Le quantità assolute possono purtroppo trovare dei limiti oggettivi nelle condizioni climatiche e nelle avversità parassitiche. Quelle qualitative, invece, possono essere modificate in modo sostanziale percorrendo la via delle tanto vituperate biotecnologie. Una via che però, a quanto pare, risulta capace di innalzare la qualità dell'alimentazione umana molto più di tante chiacchiere ideologiche.
Proprio in tal senso si sono infatti mossi i ricercatori di DuPont Pioneer e di Africa Harvest Biotech Foundation International, i quali hanno dimostrato che aumentando la produzione di vitamina E e beta-carotene nel sorgo, migliora notevolmente la disponibilità e longevità del beta-carotene, che il corpo converte in vitamina A. Questa circostanza assumerebbe particolare importanza per l’Africa sub-sahariana, dove dai primi anni '90 è rimasta alta e invariata la prevalenza di deficit di vitamina A.
“Per i bambini fino a tre anni che hanno il sorgo come alimento di base, dovremmo essere in grado di fornire il 100% della dose media consigliata, Ear, di vitamina A fino a un mese dopo la raccolta, grazie al beta-carotene. Dovremmo inoltre essere in grado di fornire oltre il 20 percento dei requisiti Ear per periodi di tempo più lunghi dopo la raccolta - ha affermato Ping Che, ricercatore scientifico di DuPont Pioneer - E non finisce qui: infatti riteniamo sia possibile ottenere livelli anche più elevati di vitamina A per tutto l’anno”.
Senza biofortificazione, il sorgo, un pilastro in molti regimi alimentari, presenta un forte deficit in vitamina A, ferro e zinco. La carenza di vitamina A provoca diversi sintomi, compresi cecità e aumento della mortalità per morbillo e diarrea. La carenza a lungo temine può provocare invalidità permanente fisica e mentale.
Il team di ricercatori di DuPont Pioneer ha identificato nell’ossidazione il maggior fattore della degradazione del beta-carotene nel sorgo e sono riusciti a rallentare questo processo inserendovi un gene dall’orzo, il quale aumenta le concentrazioni di vitamina E, un potente antiossidante che contribuisce ad allungare di molto l’emivita del beta-carotene nella granella conservata in condizioni normali. In questo caso, ha portato l’emivita da 2-3 settimane fino a 8-10 settimane. La scoperta è stata recentemente riportata dalla rivista Proceedings of the national academy of sciences.
Le colture biofortificate hanno migliorato le condizioni di vita ovunque siano state implementate, sono inoltre un mezzo economico e sostenibile per fornire più elevati livelli di micronutrienti nelle diete delle popolazioni a rischio. Queste colture stanno già facendo la differenza in Africa, e includono fagioli, patate dolci, miglio e mais con aggiunte di ferro, zinco e vitamina A come microingredienti target. Mentre la varietà della dieta rimane l’obiettivo a lungo temine, le colture biofortificate possono giocare un ruolo importante in attesa che le diete diversificate diventino più frequenti.
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Fonte: DuPont