Se n'è fatto un gran parlare a fine 2017, quando a Bruxelles si è deciso di inserire nelle norme sui nuovi alimenti (novel food, secondo la dizione anglosassone) anche gli insetti, pur limitandone l'attenzione a poche specie, come la mosca soldato o il tenebrione mugnaio.

Il perché di questo interesse per gli insetti, come approfondito da AgroNotizie, è in gran parte legato alla necessità di trovare nuove fonti proteiche per far fronte alla maggiore richiesta di cibo con l'aumentare della popolazione mondiale.
Ma dopo tanto parlarne, di insetti nell'alimentazione degli animali, e tantomeno dell'uomo, non v'è traccia. Il perché sta nella mancanza dei regolamenti applicativi, ancora da completare, cosa che potrebbe avvenire entro fine anno.
 

Un progetto per gli insetti

Per giungere preparati a questo appuntamento, conoscendo limiti e opportunità che gli insetti possono offrire, tecnici, ricercatori e imprenditori del settore si sono incontrati nei pressi di Padova, al Campus di Agropolis (la rete degli istituti agrari).

L'occasione è venuta dal convegno che ha concluso la serie di incontri che su questo argomento sono stato organizzati da Insect feed chick, progetto che nasce, come spiegato da Alberto Sartori che ne è il coordinatore, con l'obiettivo di sviluppare l'allevamento degli insetti come fonte nutrizionale, in particolare per le specie avicole.
 

Fonte di proteine

Moderati da Mario A. Rosato di AgroNotizie, e da Ilenia Cescon de L'Informatore Agrario, i lavori hanno spaziato dalle caratteristiche nutrizionali degli insetti agli aspetti tecnologici del loro allevamento, passando per le strettoie legislative che ancora ne limitano l'impiego.

Gli aspetti nutrizionali sono stati presi in esame da Antonella Dalle Zotte dell'Università di Padova, che ha evidenziato la forte presenza di proteina grezza nelle farine ottenute da insetti. Proteine, si è detto, che presentano buone sequenze di aminoacidi essenziali, cosa che le rende una valida alternativa alla farina di soia nell'alimentazione avicola.

Sul fronte dei grassi la situazione è un po' diversa, in quanto la soia ha una discreta presenza di grassi insaturi, mentre la farina di insetti ha un maggior contenuto in acidi grassi saturi.

Le prove di inclusione della farina di insetti nella dieta dei broiler non hanno evidenziato problemi di carattere sanitario, nemmeno a livelli elevati. L'indice di conversione degli alimenti si mantiene a livelli analoghi o persino superiori a quelli ottenuti con diete standard. Va tuttavia prestata attenzione alla qualità delle carni, dove si può avere una modificazione nella composizione della parte grassa.

Nelle ovaiole si è vista in alcuni casi una diminuita appetibilità, ma un aumento della ovodeposizione quando la farina di pesce è stata sostituita con farina di Tenebrio molitor. Immutata la qualità delle uova prodotte.
 

Quali substrati

Un elemento da tenere in considerazione è la grande variabilità dei contenuti nutritivi nelle farine di insetti, variabilità che non dipende solo dalla specie utilizzata, ma anche dal substrato utilizzato per il loro allevamento.

A proposito di substrati utilizzabili, Paolo Camerotto, referente per la Regione Veneto del settore alimenti per gli animali, ha ricordato che la scelta del substrato è un elemento chiave per evitare contaminazioni microbiche e tossicologiche.

Per questo motivo la legislazione europea vieta l'impiego di reflui zootecnici, come pure di residui della lavorazione delle carni. Divieto che vale anche per gli scarti di cucina da destinare agli impianti di compostaggio.

Al momento, è stato ricordato, l'impiego delle farine di insetti è ammesso solo per l'alimentazione delle specie ittiche o per gli animali che non entrano nella catena alimentare dell'uomo.


Vincoli burocratici

Su quali siano i substrati sicuri per l'allevamento degli insetti si è soffermato Nathan MeiJer dell'Università di Wageningen, in Olanda.
Per procedere con l'allevamento degli insetti non è tuttavia sufficiente scegliere il substrato ammesso, occorre anche registrare l'allevamento, procedura che non è stata ancora codificata e che per il momento vincola la nascita di nuovi allevamenti.
 

Gli insetti utili

Intanto si può fare riferimento alla normativa europea che si occupa dei novel food, anche se il termine "nuovo", secondo Gabriele Baldan dell'Istituto Duca degli Abruzzi di Padova, non è particolarmente adatto al caso degli insetti, da sempre noti e il cui impiego non è certo di oggi, come dimostra la produzione di miele o l'impiego di coloranti ottenuti dalle cocciniglie.

Che il mondo degli insetti abbia in più occasioni dimostrato vantaggi per le attività dell'uomo lo ha messo in luce l'intervento di Ferdinando Baldacchino dell'Enea di Matera, ricordando come la lotta alla mosca della frutta sia stata attuata introducendo maschi sterili.

Sebbene l'allevamento di insetti per le più svariate esigenze sia una pratica nota da tempo, non mancano le difficoltà da superare pensando a produzioni massive.
Le variabili da prendere in esame sono molte, dalla luce all'umidità ambientale al tipo di substrato. Poi va gestita la densità, per evitare fenomeni di cannibalismo o le infestazioni da insetti antagonisti.
 

Limiti economici

Su tutto pesa infine l'aspetto economico, come puntualizzato da Enzo Moretto, direttore di Esapolis.

I processi di produzione devono ancora essere ottimizzati per sostenere la concorrenza di altre fonti proteiche, come quella della soia o del mais, che comunque non possono essere sostituite completamente, in quanto apportano una indispensabile quota di fibre e carboidrati.

Molti gli insetti che si prestano all'allevamento per ottenere farine proteiche e fra questi la mosca soldato, ma sono numerose le altre specie in grado di ottimizzare la trasformazione dei diversi substrati.
 

Settore in crescita

Della crescita degli allevamenti di insetti ne è convinto assertore Danilo Marandola del Crea - rete rurale nazionale, secondo il quale questo segmento troverà presto uno sviluppo, sostenuto anche dalle politiche comunitarie in tema di produzioni proteiche.

Purché si superino con rapidità i vincoli normativi ancora esistenti.
Più complicato sarà probabilmente superare alcune barriere culturali, in particolare quando gli insetti sono proposti per l'alimentazione dell'uomo.


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