L'Unione europea si prepara ad approvare il progetto per aumentare l'utilizzo di energia rinnovabile, ma Spagna e Germania hanno gelato gli entusiasmi con una missiva comune inviata alla Commissione europea nella quale sottolineano che le misure di liberalizzazione del mercato potrebbero rivelarsi controproducenti e addirittura nocive per i modelli energetici alternativi già esistenti nei due Paesi. I governi di Berlino e Madrid si oppongono in particolare alla proposta dell'Ue, che incoraggia le aziende a scambiare energie rinnovabili prodotte con sole, vento, acqua o biomasse. Secondo tedeschi e spagnoli, sia che il sistema sia obbligatorio o volontario, metterà in pericolo o danneggerà i sistemi esistenti in Europa, che garantiscono i prezzi e l'accesso alla rete elettrica per le imprese dell'energia rinnovabile, come gli impianti eolici. 'Questo metterà in pericolo lo sviluppo ben riuscito delle energie rinnovabili e non è accettabile dai nostri governi', si legge nella missiva inviata al commissario europeo per l'energia Andris Piebalgs. 'I governi e non le compagnie devono controllare le politiche in materia di energie rinnovabili, è stata data a loro la responsabilità di realizzare obiettivi numerici che hanno per obiettivo quello di lottare contro i cambiamenti climatici'.
La lettera ispano-tedesca ha subito avuto l'appoggio di Latvia, il secondo più grande produttore europeo di energie rinnovabili, e dalla presidenza di turno slovena dell'Unione europea. Com'è noto, l'Ue dovrebbe raggiungere entro il 2020 il 20% di elettricità prodotta da fonti rinnovabili, con un bel balzo rispetto all'attuale 8,5%, nel 2020, e anche diverse associazioni ambientaliste si chiedono come sia possibile raggiungere questi obiettivi permettendo alle compagnie private di scambiare energie rinnovabili. Secondo il commissario Ue all'ambiente Stavros Dimas, il progetto di Bruxelles non azzererà il sistema fin'ora utilizzato in Germania e Spagna: 'Non inquietatevi. Ci assicureremo che la Germania possa conservare il suo sistema senza restrizioni future'. Questo non significa che la Commissione Ue rinuncerà all'idea degli scambi dei certificati di energia rinnovabile, ma secondo Dimas 'li costruiremo in maniera tale che non nuocciano ai sistemi nazionali di promozione delle energie rinnovabili della Germania o di altri Paesi. E' una promessa'.