Cominciano ad arrivare i primi segnali di ripresa e nel primo trimestre del 2009 si inverte la tendenza della spesa a tavola con le quantità di prodotti alimentari acquistati dalle famiglie che fanno segnare una variazione positiva (+0,8%) dopo il calo che si era verificato nell’anno precedente.
E' quanto emerge dall'analisi della Coldiretti sull'andamento degli acquisti delle famiglie italiane nel primo semestre 2009 sulla base dei dati Ismea Ac Nielsen. Ad aumentare in questo primo scorcio dell'anno sono gli acquisti di praticamente tutti i prodotti alimentari di base, con performance particolarmente positiva, sottolinea la Coldiretti, per le quantità di frutta (+4,73 %) dopo il trend di progressiva riduzione in corso da anni.
A favorire l’andamento generale ha contribuito l’andamento dei prezzi al consumo che, precisa la Coldiretti, sono comunque aumentati in media del 2,7% nel corso del trimestre.
Un valore insostenibile rispetto al crollo dell’11,4% rispetto allo scorso anno che si è verificato a marzo per i prezzi dei prodotti agricoli alla produzione e che dimostra che le tendenze registrate in campagna non si sono trasferite al consumo dove, denuncia la Coldiretti, i prezzi per l’alimentare continuano ad aumentare. Un esempio per tutti è quello degli scandalosi andamenti al consumo della pasta che registra un aumento del 11% nonostante si sia verificato un dimezzamento delle quotazioni del grano, sul quale hanno indagato l’Antitrust e Mister prezzi.
Gli italiani spendono 205 miliardi all'anno in alimenti e bevande (141 miliardi in famiglia e 64 fuori) che rappresentano ben il 19% della spesa familiare ed è quindi necessario, precisa la Coldiretti, interrompere un trend che impoverisce cittadini e imprese agricole in un difficile momento di crisi economica. L'aumento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo, sottolinea la Coldiretti, conferma la presenza di forti distorsioni esistenti nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola, che danneggiano imprese agricole e consumatori.
Il crollo delle quotazioni in campagna si registra, sottolinea la Coldiretti, sia per le produzioni vegetali (-15,8%) che per quelle derivate dall’allevamento (- 5,2%) ma il record della riduzione si è verificato, precisa la Coldiretti, per i cereali con un crollo dei prezzi alla produzione del 46,4% rispetto allo scorso anno a marzo.
Un forte calo delle quotazioni alla produzione, continua la Coldiretti, si è registrato anche per vini e oli di oliva che, su base annua, hanno fatto segnare in campagna drammatiche riduzioni, rispettivamente, del 26,2 per cento e del 24,6 per cento. Una flessione rilevante tra i prodotti di allevamento è accusata dal latte (- 11,1%) e dai suini (- 9,4%).
L'aumento della forbice dei prezzi tra produzione e consumo, sostiene la Coldiretti, conferma la presenza di forti distorsioni esistenti nel passaggio degli alimenti dal campo alla tavola, che danneggiano imprese agricole e consumatori. I prezzi, continua la Coldiretti, aumentano quindi in media quasi cinque volte dal campo alla tavola e esistono dunque ampi margini da recuperare, con piu' efficienza, concorrenza e trasparenza, per garantire acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un momento di difficoltà economica.
E' necessario quindi riorganizzare le filiere agroalimentari con un forte investimento su consorzi agrari e sulle cooperative che sono il perno sul quale ruota il progetto della Coldiretti per una filiera tutta agricola, tutta italiana e firmata dagli agricoltori.