Il commissario Dimas ha dichiarato: 'Le recenti riduzioni delle emissioni nell'Ue-15 ci confermano che saremo in grado di raggiungere l'obiettivo per noi previsto dal protocollo di Kyoto. Il fatto che ancora una volta nel 2007 si registri una notevole riduzione delle emissioni in oltre la metà degli Stati membri dell'Ue-15 ci porta a concentrare i nostri sforzi sulla conclusione di un ambizioso accordo globale sul clima per il periodo successivo al 2012 nell'ambito della conferenza di Copenaghen in dicembre. Tale accordo costituirà l'ambito per procedere a riduzioni delle emissioni a livello mondiale in futuro'.
Egli ha quindi aggiunto: 'Sebbene nel 2007 la riduzione delle emissioni nell'Ue-15 fosse in parte dovuta a condizioni atmosferiche favorevoli in alcuni Stati membri, la tendenza al calo negli ultimi tre anni indica che iniziano a dare frutti le politiche e le misure proattive in materia di clima adottate a livello nazionale e dell'UE in seguito a Kyoto. Il pacchetto su clima ed energia approvato il mese scorso garantirà negli anni a venire riduzioni ancora più rilevanti'.
Tendenza al calo delle emissioni a fronte di una crescita economica Il calo dell '1,6% nelle emissioni dell'Ue-15 tra il 2006 e il 2007 si contrappone ad un incremento del 2,7% del Pil nello stesso periodo.
Ciò significa che l'Ue è riuscita a scindere ulteriormente le emissioni dalla crescita economica. Le emissioni erano diminuite anche nel corso dei due anni precedenti, dello 0,9% nel 2005 e dello 0,6% nel 2006.
Il principale fattore di riduzione delle emissioni nel 2007, per 64 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, è stato il calo di emissioni degli utenti domestici, a causa di temperature più miti, delle industrie manifatturiere e del settore siderurgico. Sono invece aumentate le emissioni provocate da refrigerazione e condizionamento d'aria.
Nella maggior parte dei settori è stata registrata una riduzione delle emissioni nel periodo che va dall 'anno di riferimento al 2007. Le emissioni del settore industriale sono calate del 14,1%, quelle del settore dell'energia senza i trasporti del 7,4%, quelle dovute all'uso di solventi e di altri prodotti del 23,7%, quelle dell'agricoltura dell'11,3% e quelle provocate dai rifiuti del 38,9%. Sono invece aumentate del 23,7% le emissioni causate in genere dai trasporti e del 24,7% quelle provocate dai trasporti su strada.
Nell'Ue-27 le emissioni sono scese dell'1,2% nel corso dell'anno. Pertanto sono calate del 12,5% rispetto al livello dell'anno di riferimento, che per alcuni Stati membri non è il 1990, e del 9,3% rispetto ai livelli del 1990. La riduzione rispetto al 2006, pari a 59,4 milioni di tonnellate di CO2, equivalente, è in larga misura attribuibile agli stessi motivi indicati per l'Ue-15. Gli aumenti di emissioni nell'Ue-27 sono stati registrati nei settori dei trasporti, della produzione di cemento e della produzione pubblica di energia elettrica e di calore nonché della refrigerazione e del condizionamento d'aria. Il protocollo di Kyoto non prevede un obiettivo di riduzione delle emissioni per l'Ue‑27 poiché all'epoca gli Stati dell'Ue-12 non facevano ancora parte dell'Unione.
Tuttavia, tutti gli Stati dell'Ue-12 si sono impegnati a titolo individuale nell'ambito del protocollo di Kyoto a ridurre le emissioni del 6% o dell'8% rispetto ai livelli dell'anno di riferimento, con l'eccezione di Cipro e Malta che non hanno alcun obiettivo. I dati sono stati compilati dall'Agenzia europea dell'ambiente e presentati alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).
Ulteriori informazioni Agenzia europea per l'ambiente: www.eea.europa.eu