Il viaggio studio sulla castanicoltura portoghese organizzato da Centoform e cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna ha consentito a un gruppo di produttori di Parma e della Romagna di confrontarsi con una realtà molto dinamica.
La zona visitata è stata quella di Braganza, a Nord del paese, dove le condizioni pedo climatiche unitamente a investimenti in nuovi impianti sostenuti dell'ente pubblico e favoriti dal pH mediamente subacido dei terreni, ne fanno la regione di punta.
Le visite alle aziende produttrici e a quelle della trasformazione e commercializzazione sono state guidate dall'Istituto Politecnico di Braganza (Ipb) che cura didattica, ricerca e assistenza nel settore.
I castagneti del distretto di Braganza si trovano a una quota intorno agli 800 metri ma con giaciture pianeggianti. Tutte le operazioni colturali sono meccanizzate, cosa che permette di abbattere i costi di produzione e rendere il prodotto concorrenziale anche sui mercati esteri.
La gamma delle varietà è ampia poiché si coltivano una decina di cultivar, alcune con appellativo di origine, con un calendario di raccolta spalmato fra varietà precoci, medie e tardive. Dal punto di vista fitosanitario, dopo che l'infestazione della vespa cinese è ormai da considerarsi superata con le stesse modalità di lotta biologica usate in Italia, la maggiore emergenza resta il cancro della corteccia. La lotta contro questa avversità viene condotta con l'inoculo e la diffusione di ceppi ipovirulenti del patogeno. L'Ipb ha isolato diversi ceppi ipovirulenti del fungo, provvede alla loro propagazione e alla vendita alle aziende.
Le aziende della filiera a valle della fase di campo sono attrezzate per il trasporto frigo conservato sui mercati esteri con sacconi big bag o con prodotto congelato. Interessante anche la produzione di farina con forni alimentati con il guscio delle mandorle, altro prodotto in cui il Portogallo eccelle.
A cura di Roberto Rinaldi Ceroni
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