Fra i numerosi compiti affidati al medico veterinario c'è anche quello di vigilare sulla salute pubblica, controllando e verificando che animali e alimenti che entrano nel nostro Paese rispettino le norme europee e nazionali in tema di sicurezza.

Un compito, come intuibile, di grande responsabilità che viene svolto da professionisti alle dipendenze della amministrazione pubblica, prevalentemente quella sanitaria.

 

Dal lavoro di questi professionisti emergono interessanti indicazioni sull'andamento delle importazioni italiane di animali e di prodotti di origine animale, mangimi compresi.

I risultati sono stati oggetto di un recente report diffuso dal Ministero della Salute, che evidenzia il progressivo calo di queste importazioni, provenienti da oltre 100 Paesi terzi.

 

Rispetto al 2000, quando si contavano quasi 90mila partite di questi prodotti, nel 2023 si è scesi a poco più di 40mila.

Incoraggiante constatare che pur a fronte di numerosi controlli fisici e di laboratorio, solo 150 delle partite in ingresso sono state dichiarate non ammissibili, lo 0,4% del totale.

Da parte dei fornitori c'è attenzione al rispetto delle regole, nella consapevolezza di controlli accurati e completi, specie se provenienti da Paesi con i quali non sono fissate regole di reciprocità a livello comunitario.

Come pure quando il Paese di provenienza presenta alcune criticità, come nel caso della carne proveniente dal Brasile.

 

L'evoluzione

Il lavoro dei "veterinari di frontiera" ha una lunga storia, iniziata nel '900 con la Legge Crispi-Pagliani che stabiliva il controllo delle importazioni di animali e loro prodotti "mediante appositi veterinari governativi di confine e di porto".

Molti i cambiamenti intervenuti da allora, a iniziare dagli anni '60 con l'integrazione comunitaria e in seguito con l'avvento del mercato unico, che ha trasformato gli uffici veterinari di confine in "Posti di ispezione frontaliera", che nel 2019 diverranno "Posti di controllo frontalieri".

 

Oggi in Italia se ne contano 29, dislocati per lo più nei porti (Genova detiene il primato delle merci in arrivo) e negli aeroporti (al primo posto troviamo Milano Malpensa).

Interessante notare la tipologia delle partite in arrivo nel nostro Paese.

Al primo posto, e molto avanti rispetto alle altre, le importazioni di pesce.

Se ne contano quasi 28mila partite, contro le 2.500 di carne e gli alimenti per animali (2.384 partite).

Inevitabile, per la loro numerosità, che proprio nelle partite di pesce e nei loro prodotti si siano riscontrati i maggiori problemi (51 partite non ammesse). Solo 7, complessivamente, le partite di carne non ammesse.

 

Il controllo degli animali

Nel lavoro dei veterinari figura anche il controllo degli animali che entrano nel nostro Paese.

Numeri importanti (2.129 partite), ma prevalentemente rappresentati da pesci e invertebrati acquatici, destinati al circuito di cultori e appassionati di questo genere di animali.

Un controllo importante, necessario per evitare traffici di specie protette e per scongiurare il pericolo di ingresso di malattie "aliene".

Fra gli animali importati figurano anche gli insetti (quasi il 43% del totale), in questo caso api

 

Importazioni animali vivi 2023
Ripartizione percentuale delle importazioni nel 2023 di animali vivi provenienti da Paesi terzi (fonte: Ministero della Salute)

 

L'import comunitario

Sin qui il lavoro svolto sulle partite provenienti dai Paesi terzi.

Ben superiori i numeri dei flussi commerciali all'interno dell'Unione Europea, che hanno contato oltre due milioni di segnalazioni, ripartite fra pollame, in prevalenza pulcini di un giorno, e pesci vivi. Per loro nessun caso di respingimento.

Fra le carni ancora una volta al primo posto i pesci, seguiti a grande distanza da suini e bovini.

Numeri importanti anche per latte e derivati e mangimi di origine animale.

 

Il numero complessivo delle partite respinte si ferma ad appena 23 casi, una percentuale infinitesima (lo 0,38% dei campioni sottoposti a controlli fisici e di laboratorio), che conferma l'ottimo livello di conformità delle merci di provenienza europea.

 

Flussi di importazione di prodotti lattieri da Paesi europei nel 2023Flussi di importazione di prodotti lattieri da Paesi europei nel 2023 (fonte: Ministero della Salute)

 

C'è sicurezza

Restando sui flussi commerciali con l'Unione Europea, i controlli sulla movimentazione di animali hanno visto i bovini al primo posto, con oltre 40mila partite per un un totale di circa 1,2 milioni di capi.

A seguire i suini con più di 4mila partite, corrispondenti a poco meno di 1,4 milioni di capi.

Per gli animali vivi importati dai Paesi Ue, le norme in vigore prevedono che i controlli siano effettuati prevalentemente nel Paese di origine, mentre il Paese di destinazione deve limitarsi a controlli a sondaggio, evitando che siano motivo di discriminazione.

 

I controlli in Italia non sono tuttavia mancati e hanno riguardato in particolare le sostanze ad azione farmacologica.

I risultati di queste analisi, informa la nota del Ministero della Salute, non hanno fatto emergere situazioni sfavorevoli.

Motivo in più per rassicurare i consumatori sulla salubrità e sicurezza dei prodotti di origine animale.