Il 29 marzo il Commissario europeo all’Agricoltura ha annunciato la fine delle “montagne di burro” in stock nell’UE. Le ultime scorte dell’Unione europea, poco più di 6.000 tonnellate, saranno prossimamente venduti sul mercato. A causa dell’eccessivo allevamento bovino da latte (e dei contributi dati in base al numero di capi allevati) nei primi anni Ottanta la produzione di prodotti lattiero-caseari era tale che il mercato interno non la poteva assorbire completamente; neppure le esportazioni erano sufficienti a smaltire le scorte, nonostante le “restituzioni alle esportazioni”. Nel 1986, fu raggiunto il record degli stock di burro, con 1,28 milioni di tonnellate rimaste invendute. Grazie all’avvio delle famose “quote latte”, dalla seconda metà degli anni Ottanta queste “montagne di burro” ed i “laghi di latte” hanno progressivamente cominciato a diminuire. Tenuto conto delle attuali buone condizioni del mercato, la Spagna venderà le sue ultime 5.593 tonnellate di burro in stock, la Repubblica ceca 420 tonnellate e la Finlandia le sue 78 tonnellate (in tutto 6.091 tonnellate), al prezzo minimo di 243,05 euro per 100 kg. Se necessario il meccanismo d’intervento per il burro resterà in vigore, ma ci sarà un dibattito al riguardo nel corso della verifica sullo “stato di salute” della PAC, previsto nel 2008, alla luce di un rapporto sul funzionamento del settore del latte e dei prodotti lattieri che la Commissione dovrebbe adottare a fine anno. Il Commissario Fischer-Boel ha recentemente ribadito di essere favorevole alla fine delle “quote latte” dopo il 2015, in quanto non corrispondono più ai criteri di una Politica agraria comune moderna. Propone un lieve aumentodei contingenti tra il 2009 e il 2013, per facilitare la loro soppressione in seguito.