La celebre sostanza attiva è stata proibita una prima volta nel 2007, tutto sommato “a cuor leggero” (la revoca è stata approvata con maggioranza qualificata con due soli Stati contrari su 27) e una seconda volta nel 2011, con una decisione quanto mai combattuta: 154 voti contrari alla revoca, 150 favorevoli e 41 astenuti (una spiegazione del meccanismo decisionale si può trovare su wikipedia e un simulatore di voto sul sito del Consiglio dell'Unione europea).
La decisione è stata quindi adottata “d'imperio” dalla Commissione, come previsto dai trattati europei quando gli Stati membri non raggiungono un accordo. Da allora, negli stati del sud Europa, è stato un susseguirsi di rilascio di autorizzazioni eccezionali, della durata di 120 giorni, per colmare le carenze di mezzi tecnici che avrebbero messo a repentaglio la sopravvivenza stessa di moltissime aziende agricole.
Anche le autorità italiane hanno concesso numerose volte autorizzazioni eccezionali di prodotti a base di 1,3-dicloropropene: l'ultima risale al 14 marzo scorso e concede l'utilizzo di 8 formulati per 120 giorni su tabacco e fragola mentre, come riportato nel titolo, hanno negato l'uso eccezionale sulle orticole. Francia e Spagna hanno invece concesso questa autorizzazione, conferendo un vantaggio competitivo ai loro orticoltori: la Francia ha autorizzato due formulati, mentre la Spagna ha approvato ben 4 tipologie di 1,3-dicloropropene sia da solo che in miscela con cloropicrina e altre 5 formulazioni a base di cloropicrina da sola (vedere provvedimento in spagnolo).
Il differente approccio dell'Italia rispetto a Francia e Spagna non è nuovo: in Italia la responsabilità dell'autorizzazione degli agrofarmaci è in seno al ministero della Salute che ha l'ultima parola rispetto al ministero delle Politiche agricole, mentre i cugini francesi e spagnoli fanno coordinare la procedura ai rispettivi ministeri dell'Agricoltura.
Ovviamente alcuni considereranno il comportamento italiano controproducente, altri esemplare, anche se non possiamo non segnalarne la coerenza con l'immagine di qualità che da sempre contraddistingue il made in Italy nel mondo.
Non sappiamo se ciò sarà sufficiente per combattere la concorrenza delle carote (l'ortaggio più penalizzato dalla mancanza dell'1-3 dicloropropene) spagnole e francesi: nulla vieta comunque alle autorità italiane di ripensarci.
Per saperne di più
Decisione della Commissione del 20 Settembre 2007
Concernente la non iscrizione dell'1,3-dicloropropene nell'allegato I della direttiva 91/414/CEE del Consiglio e la revoca delle autorizzazioni di prodotti fitosanitari contenenti detta sostanza.
Decisione della Commissione del 20 Gennaio 2011
Concernente la non iscrizione dell’1,3-dicloropropene nell’allegato I della direttiva 91/414/CEE del Consiglio.
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Fonte: Agronotizie