Di più: come ha recentemente ricordato Israel Flamenbaum in occasione del lancio del nuovo sistema DeLaval per l'"intensive cooling" nelle stalle dotate di Ams, nei nostri climi caldo-umidi il benessere termico della vacca da latte durante i mesi estivi passa necessariamente dal raffrescamento diretto degli animali.
Israel Flamenbaum ha sottolineato come uno degli effetti dell'impiego dei sensori sia dato dal fatto che la temperatura vaginale delle bovine resti costantemente al di sotto del livello di guardia, anche nelle giornate più torride
Una tecnica che, come riportato anche sul sito del famoso esperto israeliano, è basata su quattro fondamentali pilastri: acqua a goccia grossa, perché la bovina deve bagnarsi la cute; aria ad alta velocità (tre metri al secondo), da dirigere per mezzo di ventilatori sul corpo bagnato dell'animale; tempo, perché le sessioni di raffrescamento devono avere una durata cumulativa di quattro-sei ore al giorno; vacche, che devono essere fisicamente presenti nei diversi siti di raffrescamento creati all'interno della stalla (rastrelliera, area di attesa mungitura, area di riposo - dove però possono agire i soli ventilatori - e "cooling yards").
Ed è proprio quest'ultimo il punto più difficile da soddisfare in una stalla robotizzata a traffico libero, dove un efficace raffrescamento delle bovine è essenziale per mantenere le vacche attive e motivate a mangiare e a farsi mungere, ma non c'è un momento in cui gli animali sono radunati in sala di attesa o in rastrelliera e in cui programmare l'azionamento di docce e ventilatori.
Il rischio è dunque che tali dispositivi si attivino in assenza delle vacche, con grande spreco di acqua ed energia, e con costi di esercizio che, laddove docce e ventilatori vengano lasciati funzionare ovunque e per ventiquattro ore, sette giorni su sette, a fine stagione raggiungono cifre significative.
In area di attesa così come in rastrelliera, le bovine godono dei benefici del raffrescamento diretto, basato sulle docce a goccia grossa e sui nuovi ventilatori DeLaval
Vantaggi a 360 gradi
Il nuovo sistema di raffrescamento DeLaval offre una soluzione a questa problematica: gli ugelli e i ventilatori partono soltanto quando vengono attivati i sensori di presenza collocati in rastrelliera e nell'area antistante il robot di mungitura. La rastrelliera viene infatti suddivisa in settori, ciascuno dei quali è provvisto di un sensore ottico, il cui fascio di luce viene intercettato dalla vacca che si affaccia in mangiatoia; nell'area antistante l'Ams, vengono invece posizionate delle "semplici" fotocellule.L'allevamento di Talavera La Nueva (Spagna) dove è stato testato l'innovativo sistema di raffrescamento DeLaval
E da quanto appurato nell'azienda Hermanos Miguel di Talavera La Nueva (Spagna), dove il nuovo sistema DeLaval è stato testato, i benefici vanno al di là del puro e semplice risparmio economico.
Secondo quanto ha riferito José Maria Miguel, titolare dell'azienda Hermanos Miguel, grazie al sistema di raffrescamento DeLaval, durante l'estate 2017 le visite al robot sono state numericamente sovrapponibili a quelle che abitualmente si verificano durante l'inverno. A beneficio delle performance produttive...
Secondo quanto infatti riferito da Israel Flamenbaum, nel corso dell'estate 2017 le 120 vacche in lattazione della famiglia Miguel sono state ripartite in due gruppi omogenei, ciascuno dei quali ha beneficiato di un proprio protocollo di raffrescamento: in un gruppo si è fatto uso del sistema di raffrescamento DeLaval "completo", con i sensori di presenza posizionati lungo la rastrelliera e nell'area antistante il robot; nell'altro gli ugelli e i ventilatori DeLaval sono entrati in azione a tempi fissi.
Uno dei sensori ottici montati lungo la rastrelliera del gruppo che ha beneficiato del sistema di raffreddamento DeLaval "completo"
Ebbene, le vacche raffrescate con il sistema provvisto dei sensori hanno prima di tutto manifestato alcune diversità comportamentali, in modo particolare nelle giornate più torride: rispetto alle loro colleghe, hanno infatti trascorso più tempo in mangiatoia e in cuccetta, e meno tempo nell'area antistante il robot. Avevano infatti imparato che per essere raffrescate bastava recarsi a mangiare.
Inutile soffermarsi sui riflessi positivi che questo comportamento può indurre sulla produzione lattea. Altro aspetto: l'impiego dei sensori ha fatto sì che la temperatura vaginale delle bovine restasse costantemente al di sotto del livello di guardia (39,2°C), anche nei giorni e nelle notti più torride. Un aspetto molto importante al fine del mantenimento a lungo termine (fino al mese di ottobre e oltre) degli standard produttivi e riproduttivi. E non a caso nello stesso gruppo di bovine l'attività si è mantenuta costante anche nelle giornate più calde, e a fine stagione il numero di visite al robot è risultato mediamente più elevato (2,6 contro 2,4). Infine, il consumo di elettricità: secondo le stime (incomplete) realizzate a fine stagione, l'impiego dei sensori ha comportato costi minori, anche se in entrambi i gruppi, grazie ai dispositivi DeLaval, la spesa è risultata moderata (Tabella 1).
Costi di elettricità rilevati nel corso dell'estate 2017 nei due gruppi sperimentali