Spesso gli agricoltori percepiscono gli strumenti digitali come un elemento di complicazione del proprio lavoro e un costo non giustificato. La pensa diversamente Luca Lovatti, Research & Development manager di Melinda, una Organizzazione di Produttori (Op) che raccoglie sedici cooperative e 3.800 agricoltori. Una realtà che deve gestire una grande eterogeneità di aziende agricole e di variabilità in campo, ma che ha trovato nel digitale un valido alleato.

 

"Per noi gli strumenti digitali sono utili per gestire in maniera efficace i rapporti con gli agricoltori che conferiscono presso di noi le produzioni di mele e piccoli frutti, ma stiamo anche lavorando ad un applicativo per sostenere le aziende nel loro lavoro, aiutandole a produrre di più e meglio. E, non da ultimo, con un approccio rigenerativo al campo", ci spiega Lovatti.

 

I fabbisogni di Melinda soddisfatti dal digitale corrispondono d'altronde a quelli dell'intero settore primario, così come rilevato dall'Osservatorio Smart AgriFood, School of Management del Politecnico di Milano e Laboratorio Rise, Research & Innovation for Smart Enterprises dell'Università degli Studi di Brescia nell'ultima Ricerca.

 

In testa c'è infatti la necessità di ottimizzare l'utilizzo degli input produttivi, compreso il lavoro delle persone, aumentare la consapevolezza di quanto accade in azienda, al fine di prendere decisioni più consapevoli, gestire gli obblighi normativi e garantire la tracciabilità delle produzioni.

 

L'offerta di agricoltura 4.0 è allineata con la domanda?

L'offerta di agricoltura 4.0 è allineata con la domanda?

(Fonte foto: Osservatorio Smart Agrifood)

 

MelindaApp, il punto di partenza della digitalizzazione

Quattro anni fa Melinda ha deciso di realizzare uno strumento di facile utilizzo per gestire i rapporti con gli agricoltori. "MelindaApp è un'applicazione per smartphone, scaricabile da tutti gli agricoltori che aderiscono alle nostre cooperative, che permette di diffondere sul territorio i bollettini tecnici realizzati dalla Fondazione Edmund Mach, alla quale abbiamo affidato l'assistenza tecnica. Ma dall'app diramiamo anche le norme di conferimento e ogni agricoltore può visualizzare diverse informazioni relative alle attività del Consorzio", ci racconta Luca Lovatti.

 

MelindaApp

MelindaApp

(Fonte foto: Melinda)

 

MelindaApp è dunque una prima forma di digitalizzazione, utilizzata soprattutto per trasmettere informazioni agli agricoltori. Agricoltori che, come ricorda Lovatti, sono nella maggior parte dei casi poco digitalizzati, anche se strumenti come WhatsApp vengono utilizzati ampiamente per comunicare e scambiare informazioni.

 

Pomis Next, la piattaforma per la frutticoltura precisa e di qualità

Se ogni agricoltore può autonomamente decidere di utilizzare una delle molte piattaforme disponibili sul mercato per l'agricoltura di precisione, Melinda ha deciso di investire su un proprio applicativo che faccia tesoro dell'esperienza della cooperativa sul territorio e della mole enorme di dati raccolti ogni giorno negli stabilimenti di lavorazione del prodotto. Nasce così Pomis Next.

 

Il progetto Pomis Next è nato nell'ambito del Programma iNEST (Interconnected Nord-Est Innovation Ecosystem), finanziato con i fondi del Pnrr e vede come partner Melinda, MPA Solutions, ex spin off della Fondazione Bruno Kessler di Trento, e Apot. "Si tratta di una piattaforma per raccogliere e condividere dati che avrà come obiettivo finale quello di aiutare l'agricoltore a produrre meglio", ci spiega Luca Lovatti.

 

Pomis Next

Pomis Next

(Fonte foto: Melinda)

 

L'applicativo ha alla base un data lake nel quale confluiscono le informazioni sulle aziende agricole, le mappe dei suoli, i dati (anche storici) delle capannine meteo, il catasto con tutte le parcelle e le varietà impiantate, nonché le immagini satellitari e i dati sulla qualità dei prodotti conferiti.

 

"Nei nostri database c'è una vera e propria montagna di dati. Basti pensare che ogni anno lavoriamo circa 400mila tonnellate di mele, più o meno 2 miliardi di frutti, ognuno dei quali passa attraverso le nostre linee di selezione e di cui quindi conosciamo le caratteristiche principali", specifica Lovatti. "Questo significa che abbiamo in pancia sia le informazioni sui fattori produttivi di campo, sia sull'output conferito dagli agricoltori. Mettendo insieme tutti i dati è dunque possibile aiutare gli agricoltori a produrre ancora di più, ma soprattutto ancora meglio".

 

L'areale produttivo dove opera Melinda è infatti ristretto, poiché comprende la Val di Non e la Val di Sole, ma estremamente variabile sia in termini di suoli, che di altitudine e di esposizione, nonché di varietà coltivate. Questo mix di variabili è spesso difficilmente gestibile, ma grazie ai dati può rappresentare un vantaggio competitivo importante.

 

"In linea di principio, grazie a Pomis Next, saremo in grado di suggerire ad ogni agricoltore quale varietà si adatta meglio ad ogni singola parcella a seconda dell'altitudine, dell'esposizione e delle caratteristiche del terreno. Potremo dare consigli mirati sulla difesa, oppure sui portainnesti o sui trattamenti post raccolta per evitare le malattie fungine", sottolinea Luca Lovatti. "La piattaforma non sarà, almeno per il momento, utilizzabile direttamente dagli agricoltori, ma sarà uno strumento in mano ai nostri tecnici per assisterli ancora meglio".

 

A rendere possibile questa piccola rivoluzione è stato l'avanzamento tecnologico. Come riportano i dati dell'Osservatorio Smart Agrifood, le tecnologie abilitanti sono: data and analytics, Internet of Things, piattaforme software e device di ultima generazione. Utilizzate tutte quante da Melinda, insieme ad importanti investimenti sulla potenza di calcolo, per rendere possibile questa rivoluzione.

 

Le tecnologie abilitanti

Le tecnologie abilitanti

(Fonte foto: Osservatorio Smart Agrifood)

 

Il digitale a supporto della sostenibilità

Parallelamente a Pomis Next, Melinda ha avviato anche un progetto con xFarm Technologies, startup attiva nella digitalizzazione delle aziende agricole. In particolare, Melinda ha avviato un progetto di quattro anni con trenta aziende agricole per implementare pratiche di agricoltura rigenerativa, al fine di ristabilire la vitalità dei suoli e, in generale, aumentare la sostenibilità delle produzioni.

 

I dati raccolti attraverso la piattaforma di xFarm sono poi certificati da DSS+, che validerà i risultati raggiunti dalle aziende stesse. "Si tratta di un progetto pilota che ha coinvolto un numero ristretto di aziende che si sono dimostrate molto entusiaste di intraprendere questa strada. Se la sperimentazione avrà successo, diventeranno un esempio per tutte le altre aziende agricole del territorio. Saranno la prova che si possono avere produzioni soddisfacenti nel rispetto dell'ambiente e del suolo", conclude Lovatti.

 

Obiettivi e benefici

Obiettivi e benefici

(Fonte foto: Melinda)


Image Line è partner dell'Osservatorio Smart AgriFood