"Il 2023 è un anno epocale di cambiamento per la gestione del rischio in agricoltura, un anno che pone le basi per un nuovo sistema". Sono parole di Albano Agabiti, presidente di Asnacodi, parole che riassumono il momento di svolta per la gestione del rischio e che hanno concluso lo scorso 10 febbraio ad Assisi il 15esimo Convegno nazionale sulla gestione del rischio in agricoltura.

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L'evento, organizzato dal Centro per lo Sviluppo Agricolo e Rurale (Cesar), Asnacodi, in collaborazione con Ismea e l'Associazione Nazionale per le Imprese Assicuratrici (Ania), tradizionalmente apre la nuova campagna assicurativa. Il 2023 è un'annata particolare perché è appena partita la nuova Pac e con lei debutta il nuovo Fondo AgriCat, il Fondo Mutualistico Nazionale per i Rischi Catastrofali (gelo e brina, siccità e alluvione). Il Fondo AgriCat è stato fortemente voluto dall'Italia e il nostro Paese è il primo a sperimentarlo. Può contare su 260 milioni di euro all'anno da risorse pubbliche, più il prelievo del 3% dal Primo Pilastro della Politica Agricola Comune, in questo modo è alimentato dagli stessi agricoltori. Per la gestione del rischio sono invece a disposizione in totale 731 milioni di euro all'anno da Piano Strategico Nazionale.

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Con il Fondo AgriCat tutti i percettori dei pagamenti diretti Pac entrano così nel sistema di gestione del rischio agricolo, una platea di circa 700mila agricoltori. Il Fondo, idealmente, non entra in competizione con il sistema classico delle assicurazioni agevolate ma è complementare. L'idea in futuro è che il Fondo AgriCat e gli altri strumenti di gestione del rischio (polizze, fondi mutualità danni e fondi Ist) assieme alla gestione attiva del rischio permettano alle aziende agricole di continuare a produrre senza essere travolte da continue emergenze. "È necessario un cambio di passo, serve più attenzione alla gestione attiva del rischio, vanno implementati sistemi diversi, utilizzando una tecnologia più spinta che permetta alle aziende di essere resilienti", ha detto Maria Chiara Zaganelli, direttore generale di Ismea. Il nuovo Fondo AgriCat, che è stato inserito nel nuovo Piano Nazionale di Gestione dei Rischi, appena approvato dalla Conferenza Stato Regioni, non è però l'unica novità del 2023.

 

L'annata 2022 è stata tratteggiata da Camillo Zaccarini Bonelli della Direzione Strumenti per la Gestione del Rischio di Ismea. "Il sistema assicurativo non ha raggiunto la stabilità - ha detto Zaccarini Bonelli - le tariffe medie assicurative hanno sfiorato la soglia del 10% e questo crea una allerta. Gli aumenti sono dovuti in parte alla spinta dell’inflazione ma resta il tema della sostenibilità del sistema". I dati 2022 dicono che c'è stato un aumento dei valori assicurati (9,5 miliardi di euro) e degli ettari assicurati, una buona notizia, ma si contrae il numero delle aziende assicurate, effetto anche della concentrazione aziendale. "Parliamo di un panorama inferiore al 10% di aziende assicurate rispetto alla platea complessiva. Resta l'asimmetria territoriale", ha continuato Zaccarini Bonelli. In parole povere non ci si assicura contro le avversità allo stesso modo in tutto il Paese e non c'è la stessa tendenza ad assicurarsi per tutte le colture.

 

Secondo i dati di Asnacodi i valori assicurati si concentrano su pochi settori (uva da vino 32%, mele 10,9%, mais da granella, pomodoro da industria e riso) e in specifiche regioni (Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Trentino Alto Adige e Piemonte). Una situazione che, dato l'aumento del rischio dovuto ai cambiamenti climatici, va corretta e il nuovo Fondo AgriCat prova a dare una prima risposta. In particolare proprio i rischi catastrofali hanno visto lo scorso anno una riduzione delle coperture per quanto riguarda le assicurazioni agevolate. "Bisogna cercare una migliore distribuzione sull'intero territorio nazionale della gestione rischio nel settore agricolo. Una delle criticità è la concentrazione della cultura assicurativa in alcune zone del nostro Paese. Il Fondo AgriCat ha l'ambizione di stimolare la cultura della gestione rischio, non soltanto per tutelare il reddito, va tutelata la produzione agricola del Paese", ha detto Maria Chiara Zaganelli.

 

Ad approfondire le novità del Piano Nazionale di Gestione del Rischio, documento che detta la disciplina in materia di sostegno pubblico per quanto riguarda gli interventi ex ante (prima che l'evento si verifichi), c'era Mauro Serra Bellini della Direzione Sviluppo Rurale del Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf). "È un Piano in continuità con gli anni precedenti", ha detto. Il Piano di Gestione Rischio Alluvioni (Pgra) vede il debutto al capo del Fondo AgriCat.

 

Fra le principali novità, per quanto riguarda le polizze assicurative agevolate, che possono quindi contare sulla contribuzione pubblica ci sono la semplificazione delle combinazioni dei rischi assicurabili per le produzioni vegetali e l'aumento dal 65% al 70% della percentuale massima di aiuto sulla spesa premi delle polizze indicizzate. Per quanto riguarda un altro strumento, quello dei fondi mutualistici, vista l'operatività del Fondo AgriCat nazionale questo tipo di fondi danni non offrirà più coperture mutualistiche per i danni catastrofali.