Sulla piazza di Lodi, mercato di riferimento per questa tipologia di prodotto, le quotazioni del 28 dicembre si sono fermate a 412,50 euro per tonnellata.
Una flessione di oltre il 10% rispetto ai circa 460 euro per tonnellata di poche settimane fa.
Cali ancora più significativi sono quelli segnalati da Assolatte per il latte spot francese (300 euro/tonnellata), e per quello di provenienza tedesca (335 euro/tonnellata).
Gli allevatori devono iniziare a preoccuparsi per la sorte del mercato del latte?
Osservando l'andamento annuale di mercato, rappresentato con efficacia nel grafico che segue, si nota come nella parte finale dell'anno sia normale una flessione delle quotazioni.
Ed è un segnale positivo che i prezzi si mantengano comunque superiori a quelli dello stesso periodo degli anni precedenti.
Il prezzo del latte spot in Italia negli ultimi quattro anni (fonte: Assolatte)
I prezzi in Europa
Un'occhiata all'andamento delle quotazioni medie nei paesi europei, attraverso i dati messi a disposizione dalla Commissione europea, confermano la continua crescita del prezzo del latte, che anche in ottobre dello scorso anno ha segnato un aumento di oltre il 3%.Aumenti ancora più significativi sono quelli registrati dal latte in polvere scremato.
Burro e cheddar "globale"
Il latte, al pari di tutte le altre commodity agricole, risente molto dell'andamento dei mercati globali.È allora necessario prendere in esame cosa avviene fra i principali protagonisti del mercato mondiale del latte, con Usa e Oceania al primo posto.
Come ricordato nei precedenti articoli di AgroNotizie, i prodotti da prendere in esame sono il burro e il latte in polvere scremato e no.
Per il mercato dei formaggi il protagonista da osservare è invece il cheddar.
Rispetto al precedente periodo, che si fermava a settembre 2018, ha perso forza la tendenza dei prezzi ad uniformarsi e si fanno nuovamente più forti le differenze fra le tre grandi aree di produzione.
I prezzi nel mondo
Merita di essere guardato con attenzione il grafico che mette in confronto l'andamento dei prezzi dei principali produttori di latte.Mentre le quotazioni statunitensi e quelle europee tendono a sovrapporsi, quelle della Nuova Zelanda si distaccano verso il basso.
È accaduto anche negli anni intorno al 2015 e 2016, ma in quel caso la discesa dei prezzi ha coinvolto anche delle quotazioni europee e degli USA.
Non è detto che lo stesso disegno debba ripresentarsi ora, ma è bene prestare attenzione.
I prezzi dell'energia
Continua ad esserci molta volatilità sui mercati dell'energia, con il petrolio che sale e scende repentinamente e in modo non sempre prevedibile.C'è un rapporto abbastanza stretto fra l'andamento di questo mercato e le quotazioni del latte, come già spiegato tempo fa da AgroNotizie.
La stessa cosa si può dire per il cambio fra euro e dollaro, moneta utilizzata a livello mondiale per i commerci internazionali. Anche in questo caso i grafici messi a disposizione dalla Commissione europea consentono di monitorare entrambi gli aspetti.
Il latte nella Ue
L'esame del mercato del latte sarebbe incompleto senza prendere in considerazione l'andamento della produzione nei paesi europei.Si conferma così il ridursi della spinta alla crescita, che dall'1,5% registrato nel periodo gennaio e agosto, è scesa all'1,2% nell'ottobre del 2018.
Una situazione che si allinea a quella in atto sul mercato statunitense, dove la crescita della produzione di latte si ferma all'1,1%.
Significativo è invece il progresso produttivo registrato in Nuova Zelanda, con percentuali di incremento prossime al 6%, come si nota nel grafico che segue.
Non stupisce allora che proprio in questa area i prezzi del latte abbiano subìto una flessione, distaccandosi da quelli realizzati sui mercati europei e statunitensi.
Un aiuto può venire dall'esame delle tendenze in atto. Ma occorre conoscere i "numeri del latte" e in tempi di mercati globali lo sguardo deve allargarsi a livello internazionale.
Le fonti non mancano e AgroNotizie le raccoglie per dare ai lettori gli strumenti per orientarsi.