Dal 2018, grazie alle politiche della Commissione europea per i novel food, si sono aperte interessanti opportunità per l'utilizzo degli insetti nella produzione di mangimi, impiegati soprattutto come alternativa sostenibile alla farina di pesce, una componente fondamentale che viene importata in grandi quantità in Italia e in Europa.
In questa ottica, lo scorso 27 marzo si è tenuto nel campus Agripolis di Legnaro (Pd), il convegno di chiusura del progetto Insect feed chick che abbiamo già descritto in un altro articolo (Gli insetti in alimentazione animale).

Alla chiusura del convegno, il dottore Giuseppe Tresso ha spiegato brevemente il concetto di insetticoltura in economia circolare sviluppato dalla Bef biosystems. Tale progetto ha ottenuto un certificato di eccellenza dalla Commissione europea sotto il programma Horizon 2020, progetto 756102, dal titolo: Bef-bugs for environment and feed (insetti per l'ambiente e l'alimentazione).
Il progetto è iniziato nel 2015 con la realizzazione di uno studio di fattibilità cofinanziato dalla Regione Piemonte denominato Bomb-HI, patrocinato della Fao, che ha visto collaborare gli attuali partner della Bef biosystems con il dipartimento delle Scienze agrarie e forestali dell'Università di Torino, con il Cnr-Ismac e con tre imprese piemontesi.

In considerazione degli ottimi risultati, si quindi è avviata una attività di ricerca sperimentale e prototipazione, gestita direttamente nel corso degli ultimi tre anni. Le tecnologie sono state progettate e realizzate direttamente in base ai dati ottenuti nel corso delle sperimentazioni (Foto 1).
 
Impianto pilota di insetticoltura intensiva in scala 1:4
Foto 1: L'impianto pilota di insetticoltura intensiva in scala 1:4, installato nella sede aziendale
(Copyright Bef biosystems, riprodotto con autorizzazione)
 
L'idea generale del progetto consiste nell'utilizzare il calore residuo delle centrali di biogas e biomasse agricole per riscaldare dei moduli di allevamento degli insetti. Gli insetti vengono alimentati intensivamente con biomasse agroalimentari di scarto, quali ad esempio resti di frutta e verdura, scarti di farine non adatti per l'alimentazione, ecc. Dopo un breve ciclo (due settimane circa) le larve sono pronte per l'essiccazione e ulteriore lavorazione. Le larve essiccate di insetti, solitamente di mosca soldato nera (Hermetia illucens) oppure di tenebrione mugnaio (detto anche tarma della farina, Tenebrio molitor), sono ricche di proteina e grasso. Esse possono servire come materia prima per diversi scopi industriali: alimentazione di pesci, estrazione di proteine e grassi per alimentazione animale o per cosmetica, produzione di biopolimeri, ecc. (Foto 2). Gli scarti (deiezioni degli insetti, resti del substrato di alimentazione parzialmente consumato) vanno immessi nel digestore, come qualsiasi altro sottoprodotto agricolo, chiudendo il ciclo.

Schema del ciclo di economia circolare proposto dal progetto Bef
Foto 2. Schema del ciclo di economia circolare proposto dal progetto Bef
(Copyright Bef biosystems, riprodotto con autorizzazione)

Si prevede che il primo impianto di insetticoltura a scala industriale, chiamato Bugsfarm (fattoria di insetti, Foto 3) entrerà in funzione nei prossimi mesi a Casalnoceto (Al), presso l'azienda agricola Razza di San Carlo. Le Bugsfarm rappresentano le unità locali di una rete che collabora a livello territoriale nel recupero degli scarti organici e nella loro bioconversione, valorizzando il calore co-generato negli impianti di biogas o a biomasse. Il calore, infatti, è necessario per il funzionamento dei singoli Bioconverter.

Ogni Bugsfarm è in grado di trasformare 2.100 tonnellate di sottoprodotti organici all'anno. Le aziende agricole gestiranno poi direttamente il residuo di alimentazione (nel proprio digestore o impiegandolo come ammendante) mentre le larve sviluppate verranno ritirate dalla Bef biosystems per la estrazione delle componenti lipidiche e proteiche. Ogni Bugsfarm dovrebbe garantire in media una produzione finale di circa 170 tonnellate all'anno, tra olio e farina proteica.
 
Schema dei modulo che costituiscono un Bugsfarm
Foto 3: Schema dei modulo che costituiscono un Bugsfarm
(Copyright Bef biosystems, riprodotto con autorizzazione)

Proponiamo ai nostri lettori il video della presentazione completa del progetto Bef-bugs for environment and feed durante il seminario ad Agripolis.

 

Conclusioni

L'approccio italiano allo sfruttamento del biogas, basato sul modello tedesco, ha comportato finora la costruzione di circa 1.500 impianti per generazione elettrica. Tale modello è stato difeso da alcuni e questionato da altri, e sull'argomento ci siamo già espressi in altri articoli, segnalando le informazioni inesatte degli uni e degli altri (si vedano I "comitati del no" ed il vademecum biogas e biomasse, Il biogas fatto bene si potrebbe fare meglio, Quale futuro per le bioenergie nella prossima legislatura?).

Al di là delle posizioni ideologiche di ciascun bando, un fatto tecnico è assolutamente inopinabile: la digestione anaerobica e la combustione di biomasse agricole, finalizzate esclusivamente alla produzione elettrica, comportano inevitabilmente lo spreco di circa il 60% dell'energia primaria delle biomasse di partenza, sotto forma di calore residuo. L'insetticoltura si presenta dunque come una interessante opportunità per ridurre tale spreco energetico, generando proteine per alimentazione animale a partire da biomasse di scarto anziché da colture proteiche quindi, in definitiva, con minore impatto ambientale complessivo.


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