C'è chi la chiama il "maiale verde", da anni si tenta il rilancio della coltivazione della canapa dal momento che i suoi impieghi sono molteplici e considerato il fatto che fino a meno di un secolo fa, in Italia, la coltivazione superava gli 80mila ettari. Secondo gli ultimi dati, nel 2022, gli ettari dedicati alla canapa sativa in Unione Europea si aggiravano sui 33mila, con una crescita interessante, dovuta all'impiego dei semi, dal 2015 in avanti.
Secondo i risultati di un progetto cofinanziato dal Piano di Sviluppo Rurale (Psr) della Regione Emilia Romagna, Multicanapa, l'idea di tornare a coltivarla ha un suo fondamento, anche economico, ciò che va individuato però è l'ultima parte della filiera, bisogna cioè trovare un mercato per i semilavorati che, proprio attraverso il progetto Multicanapa, sono stati identificati.
"È ragionevole pensare - ha detto il professore Stefano Amaducci dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza - che la filiera della canapa stia in piedi, ma una filiera pronta, ad oggi, non c'è. Certamente la canapa è una coltura dalle grandi potenzialità".
I risultati del progetto "Multicanapa - Applicazioni multiuso per rilanciare la filiera della canapa", cofinanziato nell'ambito di un Gruppo Operativo Pei-Agri della Regione Emilia Romagna, sono stati presentati lo scorso 11 ottobre, durante un evento che si è tenuto nella sede di Coprob a Minerbio (Bo).
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"Gli obiettivi del progetto Multicanapa - ci ha raccontato Maria Paone, responsabile organizzativo per Cica Bologna, società capofila - erano quelli di creare le condizioni per supportare una nuova filiera della canapa, con i dati di natura economica e tecnica. Nel nome Multicanapa si ravvisa già quella che può essere la soluzione per la reintroduzione della coltura sul nostro territorio, cioè valorizzare tutta la produzione che questa pianta riesce a fornirci. Come? Andando a eliminare alcuni problemi che possono essere la scarsa resa, la mancanza di tecnologie per il post raccolta e la meccanizzazione".
Un progetto, molteplici obiettivi
Multicanapa, studi e risultati
Durante i circa tre anni di lavoro è stato progettato un Dss, Sistema di Supporto alle Decisioni, è stata fatta una valutazione economica e di mercato, è stato calcolato l'impatto ambientale della filiera, è stato affrontato il tema della meccanizzazione della raccolta, della logistica e della prima trasformazione ed è stato realizzato un piccolo impianto pilota per la prima lavorazione degli steli.
Proprio l'impianto pilota di piccola dimensione per la triturazione e la macinazione, messo a punto in un'azienda agricola, ha permesso di ottenere tre frazioni di materiale, semilavorati che possono avere diverse applicazioni. Si possono ottenere pannelli termofono assorbenti per la frazione grossolana, lettiere per animali per la frazione media, ammendanti per la fine e si può arrivare a contenitori in carta. "Tramite la macinazione - ci ha raccontato Claudio Losi, agricoltore che ha collaborato con il progetto Multicanapa - si sono raggiunti dei derivati più o meno ricchi di fibra o più o meno ricchi di canapulo".
Una filiera dalle grandi potenzialità
"Per la separazione della fibra, la strategia è stata quella di utilizzare dei macchinari o sistemi di trasformazione che non garantiscono di avere fibra a uso tessile, come in passato, ma fibra a destinazione tecnica. In questo modo non abbiamo bisogno di macerazione in campo, uno dei punti critici della coltivazione", ha detto ancora il professore Amaducci.
Aver individuato la possibilità di mettere a punto un impianto industriale per ottenere i semilavorati però non è sufficiente a fare ripartire la filiera della canapa, quello che servirà in futuro è che qualcuno investa nell'impianto e che questi semilavorati trovino chi è interessato ad acquistarli. "Il futuro potrebbe essere quello di piccole filiere agroindustriali, con ettari definiti di coltivazione, dedicate a scopi del territorio. Il contesto deve essere quello di qualche centinaio di chilometri dalla produzione", ha detto ancora Claudio Losi.
Il progetto Multicanapa, in ogni caso, ha dimostrato che la canapa è interessante, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista ambientale. La coltura è stata considerata con un duplice obiettivo: ottenere fibra dallo stelo e semi. Secondo i calcoli fatti dai ricercatori, solo producendo per entrambi gli scopi, infatti, la canapa diventa veramente redditizia. L'analisi dei costi di produzione, per la fase agronomica, ha considerato costi fissi e variabili. Ciò che pesa di più sono l'affitto del terreno e l'acquisto del seme. I costi variano fra i 1.300 euro circa a ettaro e i 1.800, a seconda dello scenario considerato. Il margine lordo può essere anche molto interessante, in uno scenario si sfiorano i 2mila euro a ettaro. È stata poi considerata anche la prima lavorazione e anche in questo caso, presi in considerazione tutti i costi, con determinati prezzi per l'energia, resta un margine annuale dell'impianto di 135.500 euro.
Per quanto riguarda l'impatto ambientale, "ci siamo limitati a valutare il solo ciclo del carbonio, quindi le emissioni in termini di anidride carbonica equivalente" ci ha raccontato ancora il professore Stefano Amaducci. "Abbiamo fatto quindi una valutazione in termini di global warming potential. Visto che l'obiettivo fondamentale è quello di ottenere dei prodotti che integrano la fibra, il canapulo in maniera durevole, produrre per esempio pannelli o imballaggi che abbiano una durata di vita molto lunga, tutto il carbonio che la pianta immagazzina nella biomassa rimane stoccato per molti anni". Da un lato i ricercatori hanno considerato le fonti di emissioni sia in fase di coltivazione sia in fase di prima trasformazione e dall'altro il carbonio stoccato nella biomassa. "Il bilancio è molto positivo. Si può arrivare a stoccare fra le 7 e le 8 tonnellate a ettaro dal sistema produttivo canapa".
Il rilancio della filiera della canapa
Molto utile in futuro per gli agricoltori, la messa a punto di un Sistema di Supporto alle Decisioni, con diverse funzionalità per aiutarli a compiere le scelte principali. In base alle necessità delle rotazioni, al prodotto di destinazione e quindi al genotipo preferito, l'agricoltore può impostare dati in input e ottenere consigli in output: la varietà consigliata, la data di semina, la data prevista di raccolta, la resa attesa in steli e/o semi.
I protagonisti del progetto Multicanapa
Il progetto Multicanapa, cofinanziato da Psr 2014-2020, operazione 16.01.01 della Regione Emilia Romagna, ha visto Cica Bologna nelle vesti di capofila e l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza a guida della parte scientifica. Hanno partecipato al progetto: Crea Centro di Ricerca Ingegneria e Trasformazioni Agroalimentari di Monterotondo (Roma), Irecoop Emilia Romagna, Coprob, le aziende agricole Sandro Bergonzoni e Succi di Mattia Succi.
Multicanapa - Applicazioni multiuso per rilanciare la filiera della canapa - Tipo di Operazione 16.1.01 FA 2 A - Psr 2014-2020 Regione Emilia Romagna