Grande partecipazione di pubblico all'incontro 'La batteriosi dell'actinidia – le indicazioni per gli interventi autunnali' organizzato dal Creso presso il Centro ricerche per la frutticoltura a Manta (Cn). Oltre 400 frutticoltori nelle tre sale collegate in videoconferenza hanno seguito la presentazione delle strategie di difesa da adottare nella stagione autunno-invernale e gli aggiornamenti normativi.

L'assessore all'Agricoltura della Regione Piemonte, Claudio Sacchetto,  ha fatto il punto su come la Regione ha gestito l'emergenza Psa. E' stata istituita una cabina di regia che ha coinvolto tutti gli operatori del settore. Sono state prese decisioni condivise tradotte in normative cogenti sugli estirpi e il divieto di nuovi impianti. Sul fronte dei risarcimenti per gli estirpi e per i mancati redditi, l'Assessorato ha messo a disposizione 2 milioni 800mila euro. Le prime liquidazioni cominceranno ad arrivare entro l'anno.

L'assessorato ha investito in ricerca, aggiungendo risorse proprie al prezioso contributo di 80mila euro messo a disposizione dalla Fondazione Crt, che ha consentito di avviare un programma di sperimentazione svolto dal Servizio fitosanitario, dal centro di competenza Agroinnova dell'Università di Torino e dal Creso. Ha illustrato i prossimi passaggi normativi. Il divieto di realizzare nuovi impianti decadrà a fine anno. Nel 2012 si passerà dal divieto alla fase di 'impianti controllati'. Sarà infatti possibile impiantare nuovamente il kiwi nel rispetto di precise condizioni, precisate nel successivo intervento del Servizio fitosanitario.

 

La normativa

Chiara Morone del Settore fitosanitario regionale ha illustrato la normativa vigente in materia di batteriosi dell'actinidia (decreto ministeriale del 7 febbraio 2011), riprendendo i punti salienti sulle misure obbligatorie da adottarsi negli appezzamenti colpiti da Psa (asportazione delle piante colpite) e, successivamente, ha illustrato gli aggiornamenti sulla normativa regionale per il 2012.

Sarà infatti possibile realizzare nuovi actinidieti con materiale di propagazione derivante dai soli vivai autorizzati, le giovani piante dovranno essere dotate della etichetta prevista dal decreto vigente e gli agricoltori dovranno dichiarare al Settore fitosanitario l'avvenuta realizzazione del nuovo impianto, indicando i riferimenti cartografici e allegando etichette e fattura d'acquisto. In caso d'inosservanza di queste precise condizioni, l'azienda inadempiente sarà esclusa da qualunque forma di contributo previsto dal Psr.

 

 

La diffusione

Davide Spadaro di Agroinnova dell'Università di Torino, ha partecipato a una forma di talk show con il direttore del Creso, Silvio Pellegrino. Sono stati chiariti importanti aspetti bio-epidemiologici e l'illustrazione di alcuni dati ha generato non poco stupore. Il batterio Pseudomonas syringae pv actinidiae è stato isolato più di vent'anni fa nel continente asiatico e inizialmente la sua virulenza/patogenicità era modesta.

Una mutazione riscontrata a Latina nel 2008 (Psa -V) lo ha trasformato in un vero killer dell'actinidia, mettendone a rischio la sopravvivenza in tutto il pianeta. Il batterio ha una capacità di moltiplicazione impressionante, ogni venti minuti dà origine ad una nuova generazione e dopo solo 7 ore da una singola cellula se ne originano 2 milioni. Nel corso della sua moltiplicazione è in grado di mutare il suo genoma a seconda delle condizioni ambientali. La diffusione del batterio, oltre che con materiale propagativo infetto, avviene attraverso le piogge, il vento e altri vettori animali come gli uccelli e infine gli stessi uomini. Ancora da chiarire il ruolo del polline nella diffusione del batterio; infatti, nonostante il ritrovamento del patogeno su granuli pollinici, non vi sono ancora evidenze sulla sua capacità di trasmissione. Veicolato in modo particolare dall'acqua, il patogeno penetra all'interno delle pianta attraverso gli stomi fogliari, lenticelle ed in particolare da ferite di potature, gelo e grandine.

Solamente le elevate temperature estive sono in grado di ostacolarne la diffusione: infatti, pur presente, il batterio non riesce a moltiplicarsi e a diffondersi. Il Psa vive su superfici organiche e inorganiche. E' in grado di rimanere vivo sulla plastica (materiale inerte) per 8 giorni, sul legno per due settimane, sui residui colturali per due mesi. Sopravvive anche per brevi periodi nell'acqua e nel suolo. Le infezioni primarie si sviluppano in autunno-primavera quando temperature più basse e abbondanti precipitazioni, in presenza di ferite derivanti dal distacco dei frutti, dalla caduta delle foglie e dai tagli di potatura, spianano la strada alla diffusione della malattia.

 

La difesa

In conclusione, Graziano Vittone e Luca Nari del Creso hanno presentato le linee di difesa preventiva da adottare in autunno-inverno, periodo in cui il rischio di nuove infezioni è massimo. In questa fase i formulati rameici sono i farmaci di riferimento. Infatti, data la loro riconosciuta attività batteriostatica/battericida, la maggiore persistenza rispetto ad altri prodotti e l'assenza di fitotossicità a fine stagione vegetativa rappresentano il mezzo di difesa più appropriato. A seguito della raccolta dei frutti sono i peduncoli a rappresentare le principali vie d'ingresso del batterio e proprio questi devono essere adeguatamente protetti dagli attuali trattamenti.

A tal proposito il Creso, con la collaborazione dei tecnici dell'Agenzia 4A, ha realizzato una prova mettendo a confronto atomizzatori tradizionali e atomizzatori con particolari adattamenti che consentono una miglior bagnatura della parte interna delle piante (dove sono presenti i peduncoli). Inoltre, con la collaborazione dell'Istituto agrario di Verzuolo, Ipsaa, ha testato innovative forbici dotate di sistemi autodisinfettanti che consentono di annientare in tempo zero eventuali batteri presenti sulle lame.

 

L'incontro si è concluso con l'illustrazione delle attività di sperimentazione in corso di svolgimento grazie al contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Torino. Le prove iniziate a fine primavera stanno coinvolgendo più soggetti: Creso, Settore Fitosanitario regionale e Università di Torino. I primi risultati saranno disponibili a partire dall'inizio della prossima stagione vegetativa.

La scheda tecnica, con le indicazioni pratiche per gli interventi autunno-invernali e le presentazioni dei relatori si trovano sul sito: www.cresoricerca.it