In crescita il mercato agricolo europeo. L'Unione Europea potrebbe diventare il più grande esportatore di grano al mondo. Aumentano anche le importazioni di mais in Ue dall'Ucraina, ma la situazione resta critica per i Paesi terzi. Dati positivi anche per i raccolti in Ue, grazie alle deroghe sui terreni a riposo: 2,91 milioni di tonnellate di cereali raccolti rispetto ai 2,81 del 2021. Avanti per le deroghe sulla rotazione delle colture per il 2023 e verso una maggiore protezione sanitaria dei prodotti agricoli importati in Ue.

 

Prevista per il 22 giugno prossimo la proposta legislativa della Commissione Ue per la riduzione dell'uso di agrofarmaci ove necessario. Critiche su alcune peculiarità della revisione Igp, Indicazione Geografica Protetta.

 

Grano europeo e mais ucraino

Secondo le ultime stime raccolte dal Consiglio Ue, la situazione del mercato agricolo europeo sembra piuttosto positiva, nonostante il settore risenta ancora degli effetti della guerra in Ucraina (aumento dei prezzi energetici, mancanza di agrofarmaci e mangimi).

 

Grazie agli ultimi aiuti forniti dalla Politica Agricola Comune (Pac), le esportazioni di grano tenero dall'Unione Europea (in base alle prospettive stimate) potrebbero raggiungere i 38 milioni di tonnellate il prossimo semestre, il livello più alto mai visto, mentre quelle dei cereali (grano, mais e orzo insieme) potrebbero arrivare a 54 milioni di tonnellate.

 

L'Ue potrebbe quindi diventare nei prossimi mesi il maggiore esportatore di grano tenero al mondo (su un totale di 194 milioni), seguita dalla Russia con 37 milioni di tonnellate esportate.

 

Leggi anche

Grano tenero: domanda elevata e prezzi alti, cronaca di una convivenza difficile

 

A crescere sono anche le importazioni di mais dall'Ucraina: 7,7 milioni di tonnellate quest'anno, rispetto a 6,1 milioni di tonnellate del 2020 e 2021. Se l'Ue è riuscita a garantirsi le forniture di mais (il prodotto principale che l'Ue importa da Kiev, fondamentale per la produzione dei mangimi), è anche grazie al funzionamento dei cosiddetti "corridoi verdi" o "corridoi di solidarietà", che permettono un trasferimento facilitato delle merci ucraine tramite strade e ferrovie europee.

 

Più problematica è invece la situazione per i Paesi terzi (in particolare Africa e Medio Oriente), che da settimane aspettano i carichi di cereali bloccati nel Mar Nero a causa delle minacce di distruzione degli stessi da parte della Russia, che chiede in cambio di un rilascio delle merci, il ritiro delle sanzioni da parte dell'Ue.

 

Crescono i raccolti europei nel 2022

"I raccolti di quest'anno saranno superiori rispetto al 2021, da 2,81 a 2,91 milioni di tonnellate di cereali, e nel 2023 i raccolti non saranno inferiori al 2022". Così il commissario Ue all'Agricoltura, Janusz Wojciechowski, in conferenza stampa a termine del Consiglio Ue Agricoltura, presentando le previsioni sui raccolti in Unione Europea.

 

A funzionare sono state anche le deroghe sui terreni a riposo concesse agli agricoltori lo scorso marzo, grazie alle quali si stanno espandendo le coltivazioni di semi oleosi, con una maggiore quantità di terreni coltivabili. Ad avere i maggiori benefici sono state le coltivazioni di girasoli, per i quali è previsto aumento del 6% sia per quanto riguarda l'area coltivabile sia per la produzione. In stallo sono invece i settori della produzione animale e di frutta e verdura, che stanno risentendo degli aumenti dei prezzi delle materie prime e delle ridotte capacità di esportazione a causa della guerra.

 

Brutte notizie, invece, per la produzione di mais, semi di girasole e di soia in Ucraina: non più un calo del raccolto del 20-30%, come previsto due settimane fa, ma si stima ora un 50% in meno del raccolto rispetto al 2021. A livello mondiale è previsto un -1,6% nella produzione di grano tra il 2022 e il 2023 (in particolare per India e Stati Uniti), mentre per il mais il calo è ancora più drastico: -2,5% di produzione nel 2022-2023.

 

Deroghe colture per il 2023

I ministri dell'Agricoltura europei hanno ribadito l'ok alle deroghe sulla rotazione delle colture e per le aree non produttive, previste per il 2023 (che non saranno però obbligatorie per gli agricoltori). Già 4 milioni di ettari a livello Ue sono stati inseriti nel sistema delle deroghe, tuttavia, secondo il commissario Wojciechowski, "è ora necessaria una valutazione di impatto per osservare le conseguenze sulla produzione", anche perché non tutte le terre a riposo possono produrre cereali e mangimi.

 

Il commissario Ue all'Agricoltura ha quindi ribadito il suo impegno per portare questo messaggio al Collegio dei commissari, con l'obiettivo di far approvare queste deroghe per un aumento della produzione nel 2023.

 

Più norme sanitarie sui prodotti importati

La commissaria Ue per la Salute e la Sicurezza Alimentare, Stella Kyriakides, partecipando al Consiglio Agricoltura ha presentato ai ministri Ue l'analisi della Commissione sull'applicazione delle norme sanitarie e ambientali dell'Ue ai prodotti agricoli importati.

 

Gli Stati membri hanno espresso la volontà di applicare uguali misure di controllo, sia per l'Unione che per i Paesi di esportazione, quando un prodotto entra in Unione Europea, rispettando gli standard stabiliti dall'Organizzazione Mondiale del Commercio e mantenendo gli accordi di libero scambio.

Lo scopo è quello di rafforzare le politiche commerciali dell'Unione, restando in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo e prestando particolare attenzione al benessere animale, applicando ulteriori norme sanitarie, oltre a quelle già esistenti.

 

Commissione Ue verso la direttiva sulla riduzione degli agrofarmaci

Dopo varie posticipazioni, il prossimo 22 giugno la Commissione Europea dovrebbe presentare la proposta legislativa sulla riduzione dell'uso degli agrofarmaci in Unione Europea.

 

"La nostra proposta non sarà un divieto dell'uso di agrofarmaci, ma vogliamo fare degli sforzi per evitarne l'uso dove non è necessario", ha detto la commissaria Ue per la Salute e la Sicurezza Alimentare, Stella Kyriakides, al termine del Consiglio Agrifish. "Abbiamo bisogno di obiettivi misurabili e dobbiamo agire ora perché la sostenibilità è il futuro dell'agricoltura europea. Il costo dell'inazione è molto più alto del costo dell'azione", ha concluso Stella Kyriakides.

 

Critiche sulla revisione delle Igp

Infine, la presidenza francese del Consiglio Ue ha informato i ministri dell'Agricoltura sui progressi portati avanti negli ultimi tre mesi di lavoro in merito alla revisione delle Indicazioni Geografiche Protette (Igp), che mira a migliorare la gestione delle oltre 3.400 denominazioni di prodotti in Unione Europea (di cui il maggior detentore è l'Italia, che ne possiede 876), proteggendo i regimi di qualità ed evitando l'industrializzazione dei prodotti.

 

Tuttavia, la quasi totalità dei ministri si è opposta alla volontà della Commissione Europea di delegare una parte dei compiti sulle indicazioni geografiche all'Ufficio Europeo della Proprietà Intellettuale (Euipo), che gestirebbe le domande di riconoscimento delle Igp dei vari Paesi a livello Ue, dopo le procedure a livello nazionale.

 

Anche il ministro alle Politiche Agricole italiano, Stefano Patuanelli, ha commentato la revisione delle Igp in una seduta pubblica del Consiglio Agricoltura: "Serve una maggiore protezione delle Igp sia sul mercato offline che su quello digitale, ma anche un rafforzamento dei consorzi di tutela, riconosciuti come promozione giuridica per lo sviluppo delle indicazioni geografiche", ha detto Patuanelli. "Siamo però preoccupati del mantenimento di una parte di competenze della Commissione ad agenzie esterne", ha concluso il ministro, affermando che per la gestione di indicazioni geografiche e denominazioni d'origine deve essere dominante il ruolo della Commissione.