La fragola è una specie appartenente alla famiglia delle Rosaceae, abituata a vivere negli ambienti umidi e freddi delle zone alpine e non solo. Per tale motivo ha un apparato radicale fascicolare e non fittonante, ed è sensibile al caldo e alla scarsa umidità.


La fragola in Italia è soggetta a varie fitopatie e parassiti animali. Data la sua raccolta frequente, in primavera ogni 2-3 giorni, dopo un trattamento con agrofarmaci chimici, c'è il rischio di avere residui talvolta superiori alla richiesta della moderna grande distribuzione organizzata.


Per tale motivo e non solo, l'agricoltore e il tecnico devono poter e saper utilizzare sempre più tecniche di biocontrollo delle fitopatie o parassiti di questa coltura, coltivata per lo più in coltura protetta, ma anche prodotti e tecniche da utilizzare in certi casi insieme agli agrofarmaci di sintesi.


Vengono quindi discusse le principali avversità della fragola e proposte le soluzioni con entomofagi e agrofarmaci biologici regolarmente registrati sulla coltura unitamente a opportune tecniche agronomiche, senza citare i prodotti di sintesi.


Il controllo della botrite su fragola

La botrite si sviluppa in periodi di forte umidità, normalmente in seguito a piogge continue. L'agente causale è la Botrytis cinerea che infetta il frutto quando il petalo cade durante l'allegagione, aprendo una ferita, da dove entra il fungo.


Per ridurne lo sviluppo della botrite è opportuno:

  • coltivare in serre chiuse in gronda, corte e alte;
  • irrigare e trattare di giorno, mai la sera;
  • pacciamare il terreno integralmente;
  • effettuare trattamenti in fioritura/allegagione e nei periodi umidi, con Aureobasidium pullulans, Bacillus amyloliquefaciens (vari ceppi), Bacillus subtilis, cerevisane, eugenolo/geraniolo/timolo, Laminarina, Metschnikowia fructicola, Pythium oligandrum e Saccharomices cerevisiae.

Come ridurre lo sviluppo dell'oidio su fragola

Al contrario della botrite, l'oidio si sviluppa in condizioni di bassa umidità e può infettare tutte le parti verdi della pianta e i frutti. L'agente causale è il fungo Podosphaera macularis, i suoi conidi si diffondono col vento e la loro germinazione è rallentata da una elevata intensità luminosa.

 

Per ridurne lo sviluppo è consigliabile:

  • bagnare le piante per aspersione nei mesi caldi;
  • non mantenere il telo di copertura per troppi anni;
  • effettuare trattamenti con Ampelomices quisqualis, Bacillus amyloliquefaciens (vari ceppi), Bacillus pumilus, bicarbonato di potassio, Cos-Oga, Laminarina, olio di arancio e zolfo.

Entomopatogeni contro il tripide della fragola

La lotta contro questo pericoloso tisanottero è attuata soprattutto con l'utilizzo di entomofagi quali l'antocoride Orius laevigatus. Il numero da lanciare di Orius varia da 3 a 6 individui al metro quadro.


In aiuto a tali entomofagi è possibile controllare il tripide installando delle trappole cromotropiche o evitando il ristoppio della coltura.

 

La lotta al ragnetto rosso della fragola

Per controllare il Tetranichus urticae è fondamentale l'utilizzo del predatore fitoseide Phytoseiulus persimilis. È necessario lanciarne da 20 fino anche a 40 individui al metro quadro.


È necessario ricordare che il Tetranichus urticae gradisce ambienti polverosi e secchi, ed è quindi utile per attuare il suo controllo aumentare l'umidità in serra nei periodi caldi.


Il controllo del ragnetto rosso si attua anche bagnando le piante per aspersione nei mesi caldi, favorendo nel contempo lo sviluppo del fitoseide o bagnando le strade adiacenti la coltura e/o imponendo limiti di velocità bassi in azienda per evitare l'alzarsi della polvere.


Prove sperimentali, in corso d'opera su fragola, per il controllo degli afidi, utilizzano banker plants di grano o simili, trapiantate in serra, su cui sono presenti afidi innocui che vivono e si riproducono solo su queste graminacee senza che ci sia alcun pericolo che questi attacchino la fragola.


Successivamente al trapianto, vengono lanciati parassitoidi come Aphidius colemani e predatori come Chrisoperla carnea. Questi entomofagi si riproducono grazie agli afidi presenti sulle graminacee in modo da aumentare di numero e creare una popolazione di antagonisti sufficiente a contrastare gli afidi che dovessero, successivamente, attaccare la fragola.

 

A cura di Marco Valerio Del Grosso, dottore agronomo di Antesia, Associazione Nazionale Tecnici Specialisti in Agricoltura

Contatti: marcovalerio@agronomodicampo.it