Il via libera da parte della Cina all’importazione di cotechini e mortadella made in Italy sostiene un trend che nel 2013 ha visto gli acquisti di prodotti agroalimentari italiani nel gigante asiatico aumentare del 13 per cento in valore rispetto all’anno precedente, salendo a quota 342 milioni di euro.

E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare l'apertura del mercato cinese ai prodotti cotti della salumeria italiana, seppur ancora limitata a poche aziende. Sino ad oggi le esportazioni di salumi e di preparazioni di carne hanno rappresentato una componente minimale rispetto al volume complessivo del cibo tricolore e il via libera a mortadelle e cotechini contribuirà ad aumentare ulteriormente le vendite in Cina, dove il prodotto del Belpaese più amato è oggi il vino, davanti all’olio d’oliva.

Ma il via libera contribuirà anche a porre un freno al fenomeno dell’italian sounding e all’affermazione di finti prodotti made in Italy favorita proprio dall’embargo su quelli veri, sottolinea Coldiretti. "Affinché l’apertura del mercato asiatico – sottolinea l'organizzazione – porti degli effettivi vantaggi all’economia nazionale occorre però anche che la filiera suinicola nazionale sia messa in trasparenza, evitando di spacciare per made in Italy salumi fatti con maiali tedeschi o olandesi. Una situazione favorita dall’inerzia dell’Unione europea che, nonostante gli allarmi sanitari, non intende ancora estendere con un regolamento l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della carne di maiale impiegata nei salumi, al pari di quanto è stato fatto con quella bovina dopo l’emergenza mucca pazza".