La difesa integrata del peperone è un esempio concreto in cui si crea un binomio tra mezzi di lotta convenzionali e sistemi biologici. Con una gestione fitoiatrica oculata si riescono a garantire produzioni a basso impatto ambientale, rispettose dei disciplinari di produzioni e dei limiti residuali chimici che la legge comunitaria impone, tutto ciò senza perdere di vista gli standard qualitativi sempre più elevati che il mercato richiede.
Le avversità sono numerose e diverse tra loro, infatti, i bersagli della difesa saranno funghi, batteri, virosi, insetti, acari e nematodi.
 
La più importante patologia è sicuramente la cancrena pedale (Phytophtora capsici) (vedi foto sotto) che può causare gravi fallanze alla coltura già nelle prime fasi dopo il trapianto, soprattutto in assenza di geofumigazioni o solarizzazione.
 
 
Cancrena del pedale
 
Quindi la profilassi è fondamentale e si può effettuare con trattamenti di propamocarb localizzati al colletto e al fusto, evitando ristagni idrici, facendo rotazioni colturali, utilizzando varietà e portinnesti ibridi non suscettibili e da non trascurare è la prevenzione microbiologica col Trichoderma spp.
 
Con l’arrivo dei caldi estivi diventa temibile l’oidio (Leveillula taurica), che si può prevenire con trattamenti a cadenza di 10-15 gg con il tradizionale, economico e sempre efficace zolfo bagnabile, in combinazione, nelle situazioni più gravi, con triazoli (miclobutanil, triadimenol, tebuconazolo, penconazolo), strobilurine (azoxystrobin, pyraclostrobin) o azotorganici (bupirimate), in funzione anche ad esigenze dovute a tempi di carenza e a residui nel prodotto finito.
 
Meno importante è la Botrytis cinerea, che attacca i frutti in condizioni particolarmente elevate di umidità e in genere quando sono già lesionati da altre cause, per cui la lotta non è consigliata. Tra le batteriosi ricordiamo la Maculatura batterica (Xanthomonas campestris pv. vesicatoria) sebbene a differenza del pomodoro, nel peperone sia meno diffusa.
 


Virus TSWV su frutto di peperone
  
Ben più gravi sono le virosi, che possono arrecare danni ingenti in termini di produzioni per la non commerciabilità che ne deriva dei frutti. Ricordiamo le più diffuse: TSWV, CMV, AMN, TMV, ToMV, PVY. Ovviamente si può solo prevenire il problema con l’utilizzo di varietà a media o alta resistenza, evitare il contatto tra piante con le tecniche colturali, eliminare le infette ai primi sintomi e soprattutto attuare una strategia di lotta efficace contro gli insetti vettori (tripidi, afidi, aleurodidi).

Tra questi ultimi, i primi a infestare la coltura ad inizio primavera sono gli afidi (Myzus persicae, Myzus varians, Aphis gossypii, Macrosiphum euphorbiae). In questo caso la lotta prevede l’utilizzo dei vari aficidi (imidacloprid, acetamiprid, thiamethoxam, pirimicarb, thiacloprid, pymetrozine). Il pymetrozine ha una certa importanza per la selettività verso il predatore orius laevigatus, fondamentale nella lotta al tripide (frankliniella occidentalis), vettore del TSWV.
 

 
Orius Laevigatus che preda un adulto di frankliniella occidentalis
 
Ancora di largo uso è lo spinosad, e non solo per il tripide, ma anche per l’azione larvicida sui lepidotteri.
I più presenti nelle colture di peperone sono le nottue (Heliotis armigera, Spodoptera littoralis) e la piralide (Ostrinia nubilalis). Con i primi caldi è utile per un buon monitoraggio installare le trappole a ferormoni. Ottimi risultati danno anche l’economico indoxacarb (per il bassissimo dosaggio) e il nuovo metaflumizone. Nel caso degli afidi invece si sta diffondendo il lancio dei parassitoidi come l’Aphidius colemani.
 
Parlando sempre di insetti utili non è da trascurare il Phytoseiulus persimilis, ottimo predatore del comune ragnetto rosso (Tetranychus urticea), che infesta, spesso in zone localizzate, la coltura in piena estate e che ha nell’abamectina un ottimo rimedio per l’efficacia, per la selettività verso l’entomofauna utile e per la rapida degradazione. Altri insetti particolarmente diffusi in estate sono gli aleurodidi (Trialeurodes vaporariorum, Bemisia tabaci), contro i quali si utilizzano gli aficidi che precedentemente abbiamo menzionato, come azione adulticida. Mentre il buprofezin e il pyriproxyfen (solo in serra) hanno un attività ovicida-neanicida. Sistemi di monitoraggio e di cattura massale sono le trappole cromotropiche gialle che spesso si notano fissate all’ingresso delle serre.
Tipica di fine estate è la diffusione della cimice verde (Nezara viridula), vulnerabile ai piretroidi, come la deltametrina.

Infine, un problema sempre più diffuso, sono i nematodi galligeni (Meloidogyne spp), e di sistemi validi oltre al geofumigante 1,3-Dicloropropene, sembrano essercene sempre meno. Ad azione repellente e nematodicida ci sono prodotti biologici interessanti come l’azadiractina o il Paecilomyces lilacinus.
 
A cura di Antonio Mazzella - socio di Antesia
 

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