Si chiude un anno di riposizionamento per le vendite dei vini in grande distribuzione (e retail) in Italia. Nel 2022, l'unica voce chiaramente positiva - rileva l'Osservatorio Uiv-Ismea su base Osservatorio Ismea-Nielsen Iq - è relativa alla categoria "Altri spumanti Charmat" (diversi dal Prosecco), che ha archiviato il 2022 con una crescita tendenziale in volume del 13% (+22% nei discount), a fronte di un calo generale degli acquisti allo scaffale che supera il 6% con perdite sopra la media per la tipologia dei vini fermi (-7%) e in particolare per le Doc rosse che scendono in doppia cifra (-11%).
A fare il paio con questi dati c'è quello sulle giacenze di vino, registrato da Cantina Italia: al 31 dicembre 2022, secondo il Report n.1/2023 dell'Icqrf, Istituto Centrale per la Qualità e la Repressione Frodi del Masaf, rispetto al 31 dicembre 2021, si osserva un valore delle giacenze superiore per i vini (+5,0%) e per i mosti (+1,6%), quasi invariata risulta la giacenza di vino nuovo ancora in fermentazione (-0,1%).
Mercato Italiano vini nel 2022
L'exploit degli spumanti low cost - il cui prezzo medio a 4,4 euro/litro registra un aumento molto più contenuto dei listini rispetto ai competitor - è lo specchio del limitato potere di acquisto degli italiani nell'ultimo anno (i più costosi spumanti a metodo classico chiudono - dopo un 2021 da incorniciare - a -9%, gli Champagne a -25%, anche per effetto delle limitate disponibilità). Ma allo stesso tempo il boom delle bollicine evidenzia l'ormai irrinunciabile centralità raggiunta anche tra le mura domestiche.
Il saldo 2022 delle vendite in grande distribuzione chiude in passivo anche sul fronte dei valori (-2%, a 2,94 miliardi di euro). Secondo l'Osservatorio di Uiv, Unione Italiana Vini e Ismea, dal 2019 al 2022 le bollicine hanno registrato un incremento nei volumi commercializzati in Gdo del 17%, con crescite ancora più nette per il Prosecco (+31%) e per gli "Altri spumanti Charmat", che chiudono il triennio a +32% (34 milioni di bottiglie nel 2022).
Per il segretario generale di Unione Italiana Vini, Paolo Castelletti: "Il divario tra le performance degli spumanti e il resto del mercato è sempre più evidente e l'effetto non è stato affatto neutro. A pagare le spese di un carrello che vede gli spumanti protagonisti dei consumi quotidiani, è probabilmente il vino fermo (-7%) e in particolare i rossi, che nel periodo considerato scontano una contrazione dell'11%".
Per il responsabile Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale di Ismea, Fabio Del Bravo: "Quello che osserviamo dall'immediato pre covid-19 a oggi è un cambiamento con pochi precedenti delle abitudini al consumo degli italiani, che considerano ormai gli spumanti un vino a tutto pasto, svincolato da ricorrenze e festività e a cui non si è disposti a rinunciare neanche di fronte all'erosione del potere d'acquisto".
Se ovviamente il saldo dell'ultimo anno delle principali denominazioni e indicazioni geografiche segue l'andamento generale negativo, uno sguardo in prospettiva di medio termine aiuta a inquadrare meglio quali sono i vini che strutturalmente hanno imboccato una fase involutiva e quali invece stanno ripiegando sui valori pre covid-19 dopo la fiammata 2020-2021.
Fra i primi, vanno annoverati alcuni rossi Igt sia che provengano da vitigni autoctoni che da vitigni internazionali. Tra le Dop le battute d'arresto sono numerose e spaziano dal Piemonte alla Sicilia. Quelli in fase di rientro verso la "normalità" sono invece Montepulciano d'Abruzzo, Chianti, Salento (quindi Negroamaro), Lambrusco Emilia e Rubicone Trebbiano. Poi ci sono anche quelli (pochi a dir la verità fra i big seller) in fase positiva, nonostante volumi negativi nell'ultimo anno: Sangiovese Rubicone, Vermentino di Sardegna, Verdicchio, Castelli Romani, Valpolicella.
Il saldo negativo in volume più pesante (2022 versus 2021) lo si ritrova nell'ecommerce, con -15% cumulato tra vini e spumanti e picchi maggiori per le tipologie più pregiate, come per esempio gli spumanti metodo classico (-21%). Il canale, al contrario del retail fisico, ha sperimentato diffusi segni negativi sui prezzi, con listini in media a -10%. Dopo aver sperimentato un vero e proprio boom delle vendite nel 2020 (da 2,6 a 8 milioni di litri) e un ulteriore incremento nel 2021 (9 milioni), il segmento pare destinato ad assestarsi sui livelli dell'anno pandemico, e quindi aver interrotto la crescita.
Giacenze, 3 milioni di ettolitri in più su fine 2021
Sin qui il mercato italiano Gdo e retail, ma ecco come si è evoluto nell'ultimo anno il livello delle giacenze di vino in Italia, che riflette anche l'andamento dei mercati esteri. Cantina Italia al 31 dicembre 2022 segnala presenti negli stabilimenti enologici italiani 64,9 milioni di ettolitri di vino, 9,8 milioni di ettolitri di mosti e 2,5 milioni di ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione. Questo significa che rispetto al 31 dicembre 2021, si osserva un valore delle giacenze superiore per i vini di 3.084.553 di ettolitri (+5,0%), per i mosti (+1,6%), quasi invariata risulta la giacenza di vino nuovo ancora in fermentazione (-0,1%).
Rispetto al 30 novembre 2022 il dato delle giacenze è superiore per i vini (+16,7%) ed è in calo sia per i mosti (-23,3%) che per i vini nuovi ancora in fermentazione (-79,7%). Il 55,3% del vino è detenuto nelle regioni del Nord, prevalentemente nel Veneto. Il 51,7% del vino detenuto è a Dop, il 27,5% a Igp, i vini varietali costituiscono appena l'1,3% del totale. Il 19,5% è rappresentato da altri vini. Le giacenze di vini a Indicazione Geografica sono molto concentrate; infatti, 20 denominazioni su 526 contribuiscono al 50,4 del totale delle giacenze.
Borse Merci stabili
Le principali borse merci italiane dove sono trattati i vini - Verona, Firenze e Bari - indicano al momento una tendenza alla stabilità dei prezzi anche se saranno le prossime settimane a tracciare le tendenze di un 2023 che si apre all'insegna di non poche preoccupazioni.