Le quotazioni hanno raggiunto in questi ultimi giorni i 46 euro al quintale. Un anno fa il prezzo si fermava a 40,7 euro, il 12,9% in meno.
Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte (associazione delle industrie lattiere) ha recentemente affermato che il prezzo del latte spot non fa mercato. Non si può dargli torto. Troppo limitate, circa il 10%, le partite di latte commercializzato al di fuori dei contratti.
Inimmaginabile pertanto che il prezzo di 46 centesimi al litro possa essere applicato a tutto il latte contrattualizzato.
Se il prezzo del latte spot non fa mercato, è però vero che fa tendenza. In questo caso una tendenza al rialzo della quale tenere conto, se lo scenario non cambierà, nelle prossime contrattazioni.
Che possa esserci una inversione di tendenza è possibile e lo si evidenzia osservando le quotazioni del latte spot francese (42 euro al quintale) e di quello tedesco 43,5 euro/quintale). Per il primo si ha una variazione negativa dell'1,2% rispetto alle rilevazioni precedenti e per il secondo la variazione è del -2,2%.
I prezzi europei
Vedremo se questa inversione di tendenza continuerà nelle prossime settimane o se al contrario si interromperà.Nel frattempo è utile osservare cosa accade al prezzo medio del latte in Europa consultando i dati puntualmente messi a disposizione dalla Commissione europea.
Si osserva così che il prezzo medio del latte nella Ue continua a salire ed ha raggiunto 34,8 euro al quintale, con un incremento del 3,7%.
Che sia un buon momento per il mercato lattiero caseario europeo lo conferma anche l'aumento delle quotazioni del latte in polvere, che ha raggiunto i 161 euro al quintale.
Burro e cheddar nel mondo
Oltre al mercato europeo è necessario prendere in esame cosa avviene in Usa e in Oceania, fra i principali protagonisti del settore lattiero caseario mondiale, sia come produttori sia come flussi di import ed export. I prodotti da prendere in esame sono il burro e il latte in polvere, scremato e no, e il cheddar, uno dei principali formaggi commercializzati a livello mondiale.Curioso notare come si vadano sempre più assottigliando le differenze fra le quotazioni rilevate sui mercati europei con quelli dei mercati sia dell'Oceania sia degli Usa.
Un'ulteriore conferma di come il mercato lattiero caseario, al pari di quello delle principali commodity, sia sempre più globale.
I prezzi mondiali
La tendenza all'allineamento dei prezzi dei prodotti trasformati non può essere ininfluente nei confronti delle quotazioni della materia prima.Il consueto grafico di raffronto tra il prezzo nella Ue, negli Usa e in Nuova Zelanda, mette ben in evidenza l'allineamento dei prezzi in queste tre macro aree mondiali.
In passato, al contrario, si osservavano nette divaricazioni dei prezzi che poi hanno teso sempre più ad allinearsi l'una all'altra.
I prezzi dell'energia
In queste settimane si osservano tensioni importanti sui mercati energetici e del petrolio in particolare. In più occasioni si è ricordato il legame fra il prezzo del petrolio e quello del latte, cosa della quale è opportuno tenere conto.Come approfondito tempo fa da AgroNotizie, esiste infatti una relazione fra il costo del petrolio e quello delle materie prime oltre che sul rapporto fra euro e dollaro, moneta quest'ultima utilizzata per gli scambi a livello mondiale.
Per monitorare anche questi aspetti tornano di aiuto ancora una volta i grafici messi a punto dalla Commissione europea.
La produzione di latte nella Ue...
Impossibile comprendere le tendenze di mercato e anticiparne l'evoluzione senza prendere in esame l'andamento della produzione nella Ue.Si conferma allora la tendenza all'aumento, sebbene con una leggera flessione.
Se nel periodo gennaio e agosto l'aumento era dell'1,5%, nel periodo fra gennaio e settembre del 2018 l'aumento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente è sceso all'1,3%.
Continua così la flessione già iniziata nei mesi precedenti, ma si tratta di una curva discendente che si replica ad ogni stagione produttiva, come ben evidenziato nel grafico che segue.
… e nel mondo
È interessante verificare a questo punto cosa accade negli altri grandi paesi produttori.Mentre in Nuova Zelanda si osserva un netto incremento della produzione di latte (+5,8%), cosa che accade anche negli Usa, sebbene in misura più limitata (+1,1%), in Australia si ha una caduta produttiva del 3,3%.
Osservando i grafici che seguono, si nota tuttavia che l'andamento delle produzioni segue le stesse curve già delineate nelle precedenti campagne lattiero casearie.
Segnali di forti cambiamenti nelle tendenze del mercato mondiale non se ne vedono. Almeno per il momento.
Un aiuto può venire dall'esame delle tendenze in atto. Ma occorre conoscere i "numeri del latte" e in tempi di mercati globali lo sguardo deve allargarsi a livello internazionale.
Le fonti non mancano e AgroNotizie le raccoglie per dare ai lettori gli strumenti per orientarsi.