Una riforma dell'Ocm vino orientata al mercato e più promozione. E' quanto propone il Parlamento europeo respingendo la liberalizzazione dei diritti d'impianto e limitando la durata del programma di estirpazione. Propone poi di autorizzare lo zuccheraggio a precise condizioni e purché sia anche mantenuto l'aiuto ai mosti. Chiede di rafforzare la tutela delle indicazioni geografiche e l'obbligo di indicare in etichetta l'origine delle uve. L'anno di produzione non deve figurare sui vini da tavola. Approvando con 494 voti favorevoli, 115 contrari e 84 astensioni la relazione di Giuseppe Castiglione (Ppe/De, It), il Parlamento suggerisce modifiche alla proposta della Commissione sulla riforma Ocm vino. Sebbene gli emendamenti non siano vincolanti, possono rappresentare un punto di riferimento per consentire ai ministri dell'agricoltura - che si riuniranno il 17 dicembre - di trovare un compromesso sugli aspetti della proposta che vedono divergere i 27 Stati membri. Il relatore, nel sottolineare la centralità e il ruolo svolto dal Parlamento nella definizione della nuova normativa, ha affermato che la viticoltura europea "ha bisogno di un nuovo slancio". Se vogliamo continuare ad essere i leader mondiali del settore, "dobbiamo investire nel settore vitivinicolo e non si può non guardare al mercato, non si può non produrre per il mercato, non si può non penetrare il mercato con prodotti di eccellenza". Il testo proposto, ha poi spiegato, "è in grado di dare risposte valide ad esigenze comuni, ma anche di rispettare, esaltare e in alcuni casi di comporre le differenze tra le diverse realtà nazionali". Con il presupposto, ha insistito, che "è necessario un cambiamento radicale di mentalità, di strategia produttiva: bisogna abbandonare la logica della quantità a favore delle produzioni di qualità, di eccellenza, in grado di esaltare le peculiarità nazionali, regionali, locali della viticoltura europea".