Il nuovo sistema si chiama Airfloating® e permette di realizzare la coltivazione aeroponica a ciclo completamente chiuso, riuscendo a far risparmiare fino al 95% dell'acqua necessaria rispetto ad una coltivazione in campo, con una riduzione anche dell'uso di fertilizzanti e l'azzeramento dell'uso di fitofarmaci.
A brevettare questo nuovo sistema è stata l'azienda Edo Radici Felici Srl di Colle Val d'Elsa, in provincia di Siena, che ha puntato tutta la sua attività sulla coltivazione aeroponica, insieme anche all'agricoltura verticale.
Per farci spiegare di cosa si tratta questo nuovo sistema brevettato abbiamo intervistato Andrea Pezzoli, che di Edo Radici Felici Srl è il presidente del consiglio di amministrazione.
Pezzoli, innanzi tutto ci spieghi meglio cosa è e come funziona l'aeroponica.
Che tipo di coltivazioni possono essere fatte in aeroponica?
"Le piante coltivate con l'utilizzo del sistema aeroponico hanno la stessa fisiologia delle piante coltivate nel terreno, richiedono le stesse sostanze nutrienti che posso controllare fornendole in modo più accurato e secondo le reali necessità della pianta. Per questo si possono produrre praticamente tutti i prodotti ortofrutticoli e florovivaistici, tranne quegli che si sviluppano come piante arboree. Solitamente si coltivano piante che hanno un ciclo colturale massimo di un anno, ma c'è chi ha raccolto basilico da piante mantenute nel nostro impianto per oltre due anni".
Il vostro sistema Airfloating® cosa va a migliorare?
"L'Airfloating® è un brevetto d'innovazione a carattere incrementale del processo produttivo agricolo, che attualizza idee primigenie migliorandone l'efficienza (aeroponica e floating system): consiste nell'essere riusciti a creare un sistema di vasche contigue ma separate contenenti diverse soluzioni nutritive, su cui stazionano le piante nelle diverse fasi di accrescimento.
Il sistema riesce contemporaneamente a nebulizzare la giusta soluzione nutritiva sulla radice della pianta secondo lo stadio fenologico raggiunto: questo ci permette di ottenere prodotti funzionali e nutraceutici (aggiungendo o togliendo sali minerali nella soluzione), a bassa carica microbica e a basso contenuto di nitrati, nichel free e esenti da metalli pesanti. Oltre ad un notevole risparmio d'acqua e soluzione nutritiva (oltre il 95% rispetto alla coltivazione tradizionale a terra) il sistema Airfloating® impedisce il rilascio nel terreno di elementi chimici inquinanti, elimina i substrati che a fine ciclo risultano rifiuti speciali, riduce i problemi di ipossia e asfissia radicale oltre all'insorgenza di patologie di tracheomicosi o dovute a nematodi".
Voi oltre a brevettare questo sistema siete anche coltivatori aeroponici? O questa innovazione pensate di venderla?
"Non siamo coltivatori, lasciamo fare a ciascuno il proprio mestiere: la nostra società affianca il produttore agricolo per la gestione del sistema di coltivazione aeroponico (progettato sulle specifiche esigenze dell'agricoltore e costruito chiavi in mano), trasferendo il know how acquisito in anni di ricerca con la collaborazione del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agroambientali dell'Università di Pisa. La filiera tradizionale dell'agribusiness e dell'agrifood vede attori e strutture consolidate, alle quali ci rivolgiamo e alle quali proponiamo i nostri sistemi.
L'evoluzione delle aspettative dei consumatori, i cambiamenti climatici e la disponibilità di nuove tecnologie in grado di abilitare nuovi modi di lavorare, rende necessario per le imprese che vogliono far fronte a queste trasformazioni in modo efficace l'adozione di un nuovo modo di fare agricoltura ecocompatibile. Il settore primario è chiamato ad affrontare sfide per salvaguardare la produttività, la qualità delle produzioni e la sicurezza alimentare, fornendo il proprio contributo nella mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. L'agricoltura è uno dei settori più vulnerabili ai cambiamenti climatici. La scarsità di risorse idriche, gli stress da caldo e le condizioni termiche sovra ottimali, la frequenza e l'intensità dei fenomeni estremi legati al clima, la presenza e la persistenza di malattie e parassiti (nuovi) mettono a dura prova le pratiche e le produzioni agricole tradizionali. EDO Radici Felici si propone alle aziende agricole per modernizzare, innovare e diversificare, sfruttando le nuove tecnologie al fine di migliorare la sostenibilità dell'azienda, la sua competitività, la sua resilienza: lo sviluppo tecnologico consente grandi passi avanti nell'uso efficiente delle risorse favorendo l'agricoltura adeguata all'ambiente e ai cambiamenti".
Per l'aeroponica servono specifiche tecnologie e per poter fare a meno di qualsiasi tipo di fitofarmaco è necessario un ambiente strettamente controllato. Che locali ci vogliono? È possibile adattare una serra o un capannone già esistente? E nel caso come?
"La pianta è costituita da una parte epigea e una ipogea, in stretta collaborazione tra di loro: ciascuna necessita di godere di condizioni ambientali ottimali per un corretto sviluppo dell'insieme. Non riesco a quantificare quanto ogni ambiente condizioni la crescita, posso però affermare per la nostra esperienza, che la buona riuscita di una coltivazione è legata molto alla corretta analisi e gestione dei parametri climatici, i quali condizionano non solo gli interventi irrigui e la velocità di sviluppo della pianta, ma soprattutto quelli fitosanitari.
Pertanto che l'ambiente sia una serra o un capannone, occorre che abbiano caratteristiche costruttive tali da permettere un controllo e una corretta gestione del clima (temperatura, umidità, ventilazione, CO2, luce). Non esiste un sistema che va bene ovunque (ogni areale e ogni coltura hanno caratteristiche differenti): esistono tecnologie che devono essere valutate e applicate correttamente alle singole esigenze, permettendo l'ottimale controllo e gestione dei parametri ambientali, secondo le necessità della coltivazione da praticare".
Quali superfici sono necessarie per avere una resa economica interessante?
"Rispondere a questa domanda è sempre difficile perché tutto dipende dalla valorizzazione del prodotto finale: nel settore nutraceutico e farmaceutico sono sufficienti minori superfici, nell'agrifood occorrono superfici (e quindi quantità) importanti per poter avere un ruolo nella catena del valore".