Grana Padano, non solo una formaggio, ma un punto di riferimento per l’economia lattiero casearia italiana. Merito dei 4 milioni e oltre di forme prodotte per anno, che assorbono gran parte del latte munto nelle regioni del Nord Italia a maggiore vocazione zootecnica.

E i temi del mercato e della produzione sono stati al centro dell’assemblea informativa organizzata dal Consorzio di tutela del Grana Padano, tenutasi a Verona il 18 luglio. Gremito da operatori del settore, l’incontro è stato l’occasione per fare il punto sul primo semestre dell’anno, che si è aperto con una preoccupante flessione dei prezzi, che solo negli ultimi giorni hanno dato qualche timido segnale di ripresa. Insufficienti però per ritenere scongiurato il pericolo di una crisi, magari prossima e pesante. I numeri della produzione presentati dal presidente del Consorzio, Cesare Baldrighi, e dal direttore Stefano Berni, sono lì a dimostrare che i problemi da affrontare sono ancora numerosi.

 

Produzione stabile

Alla fine di giugno il numero di forme prodotte sommava a 2,46 milioni, con un incremento dello 0,33% sull’anno precedente. Mentre i consumi in Italia, sempre nei primi mesi dell’anno, hanno continuato a flettere scendendo a maggio sotto quota 12mila tonnellate. Con una flessione di 500 tonnellate rispetto all’inizio dell’anno. Consumi che comunque, come è stato sottolineato anche a Verona, sono superiori a quelli registrati nello stesso periodo dell’anno precedente.

I prezzi hanno però reagito precipitando dai 7,1 euro kg registrati nel novembre del 2007 a soli 5,85 dello scorso aprile.

 

Gli interventi possibili

Una corsa verso il basso che ha preoccupato e non poco i responsabili del Consorzio, tanto che è stato messo  a punto un  “piano di intervento”  nel quale, come illustrato durante l’assemblea veronese, è prevista l’attuazione di quattro linee di intervento. Al primo posto la formulazione di un “bollettino prezzi”, gestito dallo stesso Consorzio che indichi oltre ai prezzi all’ingrosso anche i prezzi minimi a seconda delle diverse referenze presenti nei punti vendita. L’obiettivo è quello di dare uno strumento di trasparenza che orienti la Gdo (grande distribuzione organizzata) e dia al contempo un metro di valutazione per i consumatori più attenti.

Al secondo posto vengono gli accordi e le sinergie fra gli operatori per affrontare insieme i mercati emergenti. Sinergie che si vorrebbe diventassero anche un mezzo per evitare fra gli operatori un eccesso di concorrenza che potrebbe, se esasperata, ripercuotersi anche sulla qualità del prodotto.

Al terzo punto i responsabili del Consorzio mettono lo studio e la verifica degli spazi di mercato per le tre tipologie di Grana presenti sul mercato (Grana Padano, Grana Padano oltre i 16 mesi e Grana Padano riserva) e le opportunità per eventuali tipologie innovative.

Innovativo e “coraggioso” il quarto strumento di intervento, che prevede l’acquisto del prodotto da parte dello stesso Consorzio. Ovviamente finalizzato a tonificare il mercato e mirato alle tipologie di prodotto di fascia alta, dunque a lunga stagionatura.

Un’iniziativa, quest’ultima , di forte impegno e che al momento non verrà attuata anche in virtù della ripresa del prezzo di mercato che si è registrata nelle ultime settimane. Ma che potrà essere adottata qualora ci siano inversioni di tendenza. Che potranno essere evitate se gli operatori raccoglieranno l’invito del presidente del Consorzio a non spingere sulla produzione per restare anche nei prossimi mesi su numeri non dissimili da quelli del 2007. “ Se così faremo – è stato detto dai vertici del Consorzio – ci potranno essere soddisfazioni per tutti, perché i consumi vanno bene, le scrote diminuiscono e se le produzioni restassero in linea con quelle del 2007 i prezzi potranno beneficiarne”.

 

La difesa della tipicità

La presenza all’incontro del ministro alle Politiche agricole, Luca Zaia, ha contribuito ad animare il dibattito spostando l’attenzione dell’uditorio anche su temi di carattere “politico” come la tutela delle produzioni Dop dalle contraffazioni e la promozione sui mercati esteri. Su questo argomento Cesare Baldrighi ha sottolineato che i 20 milioni di euro che il Consorzio destina alla promozione rappresentano un grande sforzo che però diviene di scarso peso quando trasferito sul piano mondiale. Al ministro è stato poi sottolineato il problema degli ammassi, importante strumento di governo del mercato, la cui assenza potrebbe avere pesanti ripercussioni.

Puntuale la risposta del ministro. “Al Consiglio dei ministri agricoli della Ue – ha detto Zaia – ho chiesto di valutare la possibilità di ripristinare gli ammassi per le produzioni agricole, soprattutto di pregio.” Sul fronte della tutela delle tipicità il ministro ha poi ricordato il forte impegno su questo tema anche in occasione dell’assemblea del Wto a Ginevra. E poi con Bruxelles sulla questione, mai del tutto risolta, delle quote latte. Una via di uscita, sostiene il ministro, è quella delle compensazioni a livello europeo per riequilibrare un mercato dove scarseggia per giunta la materia prima.

 

Foto Paula FJ