Manca solo la ratifica del Consiglio (un atto formale) e poi il “Pacchetto latte” entrerà in vigore sino al 2020. E' questo l'esito della votazione del Parlamento europeo riunito il 15 febbraio a Strasburgo in riunione plenaria che con 574 voti a favore, 97 contrari e 18 astensioni, ha confermato gli interventi necessari ad affrontare il mercato del latte dopo la profonda crisi del settore e in vista dell'abbandono del sistema delle quote, nel 2015. Il testo licenziato contiene importanti emendamenti che nei vari passaggi della discussione vi sono stati introdotti. Fra questi l'introduzione di una sistema di regolazione dell'offerta dei formaggi Dop e Igp. Un risultato per il cui raggiungimento si è fortemente impegnato il presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, per il quale le novità introdotte dal "Pacchetto" hanno una portata storica e assumono un significato strategico in questa fase di volatilità dei mercati. Come anticipato in anteprima da Agronotizie già nel novembre dello scorso anno, i deputati europei avevano accolto fra gli emendamenti proposti quello sulla programmazione delle produzioni, un'opprtunità attesa con impazienza da gran parte della filiera produttiva.

 

Le opinioni

Si tratta di un importante strumento di regolazione del mercato da tempo sostenuto dalla cooperazione agricola europea”, ha detto il presidente della Cogeca, Paolo Bruni, commentando l'esito delle votazioni della “Plenaria”. “La programmazione produttiva ad opera dei Consorzi di tutela, - gli ha fatto eco il presidente di Fedagri Confcooperative, Maurizio Gardini - sarà indispensabile nell'imminente superamento delle quote latte”. Soddisfatta Confagricoltura che saluta la decisione di aprire alla programmazione come un atto che dà fiducia ai nostri allevatori, aggiungendo subito dopo che gli stessi allevatori “chiedono il mantenimento delle quote per evitare corse alla produzione nelle nazioni confinanti.” Una richiesta forse non condivisa da tutti e per la quale è facile profetizzare che sarà inascoltata. Coldiretti plaude ai tempi di pagamento e ai prezzi certi oltre che alla possibilità di programmare la produzione dei 37 formaggi italiani a marchio Dop. Apprezzamenti anche dalla Cia che parla di una riforma significativa grazie al ruolo del Parlamento ed al meccanismo della co-decisione che ha consentito importanti modifiche al testo originario. “Un risultato - ha commentato infine il ministro dell'Agricoltura, Mario Catania - che lascia ben sperare per i negoziati in corso in Europa”, con un chiaro riferimento alla prossima approvazione del “Pacchetto qualità” e alle discussioni sulla riforma della Pac.

 

Cosa contiene il “pacchetto”

A raccogliere gli apprezzamenti del mondo produttivo e delle sue organizzazioni sono poi gli altri e non meno importanti contenuti del “Pacchetto latte”, destinato a rafforzare il potere contrattuale degli allevatori. Va in questa direzione la spinta alle organizzazioni dei produttori, che dovranno negoziare il prezzo del latte per conto degli allevatori e che dovranno aiutare gli allevatori ad organizzarsi al meglio per rafforzare la loro posizione nella filiera agroalimentare. In tema di prezzi il “Pacchetto” prevede che la trattativa sia regolata da contratti che i singoli Stati possono rendere obbligatori. I contratti in questo caso dovranno indicare il prezzo, i dettagli sulla raccolta e sulla fornitura di latte e le scadenze dei pagamenti ed avranno una durata di almeno sei mesi. Una negoziazione collettiva che dovrebbe aumentare il potere negoziale dei produttori e favorire una migliore distribuzione del valore lungo la catena produttiva, oggi sbilanciata a favore delle parti finali, e della distribuzione in particolare. Il legislatore europeo ha preso anche in esame il rischio che si creino distorsioni di mercato in presenza di forti aggregazioni del prodotto. Per questo sono stati introdotti vincoli alle quantità di latte che potranno essere oggetto di negoziazione. Il parametro è fissato nel limite del 3,5% della produzione totale di latte nella Ue. Il vincolo scatta anche a fronte del 33% della produzione nazionale e sale al 45% quando la produzione totale è inferiore alle 500mila tonnellate.

 

Largo alle OP

Occorrerà qualche mese per far entrare a regime le norme contenute nel “Pacchetto”, la cui efficacia sarà tenuta sotto controllo e sarà oggetto di verifica con due rapporti della Commissione previsti per il 2014 e il 2018. Ora non resta che darsi da fare e in particolare in Italia sarà necessario lavorare sodo per mettere all'opera le organizzazioni dei produttori. Poche per il momento quelle che in campo zootecnico rispondono alle attese del “Pacchetto latte”.