i mezzi d'informazione hanno riservato alla notizia, “di una legge a favore degli agricoltori e dei consumatori. Con il dovere di scrivere in etichetta i componenti, la provenienza e l’origine dei prodotti si potrà sapere finalmente quello che si mangia”.

Positivi i commenti giunti dall'assemblea generale del Comitato europeo dei giovani agricoltori (Ceja) - che rappresenta un milione di giovani imprese agricole – riunitasi negli scorsi giorni in Belgio per discutere del futuro della politica agricola europea.

“La trasparenza della filiera agricola è un elemento indispensabile per la crescita economica delle imprese agricole e per il rafforzamento della loro posizione nella filiera stessa” è stato il commento di Vittorio Sangiorgio, delegato nazionale di Coldiretti Giovani Impresa presente all'assemblea, che ha concluso chiedendo alle istituzioni europee e nazionali di “dare una risposta concreta e definitiva a questa esigenza stabilendo l'origine obbligatoria in etichetta per tutti i prodotti agricoli”.

Anche secondi Coldiretti, “quello della Commissione presieduta dall'onorevole Paolo Russo è un passo importante. Ora” ha dichiarato il presidente, Sergio Marini, “è necessario che la norma svolga celermente tutto il suo iter parlamentare per diventare legge dello Stato e che l'Italia si impegni a sostenerla con forza a livello comunitario”.

Pur condividendo l'obiettivo di un'etichettatura trasparente per tutti i prodotti, compresi i trasformati, la Cia si dice perplessa nei confronti di un provvedimento che, secondo l'associazione, “lascia aperti alcuni problemi e rimanda a decreti attuativi che inevitabilmente allungano i tempi per una reale applicazione del provvedimento. Anche in questa occasione” prosegue Cia, “le tante promesse verso gli imprenditori agricoli sono rimaste tali. Le questioni vere dell’agricoltura non vengono affrontate e si rinviano a chissà quando misure di concreto sostegno di cui gli agricoltori proprio ora hanno assoluta necessità”.

Poco convinta anche Confagricoltura che, apportando qualche critica ai concetti di 'materia prima prevalente' e 'ultima trasformazione sostanziale' contenuti nel testo del disegno legge, afferma di essere “a favore di un’etichettatura di origine trasparente e completa ma senza dimenticare di essere nel mercato unico. Ogni fuga in avanti rischia di essere dannosa per i nostri produttori” ha affermato Confagricoltura, dichiarando invece di sostenere il ministro quando si dice intenzionato a chiedere nel Consiglio agricolo Ue che venga introdotta una norma di commercializzazione per il pomodoro trasformato che includa anche l'origine in etichetta.
“La nostra proposta sull’etichettatura obbligatoria per il pomodoro trasformato ha trovato un forte sostegno da parte di alcuni importanti Paesi membri del Consiglio” ha dichiarato Galan proprio durante il Consiglio europeo dei ministri del 27 settembre, “un sostegno che mi ha in qualche modo stupito considerando il fatto che la produzione di pomodoro in Europa incide soprattutto nei campi italiani. Il commissario Dacian Ciolos ha preso atto della nostra richiesta” ha concluso Galan, “e si è riproposto di riaffrontare la questione nell’ambito del pacchetto qualità che sarà discusso nei prossimi mesi in sede europea”.