Lo sapevate che più film escono di Nicholas Cage e più si riduce la capacità della gente di nuotare? Oppure che il consumo di mozzarelle stimola tanto l’intelligenza da far aumentare i dottorati in Ingegneria Civile? Non stupitevi di ciò, è scienza, è statistica. Mica chiacchiere.
Del resto, è stato anche dimostrato in modo inconfutabile come gli annegamenti in mare incidano sul numero di matrimoni, come pure che il petrolio norvegese renda le strade così scivolose da aumentare gli incidenti automobilistici.

Sapevatelo!”, “Perché nessuno ne parla?”, “Diffondete il più possibile!”, oppure “Informatevi!”. Queste sono poi le esortazioni che di solito vengono utilizzate su web a chiosa di interventi che per pregnanza scientifica si posizionano intorno al calibro delle statistiche di cui sopra. E tali esortazioni vengono calate per giunta con spessa supponenza e con totale disprezzo degli interlocutori. Quelli che, magari, in quei settori ci lavorano da vent'anni e le cose, loro, oltre a saperle pure le fanno. Ma tant'è, la Verità pare invece abbondare nelle tasche degli ignoranti più del riso nella bocca degli sciocchi.
 
Qualcuno si deve però essere stancato di vedere utilizzare grafici e statistiche farlocche per dimostrare ogni tipo di fanfaluca.
E così, un sito matematico-umoristico ha raccolto e pubblicato alcune fra le correlazioni più ridicole e surreali che si possano realizzare confrontando variabili che non hanno fra loro il benché minimo legame. Magari giocando pure un po’ coi grafici, in modo da spianare una retta qua, raddrizzare una curva là.
Il tutto per dimostrare ciò che, ovviamente, è del tutto indimostrabile.
 
Appurare che il numero degli affogati nelle piscine americane oscilla in accordo col numero di film di Nicholas Cage non permette infatti di attribuire al simpatico attore americano la responsabilità della morte per annegamento dei suoi concittadini. Né il calo dei matrimoni nel Kentucky ha la benché minima correlazione con gli incidenti mortali sulle barche da diporto. Infine, per quanto buona sia, la mozzarella non ha alcun merito sull’ottenimento di un dottorato, né i barili di petrolio importati dalla Norvegia stimolano gli automobilisti a gettarsi contro i treni in transito.
Tant’è, quando al posto di grafici palesemente surreali ne vengono pubblicati altri con al centro del mirino agrofarmaci e ogm, la gara diventa alquanto dura nel cercare di dimostrare che fra le curve rappresentate non vi è alcuna correlazione, bensì semplice coincidenza. Questo perché la materia oggetto del contendere non è di grande immediatezza e l’assenza o la presenza di una correlazione concausale è tutto tranne che intuitiva.
 
Per esempio, circolano grafici che correlano la crescita dell’autismo all’uso del glifosate. Peccato che i casi di autismo fossero già decuplicati nel ventennio 1975-1995, ovvero prima che le colture resistenti agli erbicidi arrivassero nei campi.
Nel fronte anti-chimica e anti-ogm, però, nessuno accetta il dubbio di aver creduto a una correlazione inesistente.
 
Vi è poi per caso capitato di avere parenti malati di Alzheimer? Analogamente a quanto visto per l'autismo, per qualcuno sarebbe colpa di erbicidi e ogm. Con buona pace di chi ha redatto quel grafico, però, in esso si vede chiaramente come la crescita dei casi sia iniziata ben prima dell’incremento dell’erbicida e dei relativi ogm. Sarebbe infatti stata già vistosa negli anni fra il 1979 e il 1995, proseguendo poi negli anni successivi con un trend coerente a quello degli anni precedenti. Come spiegare quindi il decuplicamento abbondante dei casi di Alzheimer nel periodo pre-ogm e pre-glifosate? Non si sa.
E ciò che è peggio, pare che nessuno sia interessato a saperlo.

Un partito trasversale, quello dell’impermeabilità cognitiva, che piazza imperterrito anche i cancri al fegato su qualche grafico insieme a mais e soia ogm, accompagnati ovviamente da glifosate. Quest'ultimo, volente o nolente, finisce infatti in una gran parte delle nefaste correlazione che il web manda in Terra.
Per fortuna, si possono trovare anche altri grafici che mostrerebbero una tendenza inversa, ovvero un calo generalizzato dell’incidenza dei tumori a fronte dell’incremento delle colture ogm.

In pratica, ragionando con la medesima testa di certi "statistici della domenica", si potrebbe affermare che coltivare e mangiare ogm diminuirebbe le probabilità di sviluppare il cancro.
Cosa palesemente insensata e bislacca, checché ne possa pensare uno statistico pro-ogm o un'analisi multivariata, per quanto ben fatta. Ma pare che il buon senso abbia purtroppo deciso di posizionarsi solo da una parte della barricata, lasciando del tutto sguarnita quella opposta.
 
Poi, alla fine, qualcuno si arrabbia davvero e quindi manda alle ortiche il suddetto buon senso e lavorando con la statistica e con la fantasia “dimostra” che perfino il consumo di alimenti biologici sarebbe correlato in modo “inconfutabile” ai casi di autismo.
Con valori di confidenza statistica altissimi, peraltro.
Questo perché la confidenza statistica, diciamocelo, può misurare solo quanto due rette siano fra loro coerenti per andamento, mica è in grado di stabilire se fra le due variabili abbia senso o meno ravvisare un legame causale oggettivo. Ovvero, la più bella confidenza statistica del Mondo potrebbe perfino supportare la tesi secondo la quale le vendite di mountain bike e quelle di telefoni cellulari sono fra loro connesse da precisi rapporti causa-effetto, salvo poi chiedersi: ma sono i cellulari ad aver influito sulle mountain bike, o sono le mountain bike ad avere influito sui cellulari? Ovviamente, nessuno dei due beni ha influito sull'altro, ma se si volesse correlare l'uso dei cellulari col numero di incidenti occorsi ai ciclisti, et voilà, un bel grafico sarebbe già bell'e pronto per i fanatici dell'anti-tecnologia.

Insomma, basta prendere due serie di numeri e sbatterli su un grafico, oppure raffigurare curve cumulate anziché temporali e il gioco è fatto: si dimostra tutto quello che si vuole.
Perfino che negli Usa il consumo di panna acida inciderebbe sul numero di motociclisti morti in incidenti stradali