Cambio indiretto dell’uso dei suoli per consentire una produzione su scala sempre più vasta dei biocarburanti nell’ottica del target europeo che stabilisce un 10% di combustibili alternativi nei trasporti (in gran parte di origine vegetale). Quali conseguenze avrà questo fenomeno sul clima? Permetterà di ridurre davvero, come si ripromette l’Unione europea, le emissioni climalteranti o le farà addirittura aumentare? Che impatto avrà su foreste ed ecosistemi naturali ai quali potrebbe sottrarre spazio? E sulle economie rurali?

Il delicato tema è affrontato in un rapporto adottato oggi dalla Commissione europea. Il documento, frutto di due anni di analisi, ammette che i cambiamenti indiretti nell’uso dei suoli possono ridurre i benefici sperati in termini di abbattimento dei gas serra, ma su questo punto sono ancora troppe le incertezze. Perciò, l’esecutivo Ue realizzerà un’analisi d’impatto che prenderà anche in considerazione eventuali modifiche degli obiettivi in vigore. In ogni caso, il tema dovrà essere affrontato con un approccio fondato sul principio di preoccupazione.

Lo hanno spiegato il commissario all’Energia, Günther Oettinger, e quello all’Azione per il clima, Connie Hedegaard. “Gli effetti delle modifiche indirette nell’uso dei suoli devono essere prese in debita considerazione nelle politiche sui biocarburanti al fine di evitare indesiderati effetti collaterali”, ha sostenuto il primo. Per Hedegaard, in definitiva, è importante evitare che la cura (i biocarburanti) si riveli peggiore del male da curare (il global warming).

La Commissione si concentrerà ora sull'analisi approfondita di una serie di approcci per affrontare il problema, analisi che sarà presentata al più tardi a luglio dell'anno prossimo. Secondo uno studio pubblicato di recente da un cartello di associazioni ambientaliste (Greenpeace, ActionAid, Bird Life International, Client Earth, European environmental Bureau, Fern, Friends of the Earth Europe, Wetlands International, Transport & Environment), gli obiettivi comunitari in materia di biocarburanti causeranno in tutto il mondo il cambio d'uso di 69mila km² di suolo nei prossimi dieci anni.

Per ottenere gli spazi necessari alla produzione di biocarburanti sarà dunque necessario destinare alle colture energetiche un'area pari a due volte il Belgio, mettendo in serio pericolo foreste, ecosistemi naturali e comunità più povere. Gli obiettivi europei causeranno, quindi, un'emissione aggiuntiva di gas serra compresa tra 27 e 56 milioni di tonnellate, l'equivalente di 12-26 milioni di nuove auto in circolazione.