Crolla la produzione di arance Made in Italy che fa segnare, rispetto allo scorso anno, una riduzione del 33%. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base delle previsioni Ismea relative al frutto che è tradizionalmente un prezioso alleato degli italiani per prevenire i malanni di stagione favoriti da freddo, gelo e neve.
La flessione produttiva è da imputare alle gelate primaverili che hanno interessato le aree di coltivazione mentre la superficie coltivata è stimata pressoché stabile negli ultimi anni. Nonostante il forte calo produttivo le arance Made in Italy non mancheranno dalle tavole degli italiani con una produzione stimata di 1,67 milioni di tonnellate, che, sottolinea la Coldiretti, è piu’ che sufficiente a coprire il consumo nazionale e ad alimentare un importante flusso di esportazioni. Quasi la metà della produzione, continua la Coldiretti, si realizza in Sicilia mentre il 40% in Calabria e la restante parte in Puglia e Basilicata.
Gli esperti, continua la Coldiretti, consigliano di consumare due bicchieri di spremuta di arancia al giorno che gratificano il palato più delle pillole e dei preparati multivitaminici senza incidere troppo, soprattutto in questa stagione, sulle tasche dei cittadini.
In una annata di minore produzione come questa, sottolinea la Coldiretti, e’ importante prestare particolare attenzione alla provenienza delle arance e degli agrumi acquistati perché c’è il rischio che, per sfruttare l’immagine del made in Italy, vengano spacciate per italiane, produzioni agrumicole di importazione. A causa dei lunghi trasporti che devono subire per arrivare sulle tavole, arance e agrumi provenienti da migliaia di chilometri di distanza, oltre ad inquinare l’ambiente, perdono spesso molto in contenuto vitaminico. La Coldiretti quindi suggerisce di fare molta attenzione alle etichette, che devono essere sempre presenti sul prodotto confezionato ed ai cartelli nel caso di prodotto sfuso, che devono obbligatoriamente riportare l’origine degli agrumi posti in vendita.