Gli olivicoltori sanno bene che la mosca delle olive è la principale avversità in campo e la sua pressione dipende molto dall'andamento del clima. Questo insetto depone le proprie uova al di sotto dell'epidermide dei giovani frutti e le larve si sviluppano mangiando la polpa delle drupe.

 

Le olive attaccate non solo producono meno olio, ma anche di scarsa qualità. E se si pensa che una singola femmina, in condizioni ambientali ideali, può deporre fino a settanta uova al giorno, ci si rende conto di quanto una infestazione incontrollata possa apportare seri danni alla produttività dell'oliveto.

 

Bactrocera oleae, tuttavia, risente fortemente degli andamenti termici, sia per quanto riguarda le proprie capacità di sviluppo e accoppiamento, sia sul fronte dell'ovideposizione e della crescita delle larve.

 

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La mosca delle olive e l'influenza della temperatura

Iniziamo col dire che il range di sviluppo dell'insetto è piuttosto ampio, già sopra i 9°C il metabolismo della mosca si attiva e l'insetto inizia a crescere, anche se molto lentamente. Ad una media di 24°C, invece, si massimizza il ciclo biologico, che in soli ventuno-venticinque giorni porta un uovo a dare origine ad un adulto. Si tratta quindi di temperature piuttosto comuni in tutto il Centro e il Sud Italia durante la primavera e nei mesi di settembre e ottobre.

 

L'insetto è attivo anche con temperature che sfiorano i 35°C, anche se superati i 30°C tende a ripararsi all'interno della chioma degli olivi, all'ombra e in zone umide, in attesa che la temperatura scenda. Mentre tra i 24°C e i 28°C si concentra l'attività di volo e di accoppiamento, che avviene di sera.

 

La cosa più interessante riguarda però l'influenza che la temperatura ha sulla riproduzione dell'insetto. Sappiamo infatti che con temperature superiori ai 30°C le femmine smettono di accoppiarsi e di deporre le proprie uova. In campo si possono tuttavia osservare delle punture dette sterili, questo poiché non vi è alcun uovo all'interno e quindi il frutto non subisce alcun danno, se non quello meccanico causato dalla stilettata.

 

Queste punture vengono provocate dalla mosca grazie al suo ovopositore per potersi dissetare con la linfa che fuoriesce dalla ferita stessa. Recenti studi hanno infatti dimostrato che la resistenza della mosca al caldo intenso è maggiore se questa ha a disposizione cibo e acqua. Ed è questo anche il motivo per cui negli oliveti irrigui le popolazioni di B. oleae appaiono generalmente più numerose e vitali.

 

Durante l'estate il miglior alleato dell'olivicoltore è il caldo. Sappiamo infatti che la mosca dell'olivo depone le uova solo con temperature inferiori ai 30°C e che, durante l'estate, spesso si superano queste temperature. Se si considera poi che la mosca inizia i suoi attacchi dalla fase fenologica di indurimento del nocciolo, risulta evidente che le infestazioni durante il periodo estivo sono solitamente limitate, anche se il bizzarro andamento meteo degli ultimi anni non lascia alcuna certezza.

 

Le alte temperature e lo sviluppo larvale

Ma cosa succede alle larve quando aumentano le temperature? Se la colonnina del mercurio supera i 30°C le uova e le larve di prima età iniziano a morire, soprattutto se l'umidità relativa è bassa, al di sotto del 60%.

 

Maggiore è la temperatura e il tempo di esposizione al caldo, maggiore sarà la mortalità, che tuttavia decresce con lo sviluppo della larva. Le pupe, ad esempio, sono molto più resistenti delle larve alle temperature elevate e, come metodo di protezione, quando fa molto caldo tendono ad impuparsi all'interno del frutto piuttosto che a terra. Bisogna tuttavia dire che con temperature maggiori di 37°C la mortalità degli stadi giovanili è pressoché totale. Situazioni che ormai non sono più così inusuali nel Sud Italia, visto che in Sicilia lo scorso anno si sono sfiorati i 50°C.

 

Il caldo intenso, ben sopportato dall'olivo, è dunque il miglior alleato dell'olivicoltore, che tuttavia deve fare i conti con la mosca nel momento in cui le temperature scendono in autunno. Quando infatti la colonnina di mercurio si abbassa sotto i 30°C, riprende l'accoppiamento degli adulti e la deposizione delle uova nelle drupe. Oltre ai metodi di lotta, sia adulticidi che larvicidi, elencati in questo articolo, la tendenza di molti agricoltori è quella di anticipare (per quanto possibile) la raccolta delle olive in modo da sottrarre queste ultime agli attacchi della mosca.

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Mosca dell'olivo e cambiamenti climatici

Un altro aspetto interessante riguarda poi l'influenza che i cambiamenti climatici hanno sul comportamento e sulla diffusione della mosca. L'andamento delle medie termiche sembra infatti suggerire che l'areale vocato alla coltivazione dell'olivo si stia lentamente spostando verso Nord, con aree un tempo off limits per l'olivo, come la Pianura padana, che tra qualche anno potrebbero diventare interessanti per questa coltura.

 

L'innalzamento delle temperature potrebbe inoltre rendere meno pesante la pressione della mosca negli areali del Sud Italia, dove si registrano spesso temperature molto elevate, mentre diventerà problematica nel caso in cui le coltivazioni si estendano verso Nord.

 

Insomma, per le regioni del Sud Italia, come la Puglia, la Calabria o la Sicilia, si avranno condizioni di crescita oggi tipiche del Nord Africa, con una pressione della mosca che potrebbe essere lieve anche nelle fasi autunnali. Mentre nel Nord Italia gli attacchi di mosca dovrebbero scomparire durante il periodo estivo e concentrarsi invece all'inizio dell'autunno.

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