Un Gruppo "Kattivo", così si definisce il team composto da Tenute Ruffino e Società Agricola San Felice, importanti aziende vitivinicole del Chianti, l'Agenzia formativa di Confagricoltura Toscana (Erata), il Crea e il Dipartimento di Agraria dell'Università di Firenze.
Il Gruppo, a partire dal 2019, ha sviluppato un kit per la modifica di atomizzatori in grado di eseguire trattamenti con tecnologia innovativa a dose variabile ottimizzata.
Il progetto Kattivo - il nome da Kit per Atomizzatori Trattamenti e Tecnologia Innovativa a dose Variabile Ottimizzata - ha creato un pacchetto accessibile e sostenibile per tutte le aziende che garantisce l'accesso agli attori del settore alla tecnologia e crea nuove occupazioni nel settore della viticoltura di precisione e dell'Agricoltura 4.0.
Da un problema diffuso
In ambito vitivinicolo la tempestiva e corretta esecuzione dei trattamenti fitosanitari è fondamentale per poter salvaguardare le produzioni sia in termini di quantità che di qualità.
Tuttavia, questa attività, se da un lato comporta costi non trascurabili per l'agricoltore, dall'altro può avere un impatto negativo sull'ambiente, soprattutto se effettuata in modo scorretto. Sono quindi di notevole importanza tutte quelle soluzioni che permettono la tutela del prodotto coltivato e al tempo stesso limitano gli sprechi in termini di risorse (agrofarmaci, combustibili, acqua).
Una soluzione sono gli atomizzatori con sistemi di recupero, che intercettano il prodotto altrimenti disperso e lo riutilizzano.
Esempio di irroratrice con sistema in grado di abbattere fino al 98% della deriva
(Fonte foto: Agricolmeccanica Srl)
Queste macchine, però, presentano notevoli limitazioni - tipiche delle realtà vitate italiane - sia di tipo economico, l'investimento iniziale preclude la possibilità a molte aziende medio piccole, sia di tipo operativo, sono più ingombranti, pesanti e difficili da manovrare rispetto alle tradizionali.
Il progetto Kattivo, finanziato dal Psr Toscana 2014-2020 (Feasr), offre quale soluzione alternativa un kit per la modifica di atomizzatori - già presenti all'interno delle aziende - in grado di eseguire un'irrorazione intelligente.
In particolare, questa soluzione è pensata per aziende localizzate in zone collinari - molte delle realtà italiane lo sono - dove le pendenze sono elevate e l'impiego di altri macchinari è difficile.
Un kit davvero attivo
Il funzionamento del sistema è molto semplice: sensori ad ultrasuoni Topcon misurano il volume e la densità della chioma delle viti. I dati raccolti vengono analizzati da un software sviluppato ad hoc e trasmessi da una centralina di comando alle elettrovalvole che regolano il flusso di irrorazione degli ugelli in base alle caratteristiche delle piante.
Le prove in campo del kit sono state condotte presso le due aziende partner del progetto su due differenti tipi di macchine: un atomizzatore trainato Whirlwind di Martignani e una semovente multifunzionale scavallante Optimum di Volentieri Pellenc equipaggiata con una irroratrice Martignani.
La prima attività svolta è stata la calibrazione dei sensori impiegati per la misurazione del volume fogliare, effettuata mediante confronto con stime e misurazioni dirette, rilevazioni fotografiche e dati Lidar.
"Il lavoro serve a ottenere dei sistemi in grado di misurare lo spessore delle piante, come la densità delle foglie. Con la viticoltura di precisione possiamo realizzare l'intervento dove e quando necessario e nella dose adeguata" spiega Paolo Storchi, dirigente del Crea.
I sensori, montati anteriormente, permettono di riconoscere la chioma da trattare
(Fonte foto: Kattivo)
Successivamente, la qualità di irrorazione ottenuta mediante l'impiego del kit è stata messa a confronto con una distribuzione "classica" a rateo fisso, entrambe condotte a diverse altezze e in differenti fasi fenologiche. L'attività condotta secondo un protocollo standard (Iso) - iniziata nel 2019, interrotta per l'emergenza sanitaria, e terminata nel 2021 - ha permesso di collaudare il kit e di valutare deposito e uniformità di distribuzione mediante l'impiego di elementi traccianti.
Ottime prestazioni in tutti i "campi"
I risultati ottenuti con il kit, seppur non perfetti, mostrano - soprattutto nelle fasi fenologiche iniziali, dove vi è maggiore deriva - ottime prestazioni in termini di copertura e densità di deposito, un netto risparmio di prodotto distribuito e di acqua, nonché una riduzione del fenomeno di sovracopertura, caratteristico invece delle applicazioni a rateo fisso.
Le differenze presenti tra i diversi trattamenti a rateo variabile riflettono principalmente le caratteristiche costruttive delle irroratrici, ad esempio gli atomizzatori trainati rispetto a macchine scavallanti presentano un rischio di deriva più elevato.
"Dalla ricerca che è stata condotta abbiamo visto che il kit permette un risparmio di volume di prodotto irrorato intorno al 30%, e dunque un notevole risparmio di acqua. Quindi, il trattamento è più efficiente, sostenibile e inoltre garantisce una buona copertura dalle malattie" spiega Paolo Carnevali, agronomo di Ager ed esperto in viticoltura di precisione e consulente per il progetto.
Questi risultati sono stati infine utilizzati per meglio definire i volumi di distribuzione a rateo variabile, in modo tale da ottenere una qualità di distribuzione sempre maggiore.
In quanto a sostenibilità economica, uno studio fatto a livello teorico su una dimensione aziendale di 22 ettari ha dimostrato un risparmio medio di circa 250 euro a ettaro e un break even point, il punto oltre il quale l'introduzione del sistema in azienda diventa conveniente, pari a quattro anni.