Alla presenza di tutti gli attori principali della filiera, amministrazione regionale, ricerca e utenza, si è tenuto il 24 gennaio a Catania, la 'capitale' degli agrumi italiana, un seminario di approfondimento sui possibili rimedi alla malattia che sta colpendo gli agrumeti italiani.

Il Citrus Tristeza Virus (Ctv) ha già invaso tutto il mondo; responsabile della malattia è un virus appartenente alla famiglia Closteroviridae genere Closterovirus, con ogni probabilità asiatica; sta lentamente colonizzando agrumeti e giardini annientando le coltivazioni che utilizzano l'arancio amaro come portinnesto. Un'invasione silenziosa, ottimo esempio di quel fenomeno chiamato 'bioinvasione', che preoccupa sempre più biologi e virologi.

 

Sintomi

I sintomi in apparenza sono simili alle comuni manifestazioni di deperimento lento o veloce dovute alle cause più svariate. I ceppi di Ctv vengono classificati in agenti: mild o slow decline (Ctv-M), responsabili di infezioni asintomatiche o deperimenti lenti in piante di arancio dolce innestato su arancio amaro; stem pitting (Ctv-SP), responsabili di butteratura del legno in piante di arancio dolce e/o pompelmo; seedling yellows (Ctv-SY), responsabili di giallumi di piante di arancio amaro e nanismo di piante di arancio dolce innestato su arancio amaro; quick decline (Ctv-D), responsabili di deperimento rapido in piante di arancio dolce innestate su arancio amaro. Per tale motivo è denominata 'complesso della malattia da virus'.

 

Afide marrone
La trasmissione è dovuta principalmente all'uomo, con l'impiego di materiale di propagazione malato e agli afidi vettori, che fanno crescere al ritmo del 3-4% l'anno le infezioni. In pratica, una volta stabilitasi in un luogo, la malattia riesce a contagiare senza grosse difficoltà le altre piante. In quella cerchia muoiono o deperiscono lentamente di conseguenza tutte le altre piante. Inoltre, questa malattia prospera in ambienti urbani e agricoli anziché in habitat naturali.

Ctv è una malattia altamente distruttiva e ben si adattata al nuovo ambiente. Questo virus (a destra un ingrandimento al microscopio elettronico), scoperto nel 1955 in Italia, è stato trasportato attraverso il mondo nelle piantine: le sue infezioni sono oggi presenti in oltre un centinaio di luoghi.

Gli esperti sono convinti che sia solo questione di tempo: implacabile, rapida e quasi invisibile colonizzerà ben presto gran parte d'Italia causando gravi danni, soprattutto se arriverà anche in Italia l'afide marrone, già segnalato in Spagna nel 1995, che la trasmette in maniera cinque volte più veloce degli afidi già presenti in Italia.

 

La diffusione
Avviene per esempio attraverso i vivai, ma è anche aiutata da 'passaggi' inconsapevolmente offerti durante le operazioni di reinnesto e dal commercio globale incauto. I virus sono tra i più importanti fattori di mutazione delle specie e con la loro azione aiutano i cicli di evoluzione genetica.

C'è però un forte allarme tra i virologi agrumicoli per questi numerosi e repentini cambiamenti della composizione dei nostri agro-ecosistemi, ha spiegato nel corso dell'incontro Antonino Catara del Parco scientifico e tecnologico della Sicilia, che raggruppa ricercatori che si dedicano allo studio del comportamento del virus e delle sue basi biologiche.

Basti pensare che Ctv, segnalata ufficialmente per la prima volta in Sud Africa nel 1890, causa ogni anno danni stimati per milioni di euro. "E' probabile che siano già avvenute molte infezioni, ma che non siano state individuate a causa del normale periodo di latenza" ha detto Catara.

 

La gestione integrata
Individuare e ridurre l'incidenza dei ceppi più virulenti oggi è possibile mediante un monitoraggio fatto di saggi in serra e in laboratorio. Si tratta di una tecnologia costosa ma disponibile che riduce significativamente l'incidenza economica della malattia, mediante la progressiva sostituzione dell'arancio amaro/nesto infetto con i ceppi virulenti, con gli ibridi dell'arancio trifogliato, che conferisce i geni di tolleranza a Ctv-M.

Tuttavia, poiché gli ibridi non sono da considerare resistenti, si tratterebbe di attuare una gestione integrata, che tenderebbe a favorire l'equilibrio biologico del binomio portinnesto tollerante/Ctv-M ottenuto con piantine provenienti da vivai dotati di serre antiafidi e a loro volta esenti almeno dai ceppi più virulenti. Gerardo Diana, presidente di Confagricoltura siciliana, ha giustamente invocato quanto meno anche un rafforzamento delle barriere fitosanitarie, per evitare che continuino ad arrivare con questo ritmo insostenibile nuove avversità biotiche dal resto del mondo.

"Farò pressioni al livello europeo e nazionale per rivedere gli accordi sulle barriere fitosanitarie con i Paesi agrumicoli extra europei che ancora prevedono la possibilità di importare frutti di agrumi, possibile veicolo di altre gravi avversità biotiche" ha aggiunto l'assessore regionale delle Risorse agricole e alimentari Elio D'Antrassi, impegnandosi anche a lavorare per aggiornare il Decreto Ministeriale del 1996 "che ancora prevede un abbattimento indiscriminato di tutte le piante infette a prescindere dalla virulenza dei ceppi a spese esclusivamente dell'utenza e per sbloccare fondi già disponibili per la Sicilia per 12 milioni di euro in questa direzione".

 

La gestione integrata di Ctv in California
La Central California Tristeza Eradication Agency è un'agenzia privata ma ha un comitato pubblico di esperti provenienti dalla ricerca, dal servizio fitosanitario e dall'assistenza tecnica che fornisce le necessarie competenze scientifiche e tecniche. Il suo compito primario è gestire la Tristeza nella California Centrale.

In questa zona si trovano 78.000 ettari di agrumeti, distribuiti tra i distretti di Fresno, Kern e Tulare: una superficie paragonabile a quella delle tre provincie di Catania, Siracusa ed Enna. Tuttavia per la stessa superficie hanno un numero stimato di un decimo dei nostri agrumicoltori: circa 3000 contro i nostri circa 30.000.

Dal 1963 l'agenzia dà lavoro a 17 persone in maniera stabile e a più di 40 a tempo determinato. Per stimolare e premiare l'agrumicoltore alla collaborazione, l'agenzia dà un massimo di 50 dollari per ogni pianta rimossa risultata infetta. Un milione e mezzo di dollari l'anno é il bilancio annuale per farla funzionare, in parte con proventi di una tassa versata dagli stessi agrumicoltori.

Durante il periodo 2007-2008, questa agenzia ha monitorato circa 8000 ettari con 223.000 test 'Elisa'. Anche se la malattia ha provocato comunque la morte di 4 milioni di piante in cinquant'anni, adesso la California centrale ha un'agrumicoltura con portainnesti tolleranti ai ceppi blandi del virus, come i citrange, con quasi lo zero per cento di piante infette (anche se in un distretto nel 1996 hanno votato contro il pagamento della tassa e ora hanno un tasso del 3,5%, simile a quello italiano).