Tra le prime conferenze stampa, si è tenuto il convegno politico dal titolo "Macchine per l'agricoltura: una nuova agenda europea", un incontro promosso da FederUnacoma, in collaborazione con il Cema e Agrievolution, con lo scopo di promuovere il confronto tra imprenditori, istituzioni europee e politici sulle strategie di rilancio del comparto agromeccanico.
Il convegno ha voluto essere l'occasione per un confronto tra le parti, volto a definire una nuova agenda politica. Dal dibattito sono emerse le basi su cui costruire le future politiche a sostegno della meccanizzazione e dell’innovazione nel campo dell’agricoltura, dell’agroindustria e delle attività multifunzionali in ambiente rurale.
A inaugurare il convegno politico, Michele Scannavini, presidente dell'Agenzia Ice, Davide Conte, assessore del Comune di Bologna, Franco Boni, presidente di BolognaFiere, e Massimo Goldoni, presidente di FederUnacoma.
"Abbiamo il compito di promuovere il made in Italy nel mondo - ha esordito Scannavini - e quest’anno abbiamo portato a Eima centinaia di operatori stranieri, soprattutto da Asia, Africa e Sud America, aree in questo momento con maggiore potenziale di sviluppo".
Michele Scannavini, presidente dell'Agenzia Ice
L’incontro, moderato dal giornalista de "Il Sole 24 Ore" Roberto Iotti, ha visto la partecipazione di Richard Markwell, presidente del Cema, Pekka Pesonen, segretario generale Copa-Cogeca, Klaus Pentzlin, presidente del Ceettar, Alice Cerutti, vicepresidente Ceja, Barbara Bonvissuto, vicecapo della Direzione Generale "Grow" della Commissione Europea, Paolo De Castro, deputato della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, Elisabetta Gardini, deputata della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo e Aldo Longo, direttore generale dell'Agricoltura e dello sviluppo rurale della Commissione europea.
Da sinistra a destra: Pesonen, Pentzlin, Cerutti, Bonvissuto, De Castro e Gardini
I relatori hanno sottolineato che negli ultimi due anni sono cambiati gli assetti della Pac e l’agricoltura ha perso molte delle protezioni di cui godeva. Il settore primario ha iniziato a confrontarsi con il mercato e questo ha determinato un calo degli investimenti in tutta Europa, soprattutto nel settore della meccanica.
Si è inoltre insistito sul fatto di investire nell’innovazione tecnologica per produrre meglio, di più e con un minor sfruttamento delle risorse. Per fare questo, però, servono nuove regole comunitarie sulle macchine agricole e un sistema che favorisca gli investimenti nel settore meccanico. In aggiunta, bisogna supportare gli agricoltori nella conoscenza delle nuove tecnologie e nel loro utilizzo e bisogna uniformare gli standard normativi a livello internazionale.
"I costruttori europei possono vantare una posizione di leadership nel mondo, sia come volumi di produzione che come innovazione" ha spiegato Markwell, presidente del Cema - Tuttavia, con un tasso di rinnovamento pari ad appena l'1,7 per cento annuo, il parco macchine presenta una situazione di ritardo tecnologico. Il gap è dovuto al calo dei redditi agricoli e al sottodimensionamento delle aziende che operano nel settore primario".
Richard Markwell, presidente del Cema
La richiesta lanciata nel corso del convegno dal Cema, associazione dei costruttori europei di macchine agricole, è dunque quello di creare un "new deal" nel settore agromeccanico, con politiche e strategie di ampio respiro pensate per rafforzare la competitività dei costruttori europei e per promuovere l'utilizzo di tecnologie innovative da parte degli agricoltori europei.
"In questo scenario - ha proseguito Markwell - la Pac 2020 può, con meccanismi di finanziamento adeguati, rappresentare un'importante leva per incentivare il ricorso a mezzi agricoli di ultima generazione".
Siamo davanti a cambiamenti epocali a livello tecnologico quindi, a nuovi equilibri mondiali e a nuove esigenze di mercato. Il mondo delle macchine agricole è pronto ad adeguarsi a questi mutamenti e giocare un’importante partita nell’innovazione, ma ha bisogno che le istituzioni politiche comprendano la specificità di questo settore e ne agevolino lo sviluppo.
"Spesso l'Unione Europea non riesce a dare risposte incisive e tempestive ai problemi - ha osservato la parlamentare europea Gardini - e molte volte fatica a comunicare quello che fa di buono. Da parte nostra c’è il massimo impegno per tutelare questo settore. Serve sostegno per la ricerca e l’innovazione".
Elisabetta Gardini, deputata della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo
"In Europa abbiamo standard elevati per emissioni e sicurezza, il resto del mondo no - ha spiegato l'onorevole De Castro - Siccome noi competiamo a livello globale, dobbiamo essere in grado di imporre le nostre regole per non di subire quelle degli altri.
La Cina, ad esempio, avrà un grande bisogno di macchine agricole nei prossimi anni, ma bisogna capire se riusciremo ad essere presenti su questo mercato proprio per via di una possibile incompatibilità degli standard".
Paolo De Castro, deputato della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo
Nei restanti interventi si è ribadito l’importanza del dialogo tra tutti gli stakeholder e, altro tema caldo, quello della condivisione dei big data, fondamentali per lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia.