Prosegue su AgroNotizie® la rubrica dedicata a migliorare la conoscenza delle pratiche di uso sicuro e sostenibile degli agrofarmaci, obiettivo dell'iniziativa Bayer AgriCampus.
Un gruppo ristretto di agricoltori ha potuto testare nel 2023 il Preceon® Smart Corn System, un nuovo concetto di mais che offre vantaggi agronomici e produttivi importanti. Una vera rivoluzione, su cui i genetisti di Dekalb, marchio parte del Gruppo Bayer, stavano lavorando da anni. E l'Italia è uno dei primi Paesi al mondo ad aver avuto la possibilità di testare questa nuova generazione di ibridi che potrebbero rivoluzionare il settore maidicolo e, perché no, anche quello lattiero caseario.
D'altronde la filiera del latte vaccino è una delle eccellenze del made in Italy e da sola rappresenta il 10,8% del fatturato dell'industria agroalimentare nazionale. Il successo di tale comparto è dovuto principalmente alla bontà dei prodotti, alla costanza della qualità, al legame con il territorio e alla sicurezza dei formaggi che vengono messi sulle tavole dei consumatori di mezzo mondo.
"Per esprimere questi livelli di eccellenza dobbiamo partire dalla materia prima, il latte prodotto dalle nostre vacche e sapientemente lavorato nei quasi 150 caseifici che appartengono al Consorzio", racconta Stefano Berni, direttore generale del Consorzio di Tutela del Grana Padano, la prima Dop a livello globale per volumi di prodotto consumati. Una realtà che raggruppa 4mila stalle, per un giro d'affari che nel 2022 ha cubato 3,2 miliardi di euro.
L'incontro tra lo Smart Corn di Bayer e il Grana Padano
Qualità, una questione di filiera
Già, il latte vaccino. Si tratta della materia prima che è alla base della filiera lattiero casearia, ma che negli ultimi anni sta vivendo momenti difficili. I motivi sono vari, ma uno va ricercato sicuramente nella crisi della maiscoltura italiana. Se venti anni fa il nostro Paese era autosufficiente per quanto riguarda l'approvvigionamento di mais, oggi siamo deficitari per oltre il 50%.
Una situazione difficile per tutti, ma soprattutto per realtà come quella del Grana Padano, che nei propri disciplinari prevede che una quota importante della razione delle vacche sia realizzata con mangimi prodotti sul territorio.
Oggi il mais soffre gli effetti dei cambiamenti climatici, che hanno reso l'approvvigionamento idrico sempre più difficoltoso. Anche il tema delle micotossine è sempre più cruciale, visto che questi composti di derivazione fungina si avvantaggiano della nuova situazione climatica. Ci sono poi le restrizioni legislative, come ad esempio quelle introdotte con la nuova Pac, e la competizione di altre colture, che sul mercato riescono a spuntare prezzi interessanti.
E così la produzione di mais, sia insilato che da granella, è in costante declino. La situazione impensierisce tutta la filiera lattiero casearia, che trova nel latte il suo primo fattore produttivo. "Per questi motivi siamo particolarmente curiosi di conoscere nel dettaglio le potenzialità di Smart Corn, questa novità di Bayer di cui abbiamo sentito tanto parlare", ci spiega Stefano Berni.
Smart Corn, benefici in campo e in stalla
Era da anni che i ricercatori Dekalb lavoravano ad un nuovo concetto di mais. Non più una pianta alta, che si semina solitamente a sette-otto semi al metro quadro, ma di statura più ridotta, in grado di essere seminata ad una densità molto superiore e in grado di produrre più granella e più biomassa per unità di superficie.
Dopo anni di duro lavoro, i genetisti di Dekalb sono riusciti a mettere a punto una nuova soluzione, denominata Preceon® Smart Corn System, che ha le carte in regola per rivoluzionare il settore maidicolo e che sarà lanciata in Italia nel 2025. I primi feedback da parte del ristretto gruppo di agricoltori che l'hanno testata nel 2023 son molto incoraggianti e a breve Bayer renderà noti i risultati di questa prima fase di test.
Piante di Smart Corn seminate nel 2022 presso l'Azienda sperimentale Cerzoo-Crei dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
Smart Corn, una rivoluzione di filiera
La novità annunciata da Bayer incuriosisce dunque gli agricoltori e gli allevatori, ma anche i caseifici, interessati dalla possibilità di migliorare la qualità del latte prodotto e di rilanciare la maiscoltura italiana.
"Il Grana Padano è un prodotto genuino, salutare e ricco di energia che è apprezzato dal mercato, sia in Italia che all'estero", ci racconta Berni. "Alle fondamenta di tale successo c'è sicuramente il mais, un alimento che permette alle nostre stalle di produrre un latte di ottima qualità. Per questo siamo molto curiosi di toccare con mano l'innovazione rappresentata dallo Smart Corn".
Il Consorzio ogni anno lavora poco meno di 30 milioni di quintali di latte, circa un quarto dell'intera produzione italiana, realizzando circa 5,3 milioni di forme di Grana Padano. E proprio il Consorzio offre consulenza alle stalle per far sì che gli standard qualitativi del latte siano sempre elevati. D'altronde il disciplinare di produzione parla chiaro: l'alimentazione delle bovine deve derivare per almeno il 75% da mangimi prodotti sul territorio.
Il mais è alla base dell'alimentazione delle vacche, il cui latte è destinato alla produzione di Grana Padano
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
"Siamo ansiosi e curiosi di verificare questa novità di Bayer, che per noi è da sempre un interlocutore serio e fondamentale", sottolinea Stefano Berni. "Lo Smart Corn forse potrà risolvere il problema dell'insufficienza della produzione del mais in Italia. Con lo Smart Corn si apre una strada che spero sarà vincente e che offrirà risultati eccellenti, per tutti".
Taglia bassa, elevata sostenibilità
Ad un secolo dal lavoro di Nazareno Strampelli, rivoluzionario genetista italiano che abbassò la taglia del grano per rilanciarne la produttività, oggi la maiscoltura sta vivendo un cambiamento simile. Avere un mais a taglia bassa, come lo Smart Corn, consente di aumentare le produzioni per unità di superficie.
Produrre più latte, senza dover aumentare la superficie destinata alla coltivazione di mais, è il sogno di ogni azienda zootecnica. Per queste ragioni l'agricoltore è il primo a dire #iocitengo, l'hashtag scelto da Bayer per la rubrica AgriCampus.
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Bayer AgriCampus è un'iniziativa lanciata da Bayer Crop Science Italia con l'obiettivo di promuovere l'uso consapevole degli agrofarmaci.
Image Line è partner e su AgroNotizie® ha creato una rubrica per ospitare i contributi provenienti da Bayer e dai partner di AgriCampus.
Consigli tecnici che se seguiti si traducono in vantaggi sia per l'agricoltore che per l'ambiente e i consumatori. Perché per tutti gli attori della filiera vale l'hashtag #iocitengo
Appuntamento a gennaio per la nuova puntata di Bayer AgriCampus