Niente da fare. L’accordo sul prezzo del latte in Lombardia è saltato ancora una volta. A nulla è valsa la mediazione dell'Assessore all'Agricoltura, Luca Daniel Ferrazzi, che aveva convocato le parti nel tentativo di trovare un punto di incontro. Le posizioni di Assolatte (in rappresentanza delle industrie lattiero casearie) e delle organizzazioni professionali dell'agricoltura (per gli allevatori) sono ancora troppo distanti. Forte la reazione dei produttori che per bocca delle loro rappresentanze hanno stigmatizzato il comportamento della parte industriale, che pur riconoscendo l’importanza di dare al settore certezze per il futuro si sarebbe arroccata su posizioni non solo insostenibili, ma addirittura provocatorie, tanto che “Cia, Confagricoltura e Coldiretti – si legge in uno dei comunicati di questi giorni – metteranno in campo tutti le azioni e gli strumenti necessari per la tutela delle imprese agricole”. E già in Piemonte sono partite le prime iniziative portando il latte (e la protesta) di fronte agli stabilimenti della Fiat di Mirafiori.

 

Le cinque mosse del “tavolo”

Per cercare una soluzione ai problemi del latte arriva anche il ministero dell’Agricoltura che all’indomani della rottura delle trattative sul prezzo ha riunito il “tavolo di filiera” alla presenza del Commissario straordinario di Agea, Franco Contarin. Partendo dai contributi di idee e di proposte formulati dai principali attori della filiera, è stato presentato un documento che individua in cinque punti le linee di intervento per la filiera latte. Al primo posto c’è la modulazione dell’offerta in funzione della domanda, attraverso la quale ridare competitività all’intero sistema latte. Subito dopo viene la necessità di raggiungere un “equilibrio nelle relazioni di filiera”, nel quale non è difficile leggere l’invito a un dialogo più costruttivo fra allevatori e industria. Al terzo posto viene la “modernizzazione del settore” immediatamente seguita dalla messa a punto di “politiche di comunicazione e promozione del settore" (ma i soldi chi li mette?). Il quinto e ultimo punto parla di “orientamento dell’informazione e comunicazione”. Questi i “capitoli” principali del documento che a loro volta prevedono tutta una serie di interventi da distribuire nel tempo, alcuni a breve, altri a più lunga scadenza.

 

Le priorità

Fra le “cose” da fare subito rientra una verifica del ruolo dei Consorzi di tutela e un possibile allargamento dei loro compiti. È citato, cosa assai importante di questi tempi, un più facile accesso al credito e la disponibilità di strumenti per la “ristrutturazione” del debito attraverso i consorzi fidi e Ismea. Non poteva mancare un capitolo dedicato al tema del giorno, il prezzo del latte. Si pensa a un tavolo permanente coordinato dal ministero che porti alla definizione condivisa di un prezzo di riferimento.
Progetti di buon senso e condivisibili, ma che scontano la difficoltà di essere attuati in tempi rapidi, come impone la gravità della situazione.

 

Un Consiglio straordinario

Intanto dal ministero di via XX Settembre si apprende che Luca Zaia sarà presente al Consiglio straordinario dei ministri agricoli chiesto dall’Italia e che si terrà a Bruxelles il 23 giugno. Il tema centrale dell’incontro, ovviamente, è il latte e si parlerà di quote e di prezzo. Prima di quella data è difficile immaginare che allevatori e industrie possano trovare un punto di incontro. Prima di prendere qualsiasi decisione si vorranno conoscere gli orientamenti che la Ue ha in animo di assumere per fronteggiare la crisi del latte, ormai di dimensioni europee. Bisognerà dunque aspettare. Per fortuna all’appuntamento con Bruxelles mancano solo pochi giorni.