La Svizzera è il Paese del continente europeo che più si affida alle consultazioni dirette, tramite referendum, per decidere su importanti questioni nazionali. Per esempio, a giugno venne respinta la proposta di abolire gli agrofarmaci di sintesi nella Confederazione. In tale occasione gli Elvetici si espressero per il 61% in modo avverso a tale posizione ideologica, contro un 39% che avrebbe invece voluto il bando.

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Svizzera: respinto il referendum anti pesticidi

 

Tale percentuale si è poi riconfermata anche recentemente su temi non agricoli, bensì molto più delicati, come per esempio l'adozione del Green Pass come misura di contrasto a covid-19. Anche in tal caso è stata pari al 62% la componente popolare elvetica che si è espressa in favore di tale misura.

A conferma di come spesso le maggioranze siano silenziose in piazza, ove di solito dominano le minoranze più chiassose, ma si esprimono chiaramente quando chiamate alle urne. Ciò è avvenuto anche in tema di genetica agraria, fronte sul quale la maggioranza si è però espressa a sfavore.

 

La Svizzera e gli Ogm

La moratoria sugli Ogm venne decisa nel 2005, con il 56% dei voti popolari schieratisi contro le biotecnologie, allora esclusivamente transgeniche. Tale blocco è stato poi riconfermato altre tre volte nel tempo. Unico partito svizzero a favore delle biotecnologie agricole è di fatto il PLR, acronimo di Partito liberale radicale, convinto che l’esclusione degli Ogm dall’agricoltura elvetica sia un’occasione persa per la competitività agro-alimentare della Confederazione. 

Il PLR è peraltro tutto tranne che marginale in Svizzera visto che nelle ultime elezioni, nel 2019, ha ottenuto il 15,1% dei voti, conquistando 29 seggi su 200 al Consiglio Nazionale, ovvero la “Camera Bassa”, e 12 seggi su 46 al Consiglio degli Stati, la “Camera Alta". Qualcosa di simile alle italiane Camera e Senato. Insieme, i due organismi costituiscono l’Assemblea Federale, cioè il Parlamento svizzero. Quindi, l’appoggio politico agli Ogm in Svizzera appare ampiamente superiore a quello che si registra nel Belpaese, ove il fronte tanti biotech è da sempre trasversale lungo la quasi totalità dei movimenti e dei partiti. 

Notizia interessante, il 2 dicembre scorso il Consiglio degli Stati avrebbe votato nuovamente la moratoria agli Ogm, estendendola a tutto il 2025, con qualche apertura però verso le varietà ottenute tramite le moderne tecniche di genome editing. In tale decisione ha pesato in modo decisivo il voto di Thomas Hefti, del PLR appunto, e presidente della Camera Alta stessa. La moratoria con “eccezioni” è quindi passata per un pelo: 22 voti contro 21, registrandosi anche due astensioni. Durante le consultazioni, oltre al PLR come partito, solo il Cantone San Gallo si era schierato contro il proseguimento della moratoria e a favore degli Ogm. 

Sono ovviamente aperture di sottili spiragli, per giunta esterni alla comunità europea. Però tale eccezione appare un segnale di alto valore simbolico cui si spera ne giungano altri di maggior peso internazionale.