I risparmi più significativi dal punto di vista energetico potrebbero essere fatti a livello di trasformazione dei prodotti agricoli, ma anche l'agricoltura può fare la propria parte. Una delle attività più 'sprecone' è l'irrigazione, dove l'Enea stima un possibile risparmio energetico del 25%. Gli investimenti per l'ammodernamento degli impianti non devono essere viti però solo come un costo, perché ridurre il consumo di energia significa risparmiare denaro, anche se il tempo di ritorno dell'investimento richiede diversi anni.
Enea e Università di Bari hanno realizzato un impianto dimostrativo (Adriacold) per il raffrescamento delle serre, che si basa sulla tecnologia 'solar cooling' che sfrutta i raggi del sole per produrre acqua refrigerata per la climatizzazione estiva delle coltivazioni indoor. Sempre in serra Enea ha sviluppato anche sistemi di illuminazione a basso impatto energetico basati su led alimentati da energia fotovoltaica (all'interno del progetto Serra Building). Non dimentichiamoci infatti che le coltivazioni indoor sono quelle più energivore con un rapporto tra energia contenuta nel prodotto ed energia immessa per produrlo pari a 0,04, contro 1,23 delle coltivazioni in campo aperto.
Nelle serre Enea le piante crescono con sistemi idroponici che permettono incrementi della produttività del 1.000%. E la vegetazione è usata anche per migliorare l'isolamento termico degli edifici. Le piante sono fatte crescere su tetti e pareti proteggendo il microclima interno alle serre.
“È necessario attivare nuove strategie produttive ed industriali da integrare all’interno del sistema agricolo-alimentare che, accanto all’ottimizzazione tecnologica, siano in grado di privilegiare il rispetto delle risorse naturali di energia, acqua, suolo e atmosfera”, ha sottolineato Tullio Fanelli, vice direttore generale dell’Enea. “In questo contesto svolgiamo un ruolo chiave per le amministrazioni locali per elaborare nuovi paradigmi energetici e di sviluppo, e sinergie con le istituzioni’’.
In collaborazione con Legacoop, Confagri e altri centri di ricerca Enea ha realizzato una guida alla diagnosi energetica per le imprese. Tesla (Transfering Energy Save Laid on Agroindustry), questo il nome del progetto, permette alle aziende di valutare il proprio fabbisogno energetico e il modo in cui questo viene soddisfatto. L'obiettivo, ovviamente, è rintracciare sprechi e mettere in campo le tecniche migliori per ridurli.
Anche l’agricoltura biologica può contribuire a consumare meno energia e ad emettere meno Co2 in atmosfera. “L’agricoltura biologica taglia i consumi energetici dell'agricoltura e dell'industria alimentare di almeno il 25% rispetto all’agricoltura convenzionale”, ha sottolineato il presidente di Aboca, Valentino Mercati. “E' importante anche perché è in grado di conservare il carbonio nel suolo attraverso i residui vegetali e di consumare Co2 mediante la fotosintesi clorofilliana. Inoltre, non utilizzando fertilizzanti e fitosanitari di sintesi, assicura una completa biodegradabilità degli input impiegati, non inquina le falde acquifere e quindi ci permette di risparmiare anche sui costi di depurazione”.
L'Enea ha firmato un accordo con il ministero delle Politiche agricole per promuovere l’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti rinnovabili nel settore agricolo, forestale e nell’agroindustria. Il Protocollo mira a migliorare l’efficienza energetica nel sistema agricolo-alimentare, diminuirne gli impatti ambientali e rafforzare il trasferimento di know-how e metodologie innovative, anche attraverso attività di informazione e comunicazione sui consumi di energia.