L'Italia vanta produzioni uniche, che non sono ripetibili in altre zone, ed occorre saper sfruttare le opportunità che ne derivano promuovendole nel miglior modo possibile. Ma come fare emergere i prodotti made in Italy nel mercato sempre più competitivo? Il segreto è farli conoscere con coerenza, originalità e credibilità.

 

Se ne è discusso lo scorso 22 marzo in occasione del l'incontro intitolato "Regimi di qualità: origine, tradizione e redditività" organizzato da Upa Siena nell'ambito della rubrica "Detto e fatto", che è possibile rivedere online sul canale YouTube o sulla pagina Facebook di Confagricoltura Siena.

 

Normativa e tutela dei prodotti

Dopo mesi di discussione è stata approvata in via definitiva dal Parlamento Europeo la riforma delle indicazioni geografiche, in cui secondo Mauro Rosati, direttore della Fondazione Qualivita, il sistema Italia ha inserito tutti gli accorgimenti opportuni "per tutelare meglio i nostri prodotti e per accrescere il sistema delle leggi" e ha evidenziato come l'aggregazione dei regimi di qualità rappresenti "uno step successivo al tema anche dell'espansione del made in Italy, perché creare alleanze fra settori trasversali ma che stanno sullo stesso territorio rappresenta una grande scommessa, ma soprattutto una grande opportunità" e ha ricordato inoltre l'inserimento nella riforma delle tutele online e il rafforzamento dei consorzi di tutela.

 

Certificazioni, il coinvolgimento dei cittadini

È importante che ci sia attenzione a una nuova forma di qualità, che si esprime sia coi termini di sostenibilità sia coi termini di legame con il territorio, ma tutto ciò deve venire in qualche modo assicurato, come ha evidenziato nel suo intervento Angelo Riccaboni, presidente della fondazione Prima, Barcellona, Santa Chiara Lab, UniSi co-chair Un Sdsn Europe, Parigi.
Si è creata la Dop economy, andando nella giusta direzione che è anche quella che ci chiede l'Europa, ma è necessario andare oltre i disciplinari, per far sì che ci sia una verifica esterna del rispetto di alcuni requisiti. La ricerca sta andando avanti in quest'ottica, arrivando alla certificazione di sostenibilità dell'impresa nel suo complesso.

 

"Il settore agroalimentare non può essere letto con le stesse lenti con cui si leggono gli altri settori" ha specificato Riccaboni, altrimenti in tema di sostenibilità e tracciabilità verrebbe poi analizzato attraverso meccanismi, strumenti e metodiche nati per valutare settori diversi.

 

Tutela e valorizzazione

L'avvocato Marco Giuri ha evidenziato che il nuovo Regolamento sulle indicazioni geografiche presenta la grande novità di racchiudere insieme aspetti che riguardano il vino, le bevande spiritose, i prodotti agricoli e i prodotti alimentari e ha aggiunto: "Avremo anche un registro unico di queste indicazioni geografiche e saranno rafforzate le tutele".

 

Scarica la locandina

 

Questo è solo un estratto del webinar che puoi rivedere qui o sul canale YouTube di Upa Siena

 

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