Il bromuro di metile, il celebre fumigante utilizzato per la disinfezione del terreno, delle derrate immagazzinate e anche nel settore dei beni artistici, fa parte di quel gruppo di sostanze (tra cui vi sono anche i CFC, gli Halon, il Tetracloruro di carbonio, gli Hcfc e il metilcloroformio) considerate pericolose per la fascia di ozono, in quanto in grado di reagire con la molecola e, a lungo andare, di assottigliare lo strato protettivo che trattiene circa il 99% della radiazione UV solare, che, ricordiamo, è considerata responsabile dell’insorgenza di melanomi nell’uomo, della parziale inibizione della fotosintesi nelle piante e della riduzione del fitoplancton con i suoi negativi risvolti sulla catena alimentare marina. Pur essendo un fenomeno estremamente complesso e soggetto a variazioni naturali, appare abbastanza assodato che l’assottigliamento della strato di ozono della stratosfera osservato a partire dai primi anni 80 (circa 5% dal 1979 al 1990) è attribuibile al massiccio utilizzo delle appena citate ODS (Ozone Depleting Substances). Per scongiurare questa minaccia i paesi hanno sottoscritto dapprima la “Convenzione di Vienna per la protezione della fascia d’ozono” nel 1985 e successivamente il Protocollo di Montreal sulle sostanze lesive per la fascia d’ozono” nel 1987, che hanno dettato le misure per la salvaguardia dello strato di ozono, tra cui figura la progressiva riduzione della produzione e dell’utilizzo delle sostanze ODS.

La comunità europea, che già nel 1980 (decisione 80/372/CEE) e nel 1982 (decisione 82/795/CEE) aveva già iniziato ad occuparsi di queste sostanze, aderisce ai due trattati con la decisione 88/540/CEE (pubblicata sulla GUCE L297 del 31/10/1988). Con il regolamento 3322/88/CE la limitazione, inizialmente prevista per due sole sostanze (CFC 11 e CFC 12) si estende ad altri CFC e agli Halon. Dal 1991 (regolamento 594/91/CE, modificato nella tempistica dal regolamento 3952/92) tocca al Tetracloruro di carbonio, all’1.1.1.-tricloroetano e agli HCFC. Il bromuro di metile inizia ad essere preso in considerazione nel 1994 (regolamento 3093/94) quando è stato imposto ai produttori di non superare i quantitativi prodotti nel 1991, per poi ridurli al 75% di quel valore a partire dal 1998. I produttori e gli importatori abilitati a tale utilizzo vengono pubblicati ogni anni in apposite decisioni (97/461/CE, 98/27/CE, 99/58/CE e 2000/379/CE). A partire dal 2000, con il regolamento 2037/2000/CE si decide infine che la produzione di bromuro di metile dovrà gradualmente ridursi sino ad azzerarsi al 31 dicembre 2004. Il progresso tecnico non è tuttavia riuscito a rimpiazzare totalmente l’utilizzo del bromuro di metile nella comunità e specialmente in Italia, di gran lunga il principale utilizzatore. La decisione 2005/625/CE nel 2005 ha infatti consentito l’utilizzo in Italia di quasi 1500 tonnellate di Bromuro di metile, a fronte di una richiesta di quasi 2300, pari al 52,34% del totale comunitario.

Nel 2006 i quantitativi di bromuro di metile che verranno impiegati nella Comunità Europea per gli usi cosiddetti “critici”, notificati nella decisione 2006/350/CE del 28 aprile 2006, saranno pari a circa 1600 tonnellate (il 57% del 2005), di cui 915 solo in Italia, pari a quasi il 57% del totale del 2006 e a quasi il 63% di quanto utilizzato nel 2005, segno che il tasso di sostituzione della sostanza è, una volta ancora, inferiore a quello della media europea. Come dettagliato nella tabella sottostante, l’impiego dove appare più difficile fare a meno del bromuro di metile sono indubbiamente i pomodori in coltura protetta (oltre il 54% del totale degli usi nel 2006 con una riduzione rispetto all’anno precedente del 26%, rispetto alla riduzione media europea del 42%). Da notare che gli utilizzi nei settori non agricoli devono sottostare alle regole della direttiva biocidi (98/8/CE) che prevedono che nel caso del bromuro di metile, sostanza attiva per la quale nessun produttore e nessuno stato ha manifestato interesse (ovviamente per il suo destino già segnato), la commercializzazione e l’impiego (in questo caso sono fasi pressoché contemporanee) debbano terminare il 1° settembre 2006, a meno che non vengano concesse proroghe per usi cosiddetti “essenziali”, cui la revisione degli agrofarmaci ci ha abituato. Secondo voci autorevoli, il 2007 dovrebbe essere l’anno della completa sostituzione del bromuro di metile con soluzioni più rispettose dell’ambiente, speriamo nella salvaguardia delle nostre produzioni agricole tipiche.

Tabella 1. Riepilogo quantità di Bromuro di metile utilizzabili in Italia nel 2006 (dati in kg).

Categorie di usi critici ammesse

2005

2006

% nel 2006

2006 vs 2005

 Pomodori (protetti)  

671.000

495.000

54,10

-26,23

 Fiori recisi (protetti)  

162.000

74.000

8,09

-54,32

 Fragole (protette)  

130.000

75.000

8,20

-42,31

 Meloni (protetti)  

112.000

38.000

4,15

-66,07

 Peperoni (protetti)  

111.000

73.000

7,98

-34,23

 Melanzane (protette)  

96.000

40.000

4,37

-58,33

 Stoloni di fragole  

78.000

60.000

6,56

-23,08

 Mulini e imprese agroalimentari  

89.600

55.000

6,01

-38,62

Manufatti

4.180

5.000

0,55

19,62

Totale

1.453.780

915.000

100,00

-37,06