E' critico il giudizio espresso dal presidente di Assolatte, Paolo Zanetti, nei confronti delle scelte di indirizzo delle politiche agroalimentari.

L'occasione è venuta dalla recente assemblea della associazione che raccoglie la maggior parte delle aziende lattiero casearie del nostro Paese, aziende che lo scorso anno hanno inanellato nuovi record produttivi, superando il plafond delle 520mila tonnellate di formaggi.

Imprese che hanno fatto fronte con risorse proprie alle difficoltà generate prima dalla pandemia e poi dall'impennata dei costi di produzione.

 

Risultati, sottolinea Zanetti, ancor più eccezionali perché raggiunti in un Paese che da un lato ha aziende che investono e crescono e dall'altro deve confrontarsi con chi non intende raccogliere le sfide che abbiamo di fronte, frena chi vuole correre e soprattutto decide per convenienza politica e per demagogia.

Uno sfogo amaro che prende le mosse dalle preferenze accordate alle tesi che sostengono la dieta unica e i prodotti alimentari, latte compreso, ottenuti in laboratorio, come pure le tante imitazioni che vorrebbero riprodurne, senza riuscirci, i valori nutrizionali.

Il tutto vantando minori impatti ambientali ancora da dimostrare, come pure sono ancora da valutare i risultati nel lungo periodo.


La sostenibilità del latte

Il latte, al contrario, non ha nulla da dimostrare.

Presente da sempre nell'alimentazione dell'uomo, può vantare pregi nutrizionali che vanno oltre il semplice apporto di nutrienti.

Importanti poi i miglioramenti ottenuti sul fronte della sostenibilità, grazie agli investimenti che le imprese del settore hanno fatto adottando impianti di cogenerazione, ottimizzando l'impiego dell'acqua e facendo ampio ricorso alle energie rinnovabili.

Uno sforzo, va ricordato, che oltre alle imprese di trasformazione ha visto protagonisti anche gli allevatori, le cui bovine da latte hanno un impatto sull'ambiente fra i più bassi al mondo.


Risultati importanti

Un percorso virtuoso, questo della filiera del latte, che pure in una fase di estrema difficoltà a livello globale, ha portato a importanti risultati sul piano produttivo, a iniziare dalle consegne di latte che hanno superato, seppure di poco, la quota di 13 milioni di tonnellate.

Cresciuta poi la produzione di formaggi, comparto a maggiore valore aggiunto, con la mozzarella al primo posto nella sua qualità di formaggio più prodotto.

Una maggiore produzione alla quale si contrappone tuttavia un calo dei consumi, con il latte alimentare che cede il 2,3% e i formaggi che segnano un meno 1,5%.

Cresce però l'export che consente al settore lattiero caseario di superare i 4 miliardi di euro di fatturato, dei quali 3,5 legati ai formaggi.


Lotta alle false informazioni

Sul futuro del settore un ruolo importante lo gioca l'evoluzione dei consumi, sempre più attenti agli aspetti salutistici, come evidenziato dall'analisi del Censis, illustrata dal Segretario generale Giorgio De Rita in occasione dell'assemblea di Assolatte.

Per questo motivo è necessario contrastare le fandonie e la cattiva informazione, che purtroppo fanno presa sulle persone.

Un problema che riguarda anche il latte e che non coinvolge solo l'Italia.

Diviene così sempre più importante intensificare gli sforzi per mettere a tacere le false notizie tese a demonizzare i prodotti di origine animale.

Deve essere chiaro - ha precisato De Rita - che il consumo di latte e latticini potenzia la salute e accresce il micro-benessere soggettivo, nel rispetto dell'ambiente“.

 

No al latte artificiale

I prodotti lattiero caseari hanno già dato prova di essere in grado di rispondere alla domanda di alimenti salutistici e sostenibili.

Partendo da questa constatazione, l'assemblea di Assolatte si è conclusa esprimendo un deciso no ai progetti dei colossi della finanza mondiale che vogliono fabbricare in laboratorio ciò che la natura produce da sempre.

Ma gli interessi in campo sono enormi e si tenta di mettere a rischio il sistema latte, che nel mondo dà lavoro e sostentamento a un miliardo di persone.

Lanciamo l'allarme per una mobilitazione globale - ha affermato Zanetti - dove agricoltura, industria, politica e istituzioni siano uniti nel dire un no definitivo alle produzioni artificiali“.