Leucocarpa, chiamata anche Leucolea o olivo della Madonna, è una cultivar di olivo antica che sopravvive allo stato selvatico soprattutto in Calabria e ha la particolarità di presentare frutti bianchi. Prima dell'invaiatura le olive appaiono di un bel colore verde, come quelle di altre varietà, ma successivamente l'esocarpo non si pigmenta, rimane bianco.

Solitamente, infatti, al momento dell'invaiatura all'interno dei frutti vi è una degradazione della clorofilla e un aumento della produzione di antociani che danno alle olive il caratteristico colore nero-blu. Nella Leucocarpa invece la sintesi dei pigmenti è bloccata e a fronte di una diminuzione della clorofilla non vi è un aumento degli antociani.

"Nei nostri laboratori stiamo studiando questa cultivar che a livello genetico presenta una anomalia. Assistiamo infatti ad un silenziamento dei geni responsabili della sintesi degli antociani che comporta una assenza di colorazione del frutto", spiega ad AgroNotizie Innocenzo Muzzalupo, ricercatore del Crea che da anni studia Leucocarpa. "A causa della sua colorazione, in passato Leucocarpa veniva associata al concetto di purezza e per questo veniva coltivata nei pressi di chiese e monasteri. L'olio ottenuto dalla molitura veniva poi usato per i riti sacri, come l'estrema unzione oppure la consacrazione di nuove chiese".


Leucocarpa


A livello di produttività e di profilo nutritivo ed organolettico, Leucocarpa non ha aspetti particolarmente interessanti e può essere assimilata ad un gran numero di cultivar oggi in commercio. L'olio invece di essere giallo-verde è di colore bianco, trasparente, e proprio per questo motivo ha una minore produzione di fumo quando viene bruciato. Veniva dunque utilizzato nei lumi delle chiese per evitare di sporcare di nerofumo i muri.

Se nella produzione di olio Leucocarpa non può dunque essere valorizzata particolarmente, nel caso della commercializzazione come oliva da tavola si possono invece aprire degli spazi per differenziarsi sul mercato. "Il grosso problema di questa oliva è che l'assenza di pigmentazione fa risaltare ogni piccola imperfezione", puntualizza Muzzalupo. "Basta un piccolo urto perché si segni di nero e questo comporta la necessità di prestare la massima cura nella manipolazione".


Cultivar Leucocarpa


E tuttavia in un settore altamente competitivo, con prezzi altalenanti, la possibilità di differenziarsi sul mercato con un prodotto nuovo può rappresentare una strategia vincente. Oggi Leucocarpa sopravvive in pochi esemplari allo stato selvatico, mentre alcuni vivai la commercializzano. Se dal punto di vista agronomico questa cultivar non presenta criticità particolari, è invece difficile la propagazione per talea.